Secrets and coffee

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Il suo profilo davanti a me mi appariva diverso, nuovo, come se lo stessi guardando per la prima volta. Il suo profilo, con la curva perfetta del suo naso. Con quel sorriso sincero e goffo. Perfettamente goffo. Gli occhi che le brillavano. E in quel momento, non so nemmeno perché, pensai che una ragazza così bella io non l'avevo mai vista. Che nemmeno tutti i ricordi più belli che avevo di Camila erano paragonabili alla sua immagine, quella mattina, in studio, con un caffè bollente in mano e un sorrisone sul viso, mentre parlava con Normani di chissà quale gossip. E intanto lei non sapeva quello che stava succedendo dentro di me. Non sapeva che mi sentivo come quel raggio di sole che le accarezzava il volto, per la prima volta. Che mi sentivo persa, in balia di mille onde.

Indecisa se immergermi in un oblio di incertezze, o continuare a nuotare senza meta.

Ma se mi fossi immersa davvero, in lei, in noi. Se avessi nuotato verso il fondo di quell'oceano di insicurezze, avrei trovato Atlantide. Avrei visto la più magica delle magie. Avrei visto noi, sul serio noi, davanti al mondo, senza mentire. Senza aspettare la notte per sgusciare l'una nelle braccia dell'altra.

Certo, era più facile da quando mi ero praticamente trasferita nella stanza degli ospiti in quella enorme casa che condividevano le mie compagne di band. Camila aveva dovuto insistere poco del resto, come anche le altre. Volevo ritrovare quel rapporto con loro che avevo perso da troppo tempo. Volevo smetterla di stare sola tutte le notte, accompagnata solo da un bottiglia di Rum. Ora, era tutto cambiato, e quella grande casa era il pretesto perfetto per vederci di nascosto, per amarci tutta la notte, senza destare sospetti.

La mia vecchia casa, l'avevo lasciata a Jerard e alle sue conquiste se avesse voluto mostrare alle ragazze che adescava, un monolocale più carino della sua stanzetta dietro il bar.

Si girò all'imporvviso, sorridendo piano, sorpresa che la stessi guardando, e da chissà quanto tempo. Quando i nostri occhi si incontrarono il suo sorriso diventò ancora più bello, se era possibile. Si aprì sul suo volto, come al rallentatore, come fosse stato un film, come stesse vedendomi anche lei come una creatura diversa.

- Va tutto bene? –

Mi chiese , ma io la sentii appena. Mi ero paralizzata in quegli enormi occhi castani. Mi ero persa in quel mare. Mi ero bloccata, come messa in pausa. Ogni tanto capitava che la sua bellezza, la sua perfezione, mi inibiva. Crollavo ai suoi piedi, come un umile servitore con il suo padrone.

- Ei. Sei viva? –

Mi disse sventolandomi una mano davanti alla faccia. Mi ripresi in un secondo e scossi la testa imbarazzata. Non potei vietare alle mie guance di arrossire, e al mio cuore di impazzire nel petto. Ma che diamine stavo facendo?

- Si. Si scusa. Sono solo stanca –

E così come era successo milioni di volte in quelle settimane di segreti incontri e baci nascosti, il suo viso era cambiato. Un secondo prima era uno splendore, un secondo dopo, il suo sorriso era falso e i suoi occhi spenti. E io non capivo. Se fosse arrabbiata con me o con se stessa. Se volesse picchiarmi o baciarmi. Non capivo come evitare di commettere i miei " errori". E' cosi che li chiamavo io, è cosi che li intendeva lei, i miei continui sguardi indiscreti, o i miei rossori incontrollabili. Se mi mordevo le labbra dopo un suo movimento, o se ridevo troppo ad una delle sue battute, se evitavo il suo sguardo o se lo ricercavo, se mi permettevo di fare anche il più minimo riferimento a noi due.. lei cambiava. Le vedevo l'espressione corrucciarsi in un modo impercettibile, e le labbra serrarsi. Aveva una piccola vena sul collo, che si gonfiava sempre quando era nervosa. Lo sapevo solo io, lo avevo notato qualche settimana fa, quando questa assurda relazione era iniziata. Ultimamente era sempre gonfia. Ultimamente reggevo di meno le restrizioni che ci eravamo imposte. In questi giorni, avevo solo bisogno di lei. E lei non c'era. Lei appariva, la notte, come un angelo, per scusarsi di tutti questi continui disagi. Per scusarsi di Shawn.

Camren stole my CamzWhere stories live. Discover now