The black eyes of God

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POV Lauren.

Vidi davanti a me quei neri, profondi occhi, più scuri del solito che mi guardavano come a volermi penetrare.

Mi guardavano infuriati. Non era nemmeno accigliato il suo volto, semplicemente.. infuriato. Vedevo nelle sue iridi scure tanta di quella rabbia che solo chi è arrivato allo stremo delle forze nelle sue battaglie quotidiane può provare. Più guardavo la sua pelle tesa, i suoi occhi scuri e il silenzio pesante che ci divideva, più sentivo quel peso gravare sulle mie spalle, avvertendo quanto fossi responsabile di quella situazione.

Mi sentii per quell'attimo, sola. Come catapultata in un'altra realtà. Mi sentii mozzare il respiro mentre quegli occhi continuavano con insistenza a scrutarmi, muti. Mi sentii come sul ciglio di un burrone.

Capii solo in quel momento che su quel ciglio c'ero stata per anni. Come avevo potuto non vederlo prima?

Ero in bilico da anni e solo ora che qualcuno mi stava spingendo verso il basso mi rendevo conto di come sarebbe stato facile cadere.

Sentii il mio cuore spezzarsi in due. Sentii le mie barriere cedere. Ma non c'era spazio per certe cose nel mondo della musica, nel mondo della spettacolo se i tuoi manager hanno deciso che sei grande, all'improvviso da sedicenne deve trasformarti per forza, come per magia, in una adulta responsabile e discreta. Cosa avremmo potuto dirgli adesso? Eravamo state palesi, su tutti i fronti. Eravamo state ingenue, e senza alcun ritegno. Sentivo nelle orecchie un silenzio assordante.

Rividi in quegli occhi neri e delusi, gli occhi di un Dio, di un padre, del mondo. I miei occhi. La delusione di essere scappata via da una vita normale.

Vidi la paura per il futuro, e l'inesistente speranza che da sempre cercavo di impormi. Vidi Camila. Privata delle sue debolezze, privata della sua paura. La vedevo donna sopra quel burrone. E più la guardavo, più mi spaventava. Come una creatura angelica con la quale non sai che movimenti fare, cosa dire. Perché la sua bellezza poteva mandarmi giù da un momento all'altro. Poteva farmi scivolare nel più profondo baratro. Io dovevo stare sul ciglio, in equilibrio, tra la realtà, e la fantasia che avevo sempre finto di desiderare, ma che mi spaventava a morte con il suo enorme buco nero.

Sentivo di voler scappare. Scappare via da quello sguardo inquietante, scappare via da quell'angelo. Da quella delusione, da quegli occhi. Ma come potevo se ero completamente paralizzata dal terrore? Non sapevo nemmeno perché.. non sapevo più nulla.. volevo solo che quegli occhi inquisitori si spostassero dalla mia pelle che improvvisamente sentii sporca

Perché? Perché proprio adesso? Uno spiraglio di razionalità mi fece tornare in me qualche secondo dopo.

Io ero Lauren Jauregui, ero famosa, ricca, felice. Stavo vivendo una relazione con una delle più belle donne del mondo. E lo avevo accettato. Lo avevo accettato che era una donna, e che questo mi piaceva. Lo avevo accettato mesi fa. Addirittura ero stata io a farlo accettare a Camila. Perché tutt'a un tratto mi sentivo come davanti ad una corte marziale?

Di nuovo la razionalità parve abbandonarmi e mi ritrovai di fronte a mille di quegli occhietti neri. Mi ritrovai osservata. Mi sentivo nuda, ero nuda. Ora nei suoi occhi vedevo tutto la gravezza della verità che sapevo avesse intuito. In quel momento la delusione nelle sue pupille non riuscii più a sopportarla.

Una fitta allo stomaco mi fece trasalire per un secondo, e sentii i miei polmoni abbandonare le loro funzioni vitali. Il mio cuore batteva a mille e più rimanevo ferma in quella posizione con la bocca spalancata, più sentivo i miei sintomi aumentare. La testa iniziò a girarmi ma mi costrinsi a rimanere ferma. Non era il momento di svenire.

Camren stole my CamzWhere stories live. Discover now