Harry

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Era una giornata come tante altre: la lezione di pozioni sembrava durare un'eternità ed Harry era stanco e annoiato, ormai la scuola era rincominciata da mesi, anche se non aveva mai chiuso definitivamente....I maghi avevano passato tutta l'estate a ricostruirla e riorganizzare tutti i corsi e le attività, compreso Harry, che aveva tentato di aiutare il più possibile.

L'unica persona che sembrava veramente interessata all'argomento trattato era Hermione ,ma questa non era una novità: la ragazza aveva riorganizzato tutti i corsi scolastici, a cui aveva assegnato nuovi professori e aveva tentato di rispettare le preferenze di ognuno di loro.

Harry si chiedeva ,dopo aver combattuto contro il signore oscuro e aver salvato il mondo, chi glielo faceva fare di stare seduto su un banco di scuola? Se Hogwarts si poteva definire una scuola per lui, più che altro era la sua casa, era quel luogo che aveva quel profumo così famigliare da scaldargli il cuore, quel luogo ormai così noto da poterne descrivere ogni minimo dettaglio.

Il suono di alcune risate che provenivano dalle file in fondo fece ritornare la mente di Harry nell'aula: tutti gli alunni sembravano intenti ad eseguire degli esercizi sui propri libri, beh...Tutti tranne Ron, il ragazzo si guardava in giro con aria spaesata e con un'espressione che diceva "che cosa ci faccio qui?".

Il mago sorrise leggermente a quella scena: era cambiato tutto, tutto tranne Ron; lui era sempre lo stesso pigro, sarcastico ed estroverso ragazzo, non che il suo migliore amico, il primo che avesse mai avuto.

Harry si guardò intorno e notò che gli altri ragazzi erano ad una decina di pagine più avanti della sua: buttò uno sguardo sul numero e si affrettò a girare i fogli bianchi solcati dalle righe nere di parole... quando il banco iniziò a tremare.

Una scossa.

Un terremoto? Ad Hogwarts non vi era un terremoto da, beh...Da mai.

Un'altra scossa, questa volta seguita da un boato che penetrò nei timpani del ragazzo tanto da stordirlo: l'onda d'urto provocata subito dopo fece cadere Harry a terra.

Quando si rialzò si fece strada con lo sguardo tra i ragazzi: erano tutti per terra e si guardavano in giro con aria spaventata, un ragazzo era rimasto sotterrato dai banchi e tentava di liberarsi afferrando la sua bacchetta, che giaceva davanti a lui; il professore tentava di calmare i maghi, sollevando le braccia e affermando che andava tutto bene, anche se non era così e lo si poteva intuire dal tono di voce dell'uomo estremamente teso.

Harry si guardò intorno fino a quando non vide Ron: il ragazzo stava aiutando Hermione a rialzarsi, la quale era rimasta incastrata sotto uno scaffale di libri che una volta costeggiava il muro dell'aula; i capelli rossi del mago erano spettinati, più del solito, e gli ricadevano sugli occhi creando dei strani giochi di luce sulle gote rosse e ricoperte di lentiggini, sulla fronte aveva un piccolo taglio che si era procurato, molto probabilmente, dalla caduta precedente.

I loro sguardi si incrociarono, fu per una minima frazione di secondo, che però sembrò bastare: iniziarono a correre, tallonati da Hermione, verso l'imponente atrio, da dove era provenuta la scossa.

Quando arrivarono si guardarono intorno per capire cosa fosse successo: nessuna struttura del castello sembrava essersi danneggiata; la capanna di Hagrid, ricostruita accuratamente da quest'ultimo, era intatta e dal comignolo si poteva intravedere un filo di fumo che si sollevava fino a dissolversi nell'aria; l'arena del Quidditch troneggiava sui prati verdi.

I ragazzi della scuola si stavano affollando nell'atrio e sembravano stupiti quanto i tre maghi, quando un'altra esplosione lacerò il silenzio che avvolgeva il castello.

Ron e Harry si guardarono e dissero all'unisono "la foresta"

Iniziarono a correre, ma la scena che si presentò davanti ai loro occhi li lasciò di sasso: Harry non sapeva come descriverlo, era una copia di zia Marge in versione extra large, e tutti sapevano che zia Marge non era proprio una modella di Victoria Secrets.

magic of demigodsWhere stories live. Discover now