Percy

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L'arena era veramente immensa: per un certo verso, a Percy ricordava l'arena del campo mezzosangue; era situata in una sorta di radura, vicino al castello, aveva una forma circolare ed era circondata da 5-6 file di tribune.

Percy si chiese per cosa usavano quel luogo così singolare: sulle due punte più strette dell'arena erano situate tre aste messe infila che si estendevano in alto, fino a quando non si allargavano in tre cerchi, quello al centro più in alto rispetto agli altri.

A qualsiasi cosa servissero quelle strutture, era impossibile che ci si arrivasse senza una scala abbastanza alta o Jason, lui sì che era un'ottima opzione.

L'arena era piena di ragazzi, da quando il figlio di Poseidone deduceva, tutti dell'ultimo anno: invece che le solite divise, i ragazzi indossavano abiti più comodi, adatti per l'attività fisica.

I maghi osservavano straniti gli 8 ragazzi che si avvicinavano, avevano uno sguardo che era un misto tra trepidazione e stanchezza, forse neanche loro avevano più tanta voglia di avere tutto il pomeriggio occupato.

Le ragazze, come avevano fatto dal momento che Silente li aveva presentati, avevano puntato gli occhi su Percy, Jason e gli altri ragazzi e si avvicinavano lentamente ad essi.

Il figlio di Poseidone si sentiva molto imbarazzato dalle attenzioni che gli rivolgevano, soprattutto perché non era abituato ad essere così evidenti: sapeva che le ragazze lo guardavano quando si trovava in giro o a scuola o al campo, ma quando lui le guardava, loro tentavano di non farsi notare.

Quelle ragazze erano diverse, loro non tentavano di nascondere il fatto che fossero "attratte" dai nuovi arrivati, forse ad Hogwarts le emozioni si manifestavano in modo diversi rispetto a New York, anche se Percy ne dubitava.

Gli 8 semidei si fermarono davanti alla folla.

"Allora..." disse Percy schiarendosi la voce "Oggi non affronteremo niente di pratico, per così dire, ma tenteremo di conoscerci meglio"

A quel punto lo sguardo dei ragazzi si spense, una punta di delusione riaffiorò ne ragazzo, che tentò comunque di non darlo a vedere.

Un ragazzo biondo che si trovava in prima fila, intervenne "E poi? Vogliamo prenderci anche del te?"

Nico fece per saltargli addosso (sembrava più irascibile del solito da quando erano arrivati ad Hogwarts) ma Percy lo bloccò e tirò fuori Vortice "No, va bene se vuoi passiamo direttamente al punto in cui ti distruggo a duello con la spada"

Il ragazzo abbassò lo sguardo e si fece indietro, con gli sguardi degli amici che facevano trasparire il loro divertimento.

Dalle file in fondo qualcuno disse "come cavolo ha fatto?"

Hazel si schiarì la voce e intervenne "bene, emh...Che ne dite se ci sediamo e parliamo un po'?"

Tutti i ragazzi si sedettero.

"Bene, da quanto ho sentito, anche voi avete avuto la vostra dose di missioni" intervenne Frank.

Fu Harry ad intervenire "beh...se così si possono definire"

Harry iniziò a raccontare una storia al quanto contorta su di lui, e sul suo destino a distruggere un uomo che aveva uno stretto contatto con la sua anima.

Quell' "essere" era già stato distrutto una volta, ma poi era riuscito a tornare, presentandosi come una nuova minaccia per il mondo magico e quello dei mortali.

Il ragazzo si chiese se per caso quell'uomo era un titano, perché la storia gli ricordava vagamente Crono, Percy si rivide molto nella storia che Harry raccontò.

Alla fine del suo lungo discorso, interrotto un po' di volte da Ron ,con i suoi commenti sarcastici (quel ragazzo gli ricordava tanto Leo) e da Hermione che lo correggeva, a Percy venne istintivo dire "tutto qui?"

A quel commento Harry sgranò gli occhi e Leo scoppiò a ridere, il ragazzo si morse un labbro e si maledì mentalmente per non saper tenere a freno la lingua.

Hermione fece una faccia che era un misto tra sorpresa e disgustata "scusami?"

Percy fece per ribattere ma Piper intervenne, salvandolo da un probabile pugno in faccia da parte della ragazza "Scusate, è solo che anche per noi non è stato tutto rose e fiori"

Piper lanciò uno sguardo a Percy, il ragazzo lo prese come un "via" per iniziare a raccontare la storia.

Il figlio di Poseidone si sorprese dell'attenzione con cui i maghi ascoltavano la storia.

Ovviamente Percy omesse un po' di informazioni tra cui: la storia tra lui ed Annabeth, Calipso, il tartaro o molte delle persone che avevano perso.

Quando Percy finì, tutti i ragazzi rimasero lì, ad osservarlo come se fosse un fenomeno da baraccone.

Il ragazzo si sentì a disagio, odiava quando le persone lo guardavano così; a volte, perfino sua madre aveva quello sguardo, anche se tentava di nasconderlo.

In fondo lui era il ragazzo che aveva salvato il mondo due volte, che era entrato e uscito dal tartaro, che aveva rinunciato all'immortalità e tutto questo, in un arco di tempo compreso tra 12 e 16 anni.

Fu Harry il primo ad intervenire: sollevò le braccia e disse con un sorrisetto "amico, hai vinto te"

Percy sorrise a lanciò uno sguardo di sottecchi ad Annabeth.

"quindi è tutto vero? Gli dei, l'olimpo...?" chiese Luna, una ragazza dai lunghi capelli biondi della casa corvonero.

Fu Annabeth a risponderle " tutto vero"

A quel punto Leo intervenne "bene, ora...Passati i convenevoli, diamoci una mossa, ci sono mostri da uccidere"

SPAZIO SCRITTRICI
Avremmo dovuto postare domani, lo sappiamo, ma ci dobbiamo svegliare presto per andare a sciare, quindi postiamo il capitolo con qualche ora di anticipo.
Keep calm and enjoy the stories
SERENA&SOFIA

magic of demigodsWhere stories live. Discover now