Percy

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"beh questa è semplice, la so perfino io: io sono della casa 9, Percy è della 3, Annabeth è della 6..." Leo si fermò quando video che tutti lo guardavano male: il ragazzo dai capelli rossicci aveva corrugato la fronte in un'espressione estremamente buffa; una ragazza dai capelli castani e ricci, che si trovava di fianco al rosso, si guardava in giro con fare nervoso ed un'espressione che diceva "questo è fuori".

"che c'è?" chiese Leo guardando Percy nel tentativo di trovare qualcuno che non considerasse le sue parole un gesto di pazzia e non pensasse che stesse delirando.

Fu Silente a parlare però, il quale, guardandolo storto, disse "ragazzo, ma di che cavolo stai parlando?"

"le case...La casa di Efesto, di Poseidone, di Atena....No?"

Lo sguardo di Silente si illuminò e sul suo viso comparve un sorrisetto divertito "Leo Valdez giusto?"

Leo fece cenno di sì con il capo: il ragazzo si era fatto piccolo piccolo e sembrava sentirsi a disagio a parlare con Silente, le guance erano caratterizzate da un colore rossastro per niente normale e per un momento Percy pensò che avrebbe preso fuoco lì, davanti a tutti.

"credo che tu ti stia confondendo, qua ad Hogwarts ci sono solo 4 case: grifondoro, serpeverde, corvonero e tassorosso."

"ah capito..." balbettò il figlio di Efesto, anche se sembrava non aver capito niente di quello che aveva detto l'uomo poco prima e in effetti, neanche Percy aveva afferrato il concetto a pieno.

Fu Jason ad intervenire: si fece avanti ed incrociando le mani al petto chiese, con fare scettico "e come si fa a capire di che casa fai parte?"

"beh, grazie a me" disse improvvisamente una voce profonda da dietro uno dei tavoli di legno che si trovavano nella stanza.

Silente si avviò verso quella direzione e sollevò un oggetto di stoffa scuro malconcio: un cappello.

Com'era possibile che il cappello parlasse? Percy non lo sapeva, e la cosa più strana era che non era sorpreso...Ormai quasi niente riusciva a sorprenderlo, non credeva che sarebbe diventato una di quelle persone come Silente o Chirone che guardavano le cose come se fossero sempre nuove; un tempo forse avrebbe aspirato ad esserlo, ma ormai erano successe troppe cose perché potesse solo pensare di diventarlo.

Silente sollevò il cappello e disse "sarà lui a decidere in che casa verrete smistati"

Un ragazzo prese uno sgabello con una gamba mezza zoppa e lo posizionò sulla parte rialzata della sala: il cappello iniziò a parlare "Frank Zhang"

Come faceva a conoscere i loro nomi? Silente lo aveva informato prima del loro arrivo? O era semplicemente in grado di riuscire a prevedere il futuro come Proteo?

Frank avanzò verso il cappello e si sedette sullo sgabello: per un momento il figlio di Poseidone pensò che lo sgabello avrebbe ceduto sotto il peso dell'amico, che era diventato veramente muscoloso da quando aveva avuto quello strano "incontro" a Venezia.

Silente mise il pezzo di stoffa sulla testa di Frank e il cappello iniziò a parlare; la voce leggermente rauca "vedo grande potere, sei diventato pretore da un po' è? ottimo lavoro!"

Ci fu un attimo di silenzio in cui Frank sussurrò una specie di ringraziamento prima che il cappello esordì "corvonero"

Ci fu un lieve applauso da parte dei maghi che si trovavano nella sala che però, si ammutolì subito: in effetti i ragazzi non sembravano molto propensi ad accoglierli nelle loro case o, almeno, era quello che facevano intuire dalle loro espressioni sconcertate e per niente amichevoli.

"corvo...che?" disse Frank confuso "devo trasformarmi in un corvo?"

"no, sei della casa corvonero" disse un ragazzo tra le persone che pullulavano nella sala.

"ah okay..." ribattè Frank con una punta di delusione nella voce, forse se si fosse potuto trasformare in un corvo sarebbe potuto scappare dagli sguardi minacciosi dei maghi o almeno, era quello che avrebbe voluto fare Percy.

Successivamente chiamò gli altri: Hazel grifondoro; Jason tassorosso; Piper tassorosso; Leo grifondoro; Nico serpeverde; Annabeth corvonero.

Quando la ragazza era salita sul palco, il figlio del mare non aveva potuto fare altro che trattenere il fiato: nonostante fosse sicuro che il cappello non avrebbe potuto nuocerle in nessun modo, aveva sempre paura che le potesse accadere qualcosa e che lui non sarebbe stato pronto per aiutarla.

Era una paranoia stupida ma, da quando lui l'aveva afferrata in quella maledettissima caverna a Roma, ed erano caduti insieme nel Tartaro, lui continuava a chiedersi se avrebbe potuto evitarlo: se solo avesse tolto quelle stupide ragnatele qualche secondo prima, se solo si fosse preoccupato prima di far salire tutti sulla nave e poi di ascoltare il racconto di Annabeth.

Arrivò il turno di Percy: si fece avanti e si sedette sullo sgabello.

Il cappello, dopo un verso di scherno che fece diventare ancora più nervoso il ragazzo di quanto già non fosse, iniziò a parlare "non avrei mai pensato che un semidio che ha affrontato tutte queste imprese possa essere ancora vivo, ma tu sei la prova che mi sbagliavo."

Il pezzo di stoffa emise un gemito "come fai a sopportare tutto il dolore che ti porti dietro Zoe, Bianca, Bob, Silena, Beckendorf, Lee, Michael, Ethan sono tante persone sai?

Molti ragazzi non riescono a superare la morte di una persona a loro cara e la tua mente è intrisa di nomi, coloro che formano la montagna del tuo dolore...E' un peso davvero grande da portare sulle spalle, per avere solo 17 anni"

Percy si sentì girare la testa: di solito le persone evitavano di parlare di quelle cose in sua presenza perché sapevano quando gli facesse male; sentirsele spiattellare davanti con così tanta freddezza e non curanza fu come ricevere uno schiaffo.

"ma vedo un nome, quello che ti provoca più dolore di tutti: Luke."

Il figlio del mare stava per tirare fuori dalla tasca vortice e tagliare a metà quel pezzo di stoffa che parlava troppo per i suoi gusti, a quali non piaceva che venissero dette davanti a tutti cose così personali; ma il cappello lo anticipò "non ti conviene farlo sai, non sottovalutarmi"

"comunque hai fatto un ottimo lavoro: due apocalissi, Gea e Crono se lo meritavano tanto per la cronaca, il tartaro e lei: faresti di tutto per lei.

Sai ragazzo, ho visto nella mente delle persone per così tanti anni che ormai ho perso il conto e ormai gli anni per me è come se non passassero veramente; scorrono davanti ai miei occhi senza che io possa fare niente di diverso.

Eppure, qualche anno, mi capita di trovare qualche anima diversa dalle altre: con un carattere così leale e desideroso di compiere il bene, così coraggioso che sembra risvegliarmi e questi avvenimenti sono gli unici che mi fanno ricordare in che anno mi trovo o che quello sarebbe stato diverso grazie a quelle persone diverse.

Tu sei una di quelle persone: il coraggio, la tenacia e l'amore che ardono dentro di te sono così forte da farmi rimanere quasi senza parole..."

"quasi..." disse il ragazzo sottovoce, nonostante il cappello lo avesse sentito perfettamente ed avesse emesso un risolino.

"già, quasi...Tienitela stretta ragazzo, perché gli amori come il tuo sono così rari in questo mondo da meritare di essere ricordati; sei un vero rompicapo Perseus Jackson"

Ci fu un momento in cui il cappello si ammutolì, lasciando che il silenzio avvolgesse la stanza e rendendola così fredda e vuota da spaventare il figlio del mare; fu solo per un secondo però, prima che il pezzo di stoffa esordisse "Grifondoro"

Percy uscì dalla sala senza dire niente, voleva trovare un posto da solo per pensare e sbollire la rabbia.

magic of demigodsWhere stories live. Discover now