Hermione

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Da quando Hermione aveva aperto quello scatolone, a Roma, non era più a stessa, non si sentiva più la stessa.

Dentro di sé la paura, che già la divorava ogni giorno ad ogni ora, era aumentata...Il contenuto di quella scatola l'aveva sconvolta così tanto da farle credere di non potersi fidare di nessuno e di non poter dire niente a nessuno.

Dopo quella visione la maga era stata scontrosa, aveva tentato di isolarsi il più possibile, non voleva rivelare a nessuno quello che aveva visto...Non finchè non avrebbe trovato una spiegazione, perché doveva esserci una spiegazione a quello che aveva visto.

Il problema era che la ragazza non era mai stata brava a tenere i segreti, non segreti così grandi come quello ed aveva paura che se avesse parlato con qualcuno, avrebbe vuotato il sacco.

Dopo aver viaggiato tutta la notte e buona parte della mattina, i ragazzi approdarono sulla costa occidentale della Grecia.

Leo riuscì ad attraccare lo yatch in un piccolo porto di un paesino arroccato sulla costa alta e frastagliata, le cui insenature creavano dei piccoli golfi in cui le persone si trovavano per fare il bagno o prendere il sole.

"E ora che cosa facciamo?" chiese Harry che al posto del cappello di lana, indossava un cappellino con la visiera nero per coprirsi dal sole.

In Grecia era molto meno freddo che in Italia ed i cappotti che prima indossavano i ragazzi, ora gli tenevano evidentemente caldo.

"Beh..." disse Leo "Per arrivare alle" per un momento esitò "per arrivare alle porte della morte dobbiamo muoverci per forza via terra, quindi..."

"quindi ci serve un altro di quei pullman schifosi" continuò Grover la frase dell'amico, mentre una smorfia di disapprovazione gli attraversava il volto.

"okay" intervenne Hermione "ma almeno sappiamo dove siamo?"

"Pyrgos" le rispose prontamente Annabeth, che scrutava con un certo interesse e stupore negli occhi il borgo che si presentava davanti a loro.

"e qualcuno sa se vendono delle auto a Pyr...O come si chiama?" chiese Draco guardando sempre Annabeth.

"Pyrgos" ripetè nuovamente la figlia di Atena, che non aveva ancora distolto lo sguardo dal paese "e sinceramente...Non lo so"

Tutti si girarono a guardarla, con un espressione sconcertata e leggermente spaventata: se lei non sapeva ogni centimetro quadrato di quel posto, voleva dire che erano veramente nei guai.

"aspetta cosa?" chiese Leo "tu mi hai fatto attraccare qui, tu dovresti avere un piano"

La ragazza si girò finalmente a guardare il ragazzo, anche se aveva un'espressione abbastanza scocciata ed arrabbiata "era il posto più vicino e non potevamo stare ancora tanto in mare, ci avrebbero attaccati...Non ho un piano okay? Non ho sempre un piano"

Poi la figlia di Atena si girò a continuò a guardare il borgo, nonostante adesso le spalle fossero tese e si potesse sentire la ragazza sbuffare frequentemente.

Nessuno fiatò, Annabeth non si era mai comportata così, ma proprio mai...Certo, non aveva mai avuto un carattere particolarmente cordiale, ma non si era mai scagliata contro ad una persona così, non senza un motivo valido.

Leo si girò a guardare Percy che sgranò gli occhi e allargò le braccia, la sua espressione diceva "non so che cosa le è preso".

A quel punto il figlio del mare intervenne "okay...Annabeth, sai almeno qualcosa di questa città?"

"no" rispose secca la ragazza senza neanche girarsi a guardarlo, nonostante il tono di voce si fosse addolcito un po' con Percy.

"ottimo" commentò Frank con un tono di voce esasperato.

magic of demigodsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora