Percy

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Percy si stava incamminando verso la sala da pranzo e la cosa migliore era che al suo fianco c'era Annabeth, il quale gli stringeva la mano con forza.

Certo, avrebbe preferito camminare mano per mano per le strade di New York dopo aver finito l'esame invece che in una scuola piena di pazzi i quali si consideravano dei maghi, ma doveva accontentarsi.

Quando arrivò nella sala che, fin dal primo momento che l'aveva vista, l'aveva lasciato senza fiato, i 6 semidei erano seduti sui tavoli ad aspettare: quando i due ragazzi entrarono calò il silenzio.

I due si avvicinarono al gruppo: Jason e Piper erano entrambi seduti su uno dei tavoli, quest'ultima aveva la testa appoggiata sulla spalla del ragazzo; Hazel e Nico stavano parlando sottovoce, seduti su uno dei gradini che collegavano il pavimento della sala alla parte rialzata; Leo e Frank, invece, bisticciavano su chissà quale stupido argomento.

Jason fu il primo a parlare, il quale scostò dolcemente Piper e si alzò in piedi "allora che facciamo?"

Leo intervenne, si portò una mano tra i riccioli castani "sì insomma, tutta questa storia dei maghi e di quel vecchio..."

Piper scostò una ciocca di capelli dal viso, aveva un'espressione seria "potrei usare la lingua ammagliatrice per fargli dire la verità"

"potremmo combattere" azzardò Frank, incrociando le braccia al petto, tendendo così ancora di più il tessuto della misera maglietta che portava.

"siamo in 8 in tutto, e i ragazzi della scuola sono più di 300 fai due conti" disse Hazel, tentando di mantenere un tono di voce dolce.

"Hazel ha ragione, potremmo solamente andarcene" rispose Nico, aveva alzato lo sguardo sui ragazzi, ancora seduto sui gradini a rigirarsi l'anello tra le dita; Percy pensò che prima o poi quell'anello si sarebbe consumato a forza di fare quel gesto così frequente.

La stanza iniziò a riempirsi di voci che si sovrapponevano le une sulle altre: ognuno aveva un'idea diversa e sembrava non voler accettare quelle degli altri.

"ragazzi magari hanno detto la verità" disse Piper, la quale aveva appoggiato i gomiti sulle ginocchi e il mento sulle mani, strette a pugno.

"mi sembra solo strano che Chirone non ci abbia mai detto niente" rispose Jason, guardando la ragazza negli occhi, come se le volesse dire qualcosa attraverso il pensiero.

"magari dovremmo restare" disse Frank.

"o magari no" gli rispose a tono Leo, il quale sembrava aver assunto un'aria seria, una volta tanto.

Percy non ce la faceva più, tutte quelle voci gli impedivano di pensare o di dire qualcosa che potesse avere senso, per quanto tutto quello ne potesse avere uno.

"io mi fido di loro" disse Percy improvvisamente.

I semidei si zittirono all'improvviso e iniziarono a guardarlo stupiti.

"ti fidi di loro?" disse Nico, non sembrava arrabbiato o contrariato, più che altro curioso, sembrava come bisognoso di una prova per credergli.

"Beh...Io no, non sono mortali, non sono dei e neanche semidei, non hanno niente a che fare con il nostro mondo, si definiscono dei maghi e girano con dei bastoncini di legno seguendo le regole di un uomo che Giove solo sa quanti anni ha" disse Jason spazientito.

Percy guardò i ragazzi uno per uno, e poi parlò "sentite, lo so che non conosciamo queste persone e sono particolarmente sospette, ma ho un presentimento"

Fece una pausa "un buon presentimento, credo che questi maghi, o qualunque cosa siano, siano delle brave persone, di quelle buone che aspirano veramente a cambiare il mondo in meglio, credo che noi abbiamo bisogno di quelle persone" nessuno sembrava voler ribattere, così il figlio del mare continuò "potete prendermi per pazzo, lo so, io stesso penso di essere pazzo, ma da quando siamo qui c'è qualcosa dentro di me che mi dice che questo posto è quello giusto.

Certo non vi posso chiedere di seguire un mio presentimento, posso capire se non volete restare qui"

Ci furono diversi minuti di silenzio, poi un ragazzo intervenne, e Percy non se lo sarebbe mai aspettato.

"io ti credo" disse Nico.

Si rigirava l'anello tra le dita, ancora, e aveva lo sguardo basso sulle sue scarpe rovinate e rigorosamente di un tessuto scuro.

"anch'io" disse Hazel, che si era seduta nuovamente di fianco al fratello.

Jason assunse un' espressione incerta per qualche secondo, poi fece un cenno di approvazione mentre Piper gli stringeva la mano sorridendo.

"io ci sto" disse Frank.

Annabeth fece forza sulle mani dei due ragazzi, ancora intrecciate.

Tutti si girarono a guardare Leo: il ragazzo sorrise "beh che c'è? Se Percy si fida di queste persone allora io mi fido"

"ci metterei la mano sul fuoco" aggiunse.

Improvvisamente Leo prese fuoco; già, proprio così.

"ci penso io" disse Frank con un tono che era un misto tra divertito e scocciato.

Tirò fuori dallo zaino il piccolo estintore che i ragazzi si portavano sempre dietro e ricoprì Leo di schiuma bianca.

Il ragazzo vacillò cadendo a terra, quando si tirò su affermò "è tutto sotto controllo, era tutto calcolato"

I ragazzi iniziarono a ridere, una risata genuina che sembrò sciogliere ogni tipo di tensione creatasi in precedenza.

"bene, vedo che vi state già ambientando" disse Silente avvicinandosi a loro "e a quanto pare vi fidate di me" aggiunse sorridendo.

"un momento, stavi origliando?" disse Leo con un sorrisetto sulle labbra.

Anche se provava ad essere serio, la sua espressione diceva completamente il contrario

"comunque, è il momento di dirvi come stanno le regole qui"

aggiunse "regola numero uno: da domani inizierete le lezioni qui a scuola"

SPAZIO SCRITTRICI

MA WTF? I capitoli mica si postavano di sabato?

Oggi è venerdì, lo sappiamo.

Ma siamo in vacanza in montagna e la connessione lascia veramente a desiderare, ci dispiace già in anticipo se non riusciremo a postare.

Anyway, keep calm and enjoy the stories!

SERENA&SOFIA

magic of demigodsWo Geschichten leben. Entdecke jetzt