Annabeth

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Appena il pullman partì, ci fu un sospiro di sollievo collettivo da parte dei ragazzi: per un secondo nessuno si mosse, come se tutti avessero avuto bisogno di qualche secondo per realizzare quello appena successo.

Poi però Piper corse incontro a Jason e lo abbracciò forte scoppiando a piangere, il ragazzo le diede dei leggeri colpetti sulla schiena sussurrandole "va tutto bene"

Nico si appoggiò al tavolino, e trasse dei profondi respiri, anche se venne quasi subito assalito da Hazel, che quasi gli saltò addosso nel tentativo di abbracciarlo, quasi come se il contatto con lui non fosse sufficiente per colmare il dolore che aveva provato in quei giorni.

Annabeth in quel momento si ricordò di Percy: il ragazzo aveva chiuso vortice e si era appoggiato ad una mensola e, con una smorfia di dolore sul volto, si stava stiracchiando, scoprendo leggermente i fianchi e la pancia.

I vestiti erano sporchi e logori e il fianco destro della maglietta era intriso di sangue raggrumato; i capelli erano coperti di terra e il viso era sporco, aveva una ferita sopra il sopracciglio anche se non sembrava provocargli nessun tipo di fastidio.

Le guance erano caratterizzate da un colore rossastro e la fronte era imperata di sudore, che gli aveva bagnato le punte dei capelli che in quel momento gli ricadevano sul viso oscurandogli gli occhi.

"testa d'alghe" disse lei sotto voce.

Il ragazzo sembrò come ritornare sulla terra e allargò le braccia: Annabeth gli corse incontro e lo strinse forte a sé; l'odore salmastro che aveva sempre le inondò le narici, facendole fare un sospiro di felicità e di sollievo.

Sentiva come se si fosse appena tolto un peso, come se si fosse ricongiunta con la parte che le mancava, riempendo il buco che aveva nel petto e che le impediva di respirare.

Tutto il dolore che aveva provato in quei pochi giorni di separazione da lui, sembrò sciogliersi improvvisamente: si sentì a casa, tra le sue braccia, con le dita delle mani che affondavano nei capelli corvini del ragazzo di cui aveva sentito così tanto la mancanza da sentirsi vuota.

"scusa" disse lui sottovoce, baciandole la fronte con fare protettivo "non volevo lasciarti"

La ragazza fu così sconvolta dal sentire quelle parole: avrebbe potuto dire qualsiasi cosa e invece lui si era scusato per averla lasciata da sola, anche se la colpa non era stata sua.

Ogni giorno Annabeth lo amava di più, non capiva come fosse possibile, ma era così: ogni giorno l'amore che provava per Percy aumentava, un sentimento così forte da spaventarla, ma con cui non avrebbe potuto vivere senza.

Sentì le lacrime minacciare di sgorgare fuori: la vista le si offuscò leggermente, cosa che le fece chiudere gli occhi, per lasciare che le gocce di pianto e rigassero il viso segnato dalla stanchezza e dalla preoccupazione.

"quindi..." disse Leo che stava al posto del guidatore, facendo tornare alla realtà la ragazza "Crotone...?"

Tutti si girarono a guardare Nico: il ragazzo stava tentando di contattare Will, per avvisarlo che stava bene e che si era ricongiunto ai suoi amici; anche se, quando sentì la domanda posta da Leo, si girò verso di loro e ripose il cellulare in tasca.

In teoria, i semidei non avrebbe dovuto possederne uno, ma Annabeth capiva cosa volesse dire stare in pensiero per la persona che si amava e non voleva che Will patisse quel sentimento più di quanto non lo aveva già fatto fino ad ora.

Nico però, sembrava ancora un po' preoccupato, evidentemente il figlio di Apollo non aveva risposto alla chiamata, ma questo non voleva certo dire che fosse in pericolo, era meglio non passare a conclusioni affrettate.

Anche il ragazzo non era messo bene: il colletto della maglietta era caratterizzato da un profondo squarcio, che faceva intravedere la pelle dalla carnagione cerea sotto; il viso era sporco di terra e i pantaloni erano scoloriti per la ghiaia che vi era sopra, concentrata particolarmente in prossimità delle ginocchia.

"Beh...Mentre stavo rubando un po' di provviste, ho sentito due mostri che parlavano"

"e che cosa dicevano?" chiese Hermione, la quale aveva legato i capelli in una crocchia disordinata e si stava occupando di controllare tra i mobili del pullman se ci fosse un kit di pronto soccorso.

"hanno accennato alla prossima mossa di Luke" disse facendo il gesto delle virgolette con le dita "hanno detto che il rito sarebbe avvenuto a Kroton, che in greco è Crotone"

"aspetta un secondo..." chiese Harry "mi stai dicendo che la nostra meta si basa su cosa hanno detto due mostri?"

"e perché dovrebbe essere importante quel posto?" chiese Hazel, la quale, dopo aver abbracciato Nico, si era seduta di fianco e aveva sporto una mano per afferrare delle garze verso Hermione, la quale aveva trovato dei medicinali e delle fasciature dentro un cassetto.

Nico esitò per un momento "questo non lo so, che cosa ci potrebbe mai essere a Crotone?"

Tutti si girarono a guardare Annabeth, la ragazza non aveva molte informazioni della città: scavò nei meandri della sua mente, anche se il braccio appoggiato alla base della schiena di Percy le riusciva difficile concentrarsi "beh..." disse "Si dice che il nome Kroton derivi dal figlio di Eaco, che morì ucciso per errore del suo amico Ercole.

Questi per onorarlo, lo seppellì sulle sponde del torrente Esaro e poi vicino alla tomba fece sorgere la città a cui diede il suo nome.

Inoltre, la città era famosa per la forza fisica dei suoi uomini, tra cui si ricordano i numerosi vincitori nei giochi olimpici, e per i celebri medici e matematici tra cui Pitagora."

"quindi...Luke vuole prendere lezioni di matematica?" commentò Ron con fare ironico, mentre accettava con un sorriso il bicchiere d'acqua fornitogli da Hermione, che ora si era affiancata al ragazzo, che le aveva passato un braccio sulle spalle.

"Luke sui Pirenei cercava Pirene, per trovare il serpente generato tra lei ed Ercole; poi a Pisa stava cercando le armi dei tre pezzi grossi e Pelepo; e adesso a Crotone cosa vuole?" disse Hazel pensierosa, nonostante la domanda fosse più rivolta a se stessa che agli altri.

"ci deve essere qualcosa che ci sfugge, qualcosa che collega tutta questa storia" disse Piper che se ne stava seduta al fianco di Jason, il quale colorito rossastro che aveva caratterizzato le sue guance si stava affievolendo.

Il ragazzo aveva i capelli più scuri del solito, cosa che fece venire in mente ad Annabeth che avrebbe dovuto chiedere a Percy dove cavolo si erano infilati per sporcarsi così tanto.

"qualunque cosa sia, Luke la vuole, e ora che ha le armi dei tre pezzi grossi è più potente che mai" disse Percy, il quale adeso aveva stretto le braccia al petto, e guardava i ragazzi con fare determinato "quando eravamo prigionieri, Luke ci ha detto che gli unici a poter usare quelle armi eravamo io, Nico e Jason"

"Luke ha ragione" intervenne Annabeth, avanzando anche lei per mettersi al fianco di lui "le armi ucciderebbero qualsiasi persona che le impugnasse: solo gli dei e i figli dei pezzi grossi possono impugnarle"

"quindi Luke ci vuole sfruttare per risvegliare qualcuno...Ma chi?" chiese Jason, Annabeth potè vedere la rabbia che saettava nei suoi occhi, una rabbia che non aveva mai visto fino ad ora, non mentre guardava o parlava di Luke.

Non dovevano essere stati giorni leggeri per loro: la ragazza poteva solo immaginare le cattiverie e minacce che il figlio di Ermes avesse rifilato ai ragazzi per convincerli ad aiutarlo.

"non lo sappiamo" rispose la figlia di Atena "ma chiunque voglia risvegliare, credo che sarà decisivo per la loro vittoria e la nostra perdita, cosa che non ci possiamo permettere"

"quindi..." intervenne Leo ricapitolando, che teneva lo sguardo fisso sulla strada, che si estendeva davanti a loro "se Luke usa le armi, noi perdiamo, se noi riusciamo a prenderle, lui perde"

"in parole povere sì" disse Hazel, la quale adesso si era alzata e stava raccogliendo i suoi capelli in una croccia alta, scoprendole il viso grazioso e segnato dalla preoccupazione.

A quel punto, il figlio di Efesto si girò verso i ragazzi e con un sorrisetto provocatorio disse "e allora impediamoglielo"

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