Solo un sogno

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Steso sul letto di Monia, fisso un punto indefinito del soffitto; lei è ancora sdraiata sopra di me e prende fiato. Non ho la più pallida idea di cosa guardo, non mi importa, l'unica cosa che conta è godersi l'attimo.

-Dove lo hai imparato, bambina?

Sussurro senza ottenere una risposta. Sa bene che la mia non è una vera domanda, che io in quel momento non sono lì. Qui e ora, mi ripeto nella testa. Monia mi guarda silenziosa con i suoi grandi occhi verdi che hanno il potere di brillare in contrasto con i capelli scuri e la pelle olivastra, persino nella penombra della sua minuscola stanza. Sì, Monia è la ragazza perfetta per me.

Quando apro gli occhi la mattina seguente, un pensiero vortica nella mia testa come una piuma sotto il phon. Sto ancora sognando o sono già sveglio? L'immagine nella mia mente appare sfocata e irreale, come se la scena che ho davanti sia finta tanto quanto le ghiandole mammarie della compagna di mio padre. Tutto è distante come immagini di un film in bianco e nero, ma anche incredibilmente coinvolgente. Spalanco gli occhi nel tentativo di mettere a fuoco. Muovo una mano di fronte al viso e cerco di afferrare ciò che vedo, ma non ci arrivo, sono vicino ma allo stesso tempo lontano, in fondo non so nemmeno cos'è, ma ci provo lo stesso, ci provo e non ci riesco e allora la frase qui e ora sembra assumere un altro significato, non c'è nessun qui e nessun ora, esiste solo qualcosa da qualche parte e io non becco mai il momento giusto, perché io non so dov'è qui e, quando è ora, sono sempre da un'altra parte. Io perdo il momento, anzi sono fatto di momenti persi, perché se nasci niente, resti niente, sia qui che ora e non importa quanto io ci provi a essere diverso da ciò che sono, in fondo resto sempre lo stesso, lo stesso nulla proprio come credevi quando sono nato. Perché lo credevi, vero? Certo che lo credevi, lo facevi già allora!

Mi copro il viso con una mano e mi stropiccio gli occhi e quando torno a guardare. Scuoto la testa e mi rimetto dritto sul letto, sono completamente bagnato e ho il fiato corto come se avessi il petto tappato da qualcosa. So cosa ha il potere di soffocarmi così è odio quando mi accade. Lo odio tremendamente. Che incubo assurdo! Devo essere davvero stanco, devo smetterla con gli incontri clandestini e forse anche con il Cliché. Sto sicuramente stressando il mio corpo e poi per questo mese ho guadagnato abbastanza, soprattutto ho vinto abbastanza. Devo concentrarmi sullo studio, sugli esami e sulla tesi. Devo laurearmi assolutamente entro quest'anno, in tempo, come avevo preventivato, così da dimostrargli ancora, che aveva torto anche su questo.

Hai sempre torto. Sempre.

-Dan! Dani svegliati!

Sussulto a quel tocco e irrigidisco tutti i muscoli. Monia è al mio fianco e mi guarda sorridente ed è solo in quel momento che mi accorgo che dormivo ancora, anche se credevo di essere sveglio. Non mi era mai successo, ero come in trance, come un sonnambulo.

-Buongiorno! Questa mattina non volevi proprio svegliarti, eh?

Sono ancora qui, da Monia, mi sono addormentato a casa sua ieri sera.

Era un sogno, solo un sogno...

Mi sollevo dal letto e mi chiudo in bagno dove sono certo che non mi seguirà, sa darmi i miei spazi ed è per questo che la nostra strana relazione va avanti a gonfie vele. Mi bagno il viso e osservo l'immagine nello specchio, sembro un tossico e ho quell'aspetto distrutto che non riesco a togliermi da mesi. Devo essere davvero troppo stanco. Esco da lì dentro e cerco in giro i miei vestiti. Li raccolgo uno ad uno e comincio a indossarli frettolosamente.

-Grazie Monia, alla prossima!

Mi sforzo di sorriderle e lei ricambia. Ora mi sforzo anche con lei? Che cazzo mi prende? Mi sono bruciato il cervello? Ho assunto qualche sostanza strana senza accorgermene e ora sono impazzito?

Se Respiro Troppo, mi accorgo di essere vivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora