POV'S DRACO 4.0

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Non so per quanto tempo io sia rimasto lì, forse un paio d'ore o, probabilmente, solo qualche altro minuto. Mi alzo dal terreno leggermente coperto di erba morbida e inizio ad incamminarmi verso l'interno del castello. Fa proprio freddo verso sera, incrocio le braccia e le strofino fino a provocarmi un leggero calore. Entro e mi dirigo verso la sala dei Serpeverde. Sono felice di non aver incontrato nessuno, non ho assolutamente voglia di vedere anima viva ed anche morta, eh. Entro nella mia stanza e mi butto, letteralmente, sul mio letto. Non so cosa fare, con la faccia schiacciata nel cuscino la mia mente inizia ad elaborare strani pensieri. All'improvviso un pensiero mi fa rabbrividire. E se fossi innamorato di un Grifondoro? O peggio, di Harry Potter? Non posso permettere che una cosa simile accada. Non potrei neanche pensarlo. Sento uno strano rumore provenire dal mio stomaco e decido di scendere in sala comune a mangiare, mi avvicino direttamente al mio tavolo, senza guardare oltre. Nott e Vincent mi fanno segno verso di loro e prendo posto accanto ai miei due amici, se così possiamo definirli. Li sento discutere di stupidi argomenti, ma cerco di concentrarmi per reprimere la voglia di spostare il mio sguardo verso il tavolo dei Grifondoro. Inevitabile, ma probabile, il mio sguardo si posa sul viso di Harry, che sta parlando con la mezzosangue e la lenticchia . Pochi istanti, e il mio sguardo viene ricambiato dal suo, i suoi occhi mi penetrano fin dentro, quasi a sentirmi toccare la pelle. Istintivamente mi alzo e cammino, quasi corro, verso i sotterranei diretto nella mia stanza, Nott e Vincent neanche si sono accorti che me ne sono appena andato . Mi chiudo la porta alle spalle e lancio un grido disperato, perché,  perché inizio a comportarmi così? Mi giro di scatto verso il muro e ci tiro un pugno. Un leggero urletto poco virile lascia la mia bocca e mi porto la mano insanguinata davanti gli occhi. Non è niente di grave ma almeno la rabbia si è visibilmente abbassata. Mi avvicino al letto e mi ci stendo sopra. Se la scuola venisse a saperlo, o peggio, se mio padre lo scoprisse, io sarei finito. Sento le palpebre farsi sempre più pensanti e, inevitabilmente, mi addormento.

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