Chapter 9.0

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Sento la testa esplodere, brutti pensieri affliggono la mia mente e tutto ciò rende impossibile dormire. Mi rigiro, prima a destra e poi a sinistra ma tutto sembra inutile.  L'unica cosa che riesce a darmi conforto è un leggero soffio d'aria che proviene da una cavità nel muro. Apro le tende del mio letto mi metto a sedere, strofino i miei occhi quanto basta per riuscire a vedere attraverso il buio, rendendoli molto probabilmente leggermente rossi. Sono agitato ed il tutto non si può notare soltanto per la mia insonnia, cosa non molto rara, ma dal mio letto che è diventato un vortice di coperte che pare volermi risucchiare ed i cuscini rovinosamente caduti a terra; questi sono i segni di panico più lampanti per un maniaco dell'ordine come me. Mi alzo leggermente indolenzito e decido di uscire dalla mia stanza. Poggio i piedi per terra aspettandomi che essi si poggino sulle mie amate pantofole ma ciò non accade, un brivido di freddo mi attraversa il corpo provocandomi la pelle d'oca. Sbuffo e mi domando come questo possa essere possibile ed inizio a guardarmi intorno. Mi avvicino alla grande vetrata che si affaccia nel Lago Nero e, come ogni volta, rimango affascinato dalle numerose creature che popolano il lago. Resto per qualche minuto ancora ipnotizzato dalla vista che mi si para davanti finché un'altro brivido di freddo non mi riscuote. Mi inginocchio ai piedi del letto e, prendendo la bacchetta sul comodino, mi faccio luce. Finalmente le vedo e allungo la mano per prenderle. Le scuoto leggermente anche se sono pulite e le indosso, il tessuto morbido mi solletica il piede rilasciando un senso di benessere per tutto il corpo. Mi dirigo verso la porta aperta e la richiudo senza fare rumore alle mie spalle, incredibile come i miei compagni di stanza non si siano minimamente svegliati. Scendo le scale ed arrivo nella mia amata sala comune e mi butto di peso sulla poltrona davanti il camino. Fortunatamente la sala comune, a differenza di tutto il giorno, la notte è completamente vuota ed abbandonata a se stessa. Cerco di rilassare i muscoli grazie al calore che il fuoco perennemente acceso emane ma anche questo pare inutile. Faccio apparire una tazza di tè e la sorseggio leggermente, beandomi del sapore amarognolo del limone. Finalmente il sonno pare arrivare e, prima di addormentarmi in sala comune, ritorno nella mia stanza.


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Questo capitolo mi è servito solo per riprendere a scrivere, scusate se non è nulla di che. Spero vi piaccia lo stesso.

-Giads xx.

PhoenixWhere stories live. Discover now