Chapter 12.0

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É da una settimana che evito Harry come la peste, evito qualsiasi posto dove possa esserci lui. Non so come questa cosa mi faccia sentire, cerco di non dar a vedere nulla davanti ai Serpeverde e comportarmi con naturalezza, ma dall'altra parte, sento ancora le sue parole perforarmi la testa come se mi volessero uccidere. Alla fine, Piton é riuscito a farmi parlare. Stavo andando a lezione quando mi sono sentito chiamare, mi bloccai: potrebbe essere lui, magari pentito delle sue azioni. Mi sentii chiamare nuovamente, era una voce fredda ed autoritaria. Piton. Mi voltai e la sua figura era ad una decina di passi da me, immersa completamente dall'ombra di una statua. "Si, professore Piton?" Alzai un sopracciglio. "Non credi che io e te abbiamo qualcosa in sospeso, caro Malfoy?" Lo sapevo, avrei dovuto immaginare che non avrebbe demorso dal suo obiettivo. "Io non credo. E comunque, farò tardi a lezione. Se permette, dovrei andare." Il mio sguardo era serio ed i suoi occhi si strinsero in una fessura. "Arrivederci." ero terrorizzato da come avrebbe reagito. Avevo le mani sudate, il battito del cuore a mille e balbettavo così tanto che credo non abbia capito la metà delle cose che ho detto. Iniziai a raccontare dall'inizio della scuola, quando ho iniziato a capire che non provavo solo il mio "solito ribrezzo" verso di lui. A quelle parole, Piton aveva leggermente ghignato. Mi ha ascoltato per tutto il tempo, qualche volta alzava gli occhi al cielo ed altre volte sogghignava. Dissi tutto così velocemente che alla fine avevo il fiatone e qualche lacrima da ansia mi bagnava il viso.
"Draco, gli sciocchi che portano il proprio cuore con orgoglio sul bavero, che non riescono a controllare le emozioni, che si crogiolo nei ricordi tristi e si lasciano provocare così facilmente... gente debole, in altre parole... non hanno nessuna possibilità contro il mondo!" A queste parole alzai lo sguardo e lo guardai negli occhi. "Io non sono debole." Gli risposi a denti stretti. "Allora dimostrato! Controllati!" Sbottò Piton. Mi alzai e me ne andai senza dire una parola. Non poteva dare del debole a me, a Draco Malfoy.

"Draco, mi stai ascoltando? " una voce da gallina mi riporta alla realtà. "Parkinson, sta zitta. Ho cose più importanti a cui pensare che alle tue cazzate da ragazza." Sì alza borbottando qualcosa abbastanza arrabbiata e se ne va. Sono un fascio di nervi, per quanto io cerchi di autoconvincermi che di Potter non me ne importi niente, non posso non essere preoccupato per lui. Tra meno di una settimana ci sarà la prima prova del torneo, e per quanto ne so, non é per nulla preparato. Mi accorgo ora di star fissando un punto poco preciso del fuoco scoppiettante del camino. Ho sempre trovato davvero rilassante pensare stando seduti su una comoda poltrona accanto al fuoco. Solo quando vedo avvicinarsi Tiger e Goyle mi alzo e vado verso i dormitori lasciandoli di sasso a guardarmi. Anche se sono girato so esattamente cosa fanno, sono così scemi e così prevedibili. Apro le tende del mio letto e mi ci butto sopra. Vorrei davvero aiutare Potter, ma lui non si lascia avvicinare, non che io lo farei avvicinare volentieri ma.. avete capito, si?

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Salve,

Spero che questo capitolo vi piaccia. Sinceramente, a me non piace ed è molto corto. Giuro che aggiornerò presto e con qualche capitolo più lungo.

Se vi fa piacere, fatemi sapere cosa ne pensate e come vorreste che Draco si comporti.

-Giadsxx

PhoenixWhere stories live. Discover now