Chapter 14.0

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Era strano, molto strano. Lo si poteva percepire a chilometri, se Potter era nei paraggi l'atmosfera diventata pesante, o forse triste?

Non ricordo quanto tempo sia passato dalla mia litigata, se può essere definita tale, con lui. All'inizio è stato devastante, ma ora lo è ancora di più. Ogni giorno i rimorsi di essermi sempre comportato di merda, mi mangiano vivo. Perché sono così bacato? Avrei dovuto vedere oltre la mia maschera di orgoglioso Serpeverde. Certo, la mano gli era stata tesa anni ed anni fa, ma allora il mio unico intendo era avere l'amicizia del Ragazzo che è sopravvissuto. Niente di più che puro interesse personale. Finché, nemmeno poche ore dopo, le nostre strade si sono divise: io in Serpeverde e lui in grifondoro. Il tutto per rincrociarsi e sfociare nel nostro rapporto di "puro odio". Anche se ora l'odio di entrambi è riservata ad una sola persona, ovvero me. Perché la colpa è solo mia, unicamente mia. Ma basta pensare a me, anche nel maledirmi per aver sbagliato tutto nella vita, il mio pensiero principale sono io. Ironico.

Prendo a calci un piccolo sassolino che incontro per la strada, cerco un posto fresco dove sedermi in questa giornata troppo afosa per la sua stagione. Un piccolo, minuscolo, pensiero si insinua nella mia mente stracolma di pensieri. E se il cambiamento di Harry fosse dovuto alla nostra discussione, a me? Il mio cuore si stringe leggermente, ma il momento dura poco. Certo, ovviamente no. Il torneo tre maghi si avvicina ed è sicuramente questo il motivo per cui è così desolato e triste. Harry Potter non potrebbe mai sentirsi in colpa per aver trattato male Draco Malfoy. Scruto più in la un piccolo albero, un luogo perfetto dove sedersi con la sua ombra potrei trovare pace da questo caldo. Mi avvicino velocemente controllando spesso non ci sia nessuno nei paraggi, o almeno non troppo, dato che il grandissimo cortile è abbastanza frequentato data la bellissima giornata. L'albero che mi si para davanti è davvero piccolo rispetto tutti gli altri, sembra quasi fragile anche se rigoglioso e con dei piccoli e colorati fiori. Mi aggrappo con le braccia ad un ramo basso e faccio leva, mentalmente spero che non si stacchi e mi cada sulla testa. Fortunatamente riesco a sedermi e mi sistemo meglio, tolgo la mia borsa a tracolla vuota e la poggio vicino a me. Al contrario di quello che sembra, il ramo è spesso e resistente. Lascio le mie gambe a penzoloni ed un soffio di brezza accarezza la mia caviglia ora scoperta, i capelli ondeggiano leggermente e le foglie dei rami più altri incorniciano la mia testa come se fosse una piccola coroncina. L'insieme delle cose mi rende più leggero, la natura ha questo bellissimo potere su di me. Sposto la mia attenzione sulle persone intorno a me, nessuno è da solo, eccetto me. Ognuno è accompagnato da almeno una persona, chi passeggia e chi studia. Serpeverde, grifondoro, corvonero e tassorosso si mischiano a creare un miscuglio di colori. Al contrario di quello che si possa pensare, ogni gruppo è misto e le casate sono amiche tra di loro. A questo punto mi chiedo dove possa trovarsi Harry e se, magari, anche lui si trovasse da solo come me. Cerco di scrutare meglio i volti dei ragazzi, ma in loro non riconosco i suoi amati migliori amici. Poggio la mia schiena coperta dalla camicia bianca al ruvido tronco di legno, la stoffa a contatto diretto con la mia pelle pare assorbire un lieve strato di sudore creatosi.

Alcune risate provenienti da un gruppo di ragazzi vicini a me, fanno ricadere quel velo pietoso sul mio volto. Come avrei voluto anch'io avere un gruppo di amici calorosi, con cui ridere e confidarmi. Magari ora non sarei solo, seduto su un albero e nascosto dalla sua folta chioma. Un leggero brontolio proveniente dal mio stomaco mi riporta alla realtà, per fortuna in quella borsa vuota c'è una bellissima mela rossa. Mi sporgo verso la borsa, sentendo già il sapore della mia deliziosa mela, cerco di allungarmi il più possibile ma la borsa è ancora troppo lontana. Per Merlino, è un misero e corto ramo come può essere così distante? A questo punto mi muovo, uno scatto deciso in avanti verso la mia tracolla in stoffa malamente poggiata contro un piccolo ramoscello. Ed è in quel momento che tutto si ferma, con la mia mano protesa a pochi centimetri di distanza da lei. Due secondi dopo la mia faccia è fermamente schiacciata contro il terreno, rimango qualche istante fermo ed incapace di comprendere l'accaduto.

"Tutto okay?" il suono di una voce familiare mi fa sobbalzare, ed il tocco di una mano sulla mia spalla mi fa sprofondare in un immenso imbarazzo. Cazzo, Draco! Mi sollevo velocemente da terra e porto le mie mani al mio vestiario cercando di rimuovere lo sporco. Harry è di fronte a me, lo sguardo preoccupato che aveva precedentemente si trasforma in un cipiglio. Lo fisso, come lui sta facendo con me, i nostri occhi sono incatenati e pare che nulla possa rompere le catene che ci tengono uniti al momento. Lo scruto, è un po' pallido ed è sempre conciato malamente eppure, rimane sempre carino. "Bhe, che hai da fissare Malfoy? Pensavo fossi qualcun altro!" abbassa lo sguardo. Resto zitto, incapace anche solo di pensare. "Ehm, ti sei spaccato il muso. Esce sangue, dovresti andare in infermeria", all'udire di quelle parole il mio labbro inferiore, come svegliatosi improvvisamente, inizia a bruciare lievemente. "Non mi sono fatto male" rispondo continuando a fissarlo, appuntando mentalmente ogni suo piccolo dettaglio.

"Non te l'ho chiesto" ha ragione, non sto prestando a ciò che mi dice. Senza dire una parola inizia ad allontanarsi di me, io rimango li imbambolato continuando a guardare lo spazio vuoto che prima occupava Harry. E' stato così strano. Alzo lo sguardo verso l'alto e vedo quella fottuta tracolla, la fame mi è sicuramente passata ma devo recuperarla lo stesso. Mi accingo ad arrampicarmi nuovamente su quel maledetto albero e recupero la borsa con il suo contenuto. Scendo e controllo se tutto sia al suo posto. Fortunatamente il terreno è ricoperto d'erba ed i miei vestiti non sono macchiati, porto la mia mano al labbro inferiore e ne pulisco il poco sangue che è uscito. Non ho altre ferite, solo qualche dolore causato dalla caduta. Per quanto l'albero potesse essere basso, cadere a peso morto porta comunque delle sgradevoli conseguenze. Mi incammino lentamente verso il castello ed un lieve dolore inizia ad affliggere il mio corpo ad ogni passo. Questa caduta non ha fatto male solo al mio corpo ma anche al mio orgoglio, come ho potuto cadere in un modo così stupido praticamente sopra di lui. Avrei potuto ucciderlo!

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Salve a tutti, io che aggiorno in così poco tempo? Non ci credo neppure io, eppure, eccomi qui! Come al solito fatemi sapere se vi piace questo capitolo e come si stia evolvendo la storia. Oggi mi sentivo così poeticamente ispirata, spero possiate apprezzare. Sarei davvero felice se voi interagiste con me, non per gli elogi (di cui non ho bisogno) ma per capire se ciò che sto facendo vada bene o meno.

­-Giadsxx.

PhoenixTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon