Un treno che corre veloce verso la stazione successiva e io che ci sono sopra che guardo fuori domandandomi fin dove arriverà. La tentazione di saltare la fermata è sempre così alta, vorrei lasciarmi andare verso un luogo lontano, senza pormi domande, senza cercare risposte. Le cuffiette nelle orecchie che poducono una musica forte, che mette al contempo tristezza. Nulla di definito, nulla di concreto. I visi delle persone mi sembrano estranei, e allo stesso tempo familiari. Sono vivi, siamo vivi? Loro pensano come me, respirano come me, camminano come me, perchè allora mi sento così diverso?
Il tremo fischia segno che si sta fermando e devo costringere le mie gambe a scendere, non restare fermo qui, basta vai avanti.
Mi accalco verso l'uscita, la gente mi sta addosso, è soffocante, no, non statemi così addosso. Scendo e percorro la strada fuori dalla stazione. I poliziotti controllano che tutto vada bene, nessun tumulto, nessun problema.
La città è affollata e dannatamente afosa. Mi sento mancare il respiro, i vestiti sono troppo pesanti nonostante siano estivi. Il sudore mi scorre sulla fronte, mi sento umido ed e' sgradevole.
Guardo in avanti non vedendo nulla e immaginando tutto. Ogni persona che osservo ha una storia e io cerco di inventarne sempre una nuova, voglio conoscere tutti, non conoscendo me stesso. Mentre guardo gli altri penso a me, perchè io non ho una storia, non ho un inizio ne una fine. Non ho una casa a cui tornare, ne persone da abbracciare. La mia solitudine e' dannosa, penso quasi che sia contagiosa. Mi si e' attaccata alla pelle da anni e non vuole in alcun modo staccarsi. Fa male.
Mi manco, mi rivorrei indietro, cosi come ero da bambino, felice e spensierato. Dove sono? Mi sono perso.
Mi cerco e non mi trovo, sono morto? No, respiro, ma non mi sento io, non mi sento vivo. Il cuore batte ancora, lo sento tastandomi il polso, ma non mi sento vivo. Ditemi voi, mi vedete? Provate a toccarmi, ancora non credo di essere vivo. Riesco ancora a ridere? Non a piangere però, no. Piangere vuol dire provare qualcosa. Da qando non provo nulla?
Voglio piangere. Voglio sentirmi dire ' come stai?' da uno sconosciuto che si sarà accorto di me, voglio soffrire e voglio gli altri che si preoccupino per me. Ma piangere è complesso, svela le anime, ne ho ancora una?
Mi sento mancare.
Sento cantare, un cantante di strada. Mi avvicino, la sua voce mi fa provare forse qualcosa. E' bella, melodiosa, intonata, delicata. Le note di una canzone d'amore, tristissima gli escono dalla gola e sembra veramente emozionarsi per questo. Da quando è li in piedi aspettando che qualcuno gli lanci qualcosa?
Ho pochi soldi con me, non basteranno per mangiare. Glieli lascio tutti nella custodia della chitarra. Non avrò di che mangiare dopo, ma che importa? La fame mi fa sentire vivo. Sto impazzendo?
Mi sento mancare.
Il ragazzo mi guarda, forse è più grande di me. Mi sorride, i denti sono biachissimi e le labbra carnose, perfette. Sembra una bambola di porcellana. I capelli sono biondi, è alto, ha le spalle larghe. Mi guarda, si imbarazza, forse lo sto fissando. Ricambio il sorriso, arrossisce, gli piaccio. Lui piace a me? non lo so. Ha le spalle larghe, mi chiedo, potrebbe sopportare il mio dolore? Perchè hai le spalle così larghe, perchè mi fai pensare di poter reggere ciò che voglio farti reggere?
"Sono namjoon" mi presento.
"Sono Jin" risponde e la sua voce mentre parla è poco più stridula di quella cantata.
La strada è affollata ma le persone ci scorrono avanti, lui smette di cantare, io smetto di camminare, in fondo, dove è che stavo andando?
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Image #bts
FanfictionEcco a voi una serie di one shoot sui Bts. Ognuna avrà come protagonista uno o due personaggi. Alcune avranno scene smut abbastanza esplicite altre saranno più dolci e incentrate più sui sentimenti amorosi. Spero vi piacciano. Ognuna e unica e a se...