Change

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Yoonmin

Cambiare mi ha sempre spaventato. Mi piaceva come ero, il modo in cui il mio mondo andava, con la mia musica, il mio rap, i miei compagni, la mia famiglia. Cambiare è pericoloso, e tremavo alla sola idea. Cambiare vuol dire passare da uno stato di tranquillità ad uno di tensione. Cambiare vuol dire sconvolgere e io, e la mia psicologia debole, non abbiamo bisogno di questo. Ma con il tempo mi sono accordo che è inevitabile. Siamo noi stessi e il giorno dopo noi stessi con qualcosa in più. E si continua così finché il noi stessi che conosciamo non muta e a stento riusciamo a riconoscerci. È successo a me, purtroppo, e non avrei mai voluto.
Quando ero giovane non avevo mai sperimentato ciò che era l'attrazione verso qualsiasi persona, non mi ero mai eccitato al pensiero di qualcuno, ne il sesso mi sembrava qualcosa di appetibile. Non me lo ero mai nemmeno tirato fuori dalle mutande se non fosse solo per pisciare. Ma, poi, sono cresciuto.

Ho sempre avuto un buon fiuto nel capire le persone. Le osservavo in silenzio e capivo. Non so come ma riuscivo a leggerle. Per questo forse ho sempre fatto un po' paura.
Con i miei compagni era più facile del previsto. Capivo quando Taehyung era al limite, quando Jungkook si sentiva debole, quando la voglia di andarsene faceva capo nella mente di Seokjin, quando Hoseok sentiva di non essere fisicamente all'altezza degli altri. Non che lo dicessero ovviamente, ma io capivo. E così capii anche i problemi con l'alimentazione di Jimin.
Il giorno prima Jimin aveva un corpo invidiabile, era perfetto. Un viso dolce con un corpo da modello, se non fosse per l'altezza. Un sorriso femminile e tricipiti da uomo alfa. Un contrasto che le fan amavano. Eppure lo stress diede una battuta d'arresto a tutto questo. Jimin non sapeva gestire tutto, non riusciva a cavarsela da solo, aveva bisogno di qualcuno che gli dicesse costantemente quanto fosse desiderabile e quando nessuno fu più disposto ad assecondarlo si arrese. Mise peso, non tanto, ma quel corpo meraviglioso fu sostituito da uno più amabile, più morbido, più femminile. E stranamente, mi piaceva. Jimin era così ancora più perfetto nella sua imperfezione. Era delicato, ma infelice. Pensai forse che si sarebbe fermato, ma così non fu. Jimin si accorse che le fan non lo guardavano più come prima focalizzandosi sul viso di Taehyung più che sul suo, sul corpo di Kook più che sul suo, e il suo talento passò in secondo piano.
Si disperò, pianse e gridò, solo nella sua stanza e mi sentivo come se solo io potessi capirlo. Fui tentato mille volte di andare da lui e dirgli che era perfetto così come era, che non serviva tutto ciò che faceva, che il suo viso era lo stesso, che i suoi occhi erano gli stessi, che Jimin era sempre lì, e che a me piaceva tanto.
Si mi piaceva. Ma non sapevo perfettamente in che modo. Sentivo qualcosa ogni volta una lacrima gli scendeva dal viso, quando le ore di esercitazione passavano da 4 ad 8 in un attimo, quando la cura dei capelli non era mai abbastanza e quel brufolo sul viso dovuto allo stress era un nemico giurato.
Ma quanto poteva e voleva diventare bello? Più di così?
Iniziò a perdere peso, insieme alla sua allegria. Per un anno fu sconvolto da Un alimentazione sbagliata e sedute di allentamento esagerate. Ballo, canto, palestra, corsa, niente cibo, niente sonno. Fermarlo? Come?
Era in camera sua, steso sul suo letto guardando un punto indefinito. Entrai in camera senza bussare e mi sedetti al suo fianco. La pancia non c'era più, il suo corpo era piccolo, troppo magro, quasi quanto me. La sua pelle era pallida, stranamente, e aveva creato delle imperfezioni, smagliature dovute alla perdita veloce di peso. Ma mi piaceva.
"Dovresti mangiare di più." Dissi diretto come ero solito fare, ma stavolta avevo paura. Sentivo che stavo cambiando, che quel sentimento mi stava sconvolgendo e non volevo. Non potevo.
"Parli tu Yoongi? Non sei un po' troppo magro per dirmelo?" La sua voce era dolce ma malinconica.
"È il mio fisico lo sai. Non ci posso fare nulla. Ho provato a diventare come te ma sei irraggiungibile." Ero sincero. Ma non del tutto.
Jimin rise, di una risata che mi scaldò il cuore.
"Sono ingrassato tanto e poi dimagrito troppo."
Jimin si alzò la maglietta mostrandomi ciò che diceva.
"Guarda, ho segni e smagliature, gli addominali quasi non si vedono e la mia pelle ha perso colore. Il mio viso è rimasto grasso, e i miei occhi sono tristi. Mi chiedo dove sia il vecchio me. Sono cambiato così tanto."
"In meglio."
Jimin si voltò a guardarmi e capii che non l'avevo solo pensato.
"Sei bellissimo ora. Ma lo eri anche prima e lo sei stato sempre." Balbettai un po'. Mi guardò negli occhi chiedendomi qualcosa.
"Non è da te dirmi queste cose. Attento o qualcuno potrebbe pensare che sei innamorato di me."
Jimin rise di una risata poco convinta, e mi domandai se fosse veramente quello che mi stava cambiando
"Vorrei dirti che non è così, ma chi sono io per non dirti la verità quando sminuisci così te stesso e i tuoi occhi non vedono ciò che realmente sei? Probabilmente ti amo, e come non potrei? Chi oserebbe non amare tutta la tua perfezione?"
Jimin fu sconvolto e spaventato e voleva scappare.

"Yoongi Hyung.. io non sono come te." All'epoca Risi. Ma la verità era che volevo crollare.
"Già sarebbe stato troppo bello vero? Da romanzo."
" mi dispiace"
"Non dovrebbe. Era solo per dirti che non ti serve tutto ciò che fai, perché ci sono persone come me che ti amerebbero anche se pesassi 100 kg, anche se non avessi gli occhi più grandi che abbia mai visto in un ragazzo, anche se tu non avessi questa eleganza e questo portamento. C'è gente che ti ama per quello che sei dentro. E fanculo chiunque non apprezzi ciò che realmente sei."
Jimin mi sorrise, ma era a disagio.
"Cazzo, ora sei a disagio con me. Dimentica tutto ok? Non c'è bisogno di guardarmi come se fossi un condannato a morte cazzo va bene! Non mi ami, ti piacciono le ragazze è giusto. Io sono bisexual credo, oppure no. Ma cosa vuoi che ne sappia io? Sono un venticinquenne vergine e depresso, troppo magro per essere appetibile per le ragazze e troppo antipatico per piacere a chiunque. Sono bianco cadaverico, piccolo e basso. Sono praticamente l'umano più vicino ad assomigliare ad un chihuahua, che spera che il ragazzo più figo della Corea lo guardi. Già che tristezza. Comunque non essere a disagio ok? Amici come prima."
Jimin rise ancora e si avvicinò. Mi strinse in un abbraccio caldo e forte, e decisi di godermelo. Gli accarezzai i capelli blu come erano un tempo i miei, e sentii il suo profumo. Perché ora era lui a consolare me?
"Sei carino Yoongi Hyung. Grazie di ciò che provi per me." Mi lasciò un bacio sulla guancia, e arrossii. Maledetta verginità.

"E questo?" Chiesi riferendomi al bacio.
"Oh andiamo Yoonyoon, non credevi davvero che io sia etero? Con queste labbra e questo bel culo?"
Ragazzino maledetto.
"Da quando sei tornato così sicuro di te? Pensavo di trovarti depresso."
"Oh lo ero. Ma sai.. quando l'uomo che ami da quando avevi 19 anni ti dice che ti ricambia e che non è mai stato a letto con nessuno, beh, chiunque sarebbe felice."
Jimin mi spinse sul letto facendomi rimbalzare, e si stese su di me.
"La questione verginità.. può essere risolta in un attimo. O meglio in un paio d'ore considerata l'astinenza."
"Che pensieri hai Park Jimin?"
"Di andare contro ogni pensiero che hanno fatto le fan su di noi, e entrare dentro di tè nel più breve tempo possibile."
"Oh wow.. ok"
Jimin mi baciò il collo, e mi morse. Ci sapeva fare. Fu bello per una volta lasciare a lui il comando. E poi fare il passivo non era poi tanto male.

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