Un altro brutto finale

157 6 4
                                    

Mi capitava spesso ormai di passare le serate in quel locale. Mi piaceva lo scotch invecchiato, i divanetti in pelle e la musica soffusa, mi piaceva il rosso caldo delle luci e le pillole che ogni tanto prendevo. Mi piaceva che nessuno mi conoscesse o che almeno facessero finta. Mi piaceva non essere Jeon Jungkook per una volta, mi piaceva essere solo uno dei tanti e non l'amministratore delegato della più grande industria tecnologica della Corea. Avevo solo 25 fottutti anni eppure ero già lì su quella sedia nera, in quell'ufficio troppo grande per un ragazzo della mia età. Così la sera andavo in quel locale, per dimenticare, almeno un po'. Dimenticare i drammi, dimenticare le delusioni, dimenticare la faccia di Taehyung mentre mi grida contro che ormai sono cambiato, che le pillole mi fanno sembrare assente, mentre mi dice che non mi ama più. Dimentico le sue lacrime mentre mi dice che se ne va da casa nostra che condividiamo da quattro fottuti anni, perché sta con un altro. Taehyung era l'unica cosa bella, l'ultima rimasta. Con quei  capelli d'oro e il corpo snello. Siamo cresciuti insieme e pensavo che saremmo invecchiati e morti insieme. Ma lui se ne è andato. Mi fa bene stare qui, le sue lacrime non mi perseguitano e penso anche di poter dormire senza incubi.

In quel locale facevano spettacoli, la luce rossa illuminava ballerine nude, coperte da pochi lustrini e tanto coraggio. La musica era coinvolgente e mi piaceva guardarle, nonostante non fossi attratto dal gentil sesso.

Mi allento la cravatta ogni volta che vengo qui, un altra persona mi allieta con le sue parole, ma figurati se la conosco. Lo fanno per non farmi sentire solo, mai. Hoseok mi guarda da lontano, comanda lui qui. Si preoccupa che non mi manchi mai alcol, compagnia, divertimento e pillole.

Mio padre mi chiama per fissare un incontro prematrimoniale, rido. Rido di brutto. Lo sa perfettamente che non mi sposerò. Era il patto per ereditare l'azienda. Hoseok si avvicina e mi sfila via il telefono, lasciandomi un bacio a stampo sulle labbra.

"Ci penso io a te" mi sussurra e la musica non me lo fa sentire. Gli controllo le labbra per capire cosa dice, ma ormai lo conosco. Hoseok mi accarezza quando ne ho bisogno, mi da quello che mi serve, compreso se stesso.

"Stasera ho qualcosa per te." dice ancora e io sono rilassato, al punto da non sentirmi le ossa. Il ragazzo al mio fianco continua a sorridermi e io ricambio.

"Cosa?" gli domando, ma lui mi sfugge dalle mani, anche lui. Gli afferro il gomito, lo guardo negli occhi, e lui sa che voglio una cosa da lui. Un sorriso. I suoi sorrisi sono meravigliosi. Mi ricordano quelli di Taehyung. Bevo ancora, perchè ci sto pensando ancora. Hoseok indossa il profumo che gli ho regalato, non avrei dovuto farlo. E' quello che Tae indossava sempre. Forse sono masochista. Tento di imprimermelo nella testa. Non voglio lasciarlo andare.

"Sei pronto?" mi dice e ride e io annuisco.

"Si Taetae.". Hoseok non fa nemmeno più caso a quando lo chiamo così. Mi accarezza il  e si allontana. Nel locale calano le luci e la musica cambia. Dal sipario aperto riesco a vedere un ombra. Quando si avvicina e le ombre non lo coprono più vedo l'essere più bello sul pianeta.

Ha i capelli neri, lucidi come La notte in piena estate, gli occhi più blu che abbia mai visto, labbra spettacolari, il riflesso della perfezione. Il suo corpo è coperto da bretelle e null'altro. Indossa jeans di pelle e anfibi e compone la sua coreografia con un ventaglio arancione. E' etereo, bellissimo, prezioso. Si muove come se fosse nato sul palco.

E capisco che è lui il mio regalo. Quando tutto termina Hoseok torna da me.

"Ti è piaciuto?" mi chiede e mi bacia, stavolta con la lingua.

"Da morire."

"Meglio, non sai quanto l'ho pagato! E poi è stato un casino convincerlo." fa un piccolo broncio che gli accarezzo con le dita.

Image #btsWhere stories live. Discover now