Intervista a luci rosse

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*Trash*

Potevo dire sinceramente a quel punto della mia vita di essere soddisfatta di ciò che ero diventata. Non lo possono dire tutti così mi sento molto fortunata. Ho faticato per arrivare dove volevo, con la carriera che avevo smepre sognato e ora sono qui proprio dove ho sempre sognato di essere. Quando ero bambina la mia più grande aspirazione era quella di diventare giornalista nel campo della cronaca, poi con il passare del tempo ho preferito un settore diverso. Già durante la mia adolescenza iniziai a pensare che la cronaca per quanto interessante non soddisfacesse ciò che realmente volevo creare. Mi stavo accorgendo di essere un po' diversa dalle altre. Decisi di seguire il mio nuovo sogno con il parere discordante dei miei genitori e divenni una giornalista per una famossisima rivista... porno. Si, una rivista incentrata sul nudo mascile, creata apposta per ogni donna frustrata e a casa da sola, senza un marito che la possa considerare. Una rivista per le donne che ancora amano sognare, per le donne veramente amanti del corpo maschile. Quella era io. Già all'età di 15 anni capii che il mio interesse verso i ragazzi era quasi un ossessione molto diverso rispetto alle altre ragazze che li vedevano come idioti da accalappiare. Per me invece erano dei veri e proprio premi da vincere, ogni ragazzo era un regalo, e ammiravo i tratti di ogni viso e analizzavo i loro particolari. Si mi piacciono davvero molto i ragazzi.

Quando raggiunsi un giorno come gli altri il mio posto di lavoro, avevo circa 25 anni, mi ero preparata a fare un intervista parecchio importante. Dovevo fare delle domande ad un gruppo molto famoso di ragazzi che si erano messi a disposizione per stuzzicare l'interesse delle fan.

Preparai domande particolari e non vedevo l'ora di scendere in campo. Appena li vidi tutti li preparati e confusi provai un moto di tenerezza. Non sapevo fin quando quegli occhietti a mandorla avrebbero retto quelle domande-

Mi presentai cercando di metterli a loro agio. Mi sembravano abbastanza disponbili, alcuni erano più divertiti di altri.

"Allora bei  ragazzi nipponici, sapete di cosa tratta la nostra rivista no?" domandai già con il divertimento negli occhi.

"Siamo coreani non giapponesi. Comunque Si. Parlate di ragazzi con i fisici palestrati e i muscoli guizzanti. Per le disperate che hanno bisogno di un punto di riferimento da pensare mente si masturbano. "mi rispose il biondino dalla pelle color lollipop alla panna. Min Yoongi. Avevo imparato i loro nomi, mi sarebbe stato utile. Aveva la lingua tagliente come la lama. Già mi piaceva.
I colleghi lo guardarono sconvolto e il leader lo rimproverò.

"In un certo senso si. E' vero." risi decidendo di passare subito alle domande e salvarlo da altre prediche.

"Allora iniziamo con qualcosa di semplice vi va?" annuirono.

"Siete ragazzi molto popolari, con milioni di fans ai vostri piedi, avete mai pensato di corteggiarne una? Avreste la strada totalmente spianata."

Nam:" Certo sono tutte carinissime ma io personalmente non ce la farei mai a sfruttare la situazione. Mi sentirei meschino."

Jin, Suga, Jhope, Jimin furono d'accordo con lui.

Jungkook:" io si ci proverei, in fondo anche se siamo idol non è che verrebbero a letto con noi così facilmente. Ma corteggiare qualcuno che già ti adora sembra facile."

Gli altri lo guardarono quasi disgustati.

Suga:" che basso livello di uomo. Un vero bad guy." risero tutti.

"La vostra ragazza ideale invece?" tutti espressero le loro idee dichiarando di volere diversi tipi di ragazze. Alcuni si accontentavano di una ragazza carina che sapesse cucinare, come il ragazzo con le spalle larghe, mentre altri erano più esigenti.

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