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Cosa c'è di meglio di svegliarsi sabato mattina, alle otto e mezza, dalla propria madre? Niente. Assolutamente niente.

"Ti ho detto che verrò prima o poi." sbuffo versando del caffè nella mia tazza preferita. "Lo dici ogni volta che ti chiamo, ma non lo fai mai." mi ricorda mia madre. "Beh, forse perché durante le due volte in cui sono venuta siete stati in casa solo per fare colazione – quando ancora dormivo, tra l'altro – e forse una cena... non ricordo bene." ribatto per poi prendere un sorso del mio caffè. "Ascolta, Rae, mi dispiace che sia dovuto andare così, ma adesso tuo padre passa più tempo a casa e anche io." "Che significa che passa più tempo a casa?" chiedo confusa. "Ha deciso di ricevere i suoi pazienti qui, nel suo studio, è stanco di fare vai e vieni dall'ospedale." spiega. "E tu?" "Per quanto riguarda me io ho deciso semplicemente di non essere sempre così disponibile. Non ti vedo mai e le poche volte che potrei, dovrei lavorare? No, signore." "Vedrò di venirvi a trovare il prossimo week-end." sorrido leggermente. "Davvero?!" trilla eccitata. "Sì, vedi di prepararmi le lasagne e mamma... non chiamarmi più alle otto e mezza del mattino, soprattutto di sabato e domenica." l'avverto. "Certo – ride – adesso vado, tuo padre non la smette di lamentarsi perché dice che il telecomando non funziona." sbuffa. "Beh, buona fortuna." rido per poi attaccare dopo i nostri saluti.

Ormai che sono sveglia, opto per lavarmi e poi uscire a fare un po' di commissioni, il mio frigo piange disperato per quanto è privo di alimenti.

I miei piedi si muovono lenti mentre spingo il carrello lungo la corsia numero due. Dove diamine sono le palline di cioccolato? Osservo attentamente le multiple marche di cereali ed esulto quando trovo le mie amate palline di cioccolato.

"Rae Dyer." mi volto, incrociando lo sguardo di Andrew Parker. "Andrew." sorrido ricambiando il saluto. "Anche tu fai la spesa?" domando accennando al suo cestino. "Sì, mia madre insiste per la confettura alle pesche di questo posto. Non so cosa abbia di speciale, onestamente." parla disinvolto. Sembra così diverso dall'Andrew che vedo per i corridoi del college. "In realtà, ha davvero ragione. Tutto è più buono qui dentro." sbuffo una risata. "Sì, beh, per me non fa la differenza. Ma del resto, contenta lei... contenti tutti." mi guarda. "Esatto. Cosa non si farebbe per la mamma!" annuisco in accordo. "Adesso devo andare. Ci si vede in giro." accenna un saluto prima di superarmi. Ricambio il saluto alla sua ombra e continuo con il mio giro.

Per l'una e un quarto sono a casa: ho fatto la spesa, portato alcuni vestiti in lavanderia, pagato delle bollette che avevo dimenticato persino di avere, comprato il pane e alcune piantine graziose da sparpagliare per casa. Sì, le piantine sono la mia ossessione.

Cucino qualcosa di veloce e poi filo dritta in doccia visto che per le quattro e mezza ho un appuntamento con Melody al centro commerciale.

*

"Quindi, dove ci vediamo stasera?" domando a Melody, intenta ad ispezionare alcune gonne. "Alla Beetham Tower per le nove e mezza." risponde tirando dall'ammasso di gonne una di colore verde scuro. "Oh, okay. E chi siamo?" "Austin non ti ha avvisato? Alcuni ragazzi della squadra, Cassidy e alcune sue amiche." risponde. "Non vedo l'ora." fingo entusiasmo guadagnandomi un'occhiata d'avvertimento da parte della mora.

Alle otto finalmente torno a casa, sprofondo nel comodo divano rilasciando un lungo sospiro stanco. Sono in piedi dalle otto di questa mattina, ho fatto mille cose e non ho nemmeno avuto il tempo di prendere in mano il cellulare per controllare messaggi o notifiche. Ormai che ci sono tanto vale mangiare e prepararmi, poi controllerò i vari social.

Indosso un paio di pantaloni neri abbinati ad una camicia bianca con alcuni ricami neri. Calzo degli stivaletti e metto il giubbotto di pelle.

finisco di truccarmi e spruzzo un po' di profumo su collo e polsi, poi finalmente prendo il cellulare notando numerosi messaggi su Whatsapp, alcune notifiche di Facebook e Instagram e un messaggio normale

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finisco di truccarmi e spruzzo un po' di profumo su collo e polsi, poi finalmente prendo il cellulare notando numerosi messaggi su Whatsapp, alcune notifiche di Facebook e Instagram e un messaggio normale.

Timorosa lo apro.

Da Sconosciuto: Scommetto che le principessine non sono abituate a faticare così tanto, mmh? Povera stupida.

Deglutisco, rileggendo un paio di volte il messaggio per poi lanciare furiosa il cellulare sul divano.

Adesso mi segue?! Ottimo!

Abbastanza nervosa, recupero il cellulare ed esco di casa.

Harry Styles, fosse l'unica cosa che faccio, me la pagherai per i tuoi fottuti giochetti. 

Strange || H.S. || A.U.जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें