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"C-che vi ho fatto?" oso chiedere. "Andrew, l'hai sentita – ride Cassidy – chiede cos'ha fatto! Perché non le rispondi?"

"Tu ci hai rovinato, Rae Dyer."

Il silenzio regna sovrano, Cassidy osserva me e Andrew mentre il biondo trascina una sedia di fronte al mio corpo per poi sedercisi sopra. "Tu sei la causa della mia sofferenza, Rae. Sei così bella, ma così letale..." scuote il capo. "Ti avrei donato tutto se solo ti fossi accorta di me prima. Il nostro amore sarebbe diventato la mia ancora di salvezza e sarei riuscito a sopportare tutti questi maledetti anni." "Andrew, mi dispia-" "Stronzate! Tu sei peggio dei tuoi fottuti amichetti. Sei peggio di tutti loro! Fingi che ti importi, che sei buona, ma poi... poi dove sono i fatti, eh, Rae?! Austin mi deride ogni giorno, mi umilia di fronte a tutti e tu non fai niente! La tua amichetta mora se ne sbatte e così fai anche tu! Le fai tanto la morale sull'essere migliore, ma poi è tutto il contrario perché almeno loro si mostrano per ciò che sono realmente, tu invece agisci in silenzio. Chissà quante volte avrai riso alle mie spalle." mi guarda. "Nemmeno una volta, te lo giuro – reprimo un singhiozzo – non sono mai stata forte abbastanza per fermarli e credimi, mi sento uno schifo. Hai ragione nel definirmi un mostro, ma adesso è cambiato tutto, io non sono più quella di prima." lo guardo negli occhi.

"Ti dirò una cosa, Andrew: se questo è un modo per farmi soffrire, congratulazioni perché ci sei riuscito. Se invece è un modo per dimostrarmi quanto io ho fatto soffrire voi, allora hai totalmente sbagliato." tremolante mi alzo, poggiandomi ad un tubo di ferro. "Entrare in casa mia, rubare la mia biancheria intima, minacciarmi con avvertimenti, messaggi e cervelli, ti ha reso un mostro come me."

 "Andrew, non ascoltarla

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"Andrew, non ascoltarla. Sta mentendo!" Cassidy urla avvicinandosi a me. "Prima che concludiate il lavoro, voglio sapere cosa ho fatto a te, Cassidy." ormai non ho più lacrime per queste due persone. Non le meritano.

Mi sarò pur comportata in un modo orribile con tutti loro, ma non mi sarei mai permessa di distruggerli emotivamente e psicologicamente solo per ripicca.

"Io volevo solo essere accettata da voi, ma no, non c'era spazio nel gruppo per colpa tua." la bionda afferra i miei capelli tirandoli verso il basso, ma no, non piangerò se è quello che si aspetta, non supplicherò.

"Colpa mia?" "Persino quando te ne sei andata non sono riuscita a farne parte! Eri sempre presente!" esclama nera di rabbia. "Ho visto Rae oggi. Dovremmo parlarle. Chissà come sta. E bla bla bla."

"E questa dovrebbe essere colpa mia perché, mmh? È colpa mia se non ti accettano? È colpa mia anche se ho scelto di allontanarli? È colpa mia se ho cercato di scusarmi?!" esclamo rivolgendomi al biondo. "Questa non è colpa mia, Cassidy, è tua. Tua per cercare di stare con delle persone che prendono in giro Andrew – lo guardo una seconda volta – tua per volere loro come amici. Credi davvero che facendo parte del loro trio saresti accettata da tutta la scuola? No! Non sarebbe così! Loro ti odierebbero, ti vedrebbero come un mostro e diventeresti esattamente come me." la guardo fissa negli occhi. "E dimmi, Cassidy, chi sarà stavolta a stalkerare te? Chi sarà a non farti dormire la notte e ad entrare in casa tua? Chi sarà a rovinarti la vita facendoti vivere nella paura costante di non farcela? Andrew? O forse Josie, la tua amica." "Io non sono come te." mormora infuriata. "Non te ne rendi conto, vero?" scuoto il capo sbuffando una risata stremata, arrendevole. "Tu sei già come me."

HARRY'S P.O.V.

"Ho cercato in palestra, negli spogliatoi, la mensa, ma niente!" esclama Melody. "I ripostigli?" chiedo freneticamente. "Niente, tutti vuoti." si passa una mano fra i capelli. Pensa, Harry, dove potrebbe essere... "Abbiamo controllato il primo e il secondo piano. Cosa ci manca?" domando esasperato. "Il seminterrato, ma non credo siano lì, sarebbe assurdo." mi guarda Melody. "Cosa c'è lì sotto?" "Uno stanzino con alcuni ricambi per i giocatori, un altro per gli inservienti e il locale caldaie." "Controlliamo ogni stanzino e poi il locale caldaie." "D'accordo." sospira lei facendomi strada verso il seminterrato. "Tieniti pronta a chiamare la polizia." l'avverto.

RAE'S P.O.V.

Sputo l'ennesimo rivolo di sangue dovuto al pugno ricevuto in pieno viso e boccheggio in cerca d'aria quando una secchiata d'acqua gelida mi inonda completamente. Tossisco cercando di respirare, ma faccio davvero parecchia fatica. Alcune ciocche bagnate coprono il mio viso sicuramente pallido, le mani mi fanno male e anche l'addome. Cassidy, con i suoi maledetti scarponi, mi ha colpito un paio di volte proprio lì e di conseguenza il minimo movimento diventa doloroso. Non riesco a piangere, non riesco a parlare, non riesco a pensare in modo concreto. L'unica cosa che so è che probabilmente non riuscirò ad uscirne viva e spero davvero che quelle poche persone a cui tengo non soffrano troppo. Spero mi dimentichino e basta.

"Non si apre!" il mio volto scatta in direzione della voce dietro la porta. Cassidy e Andrew copiano le mie azioni, poi mi fissano. Ammucchio tutta la forza e la voce che ho per urlare il nome dell'unica persona che vorrei al mio fianco in questo momento. "HARRY!" 

me: per il seguito vi tocca aspettare domani, rido. Ad ogni modo, spero di non aver deluso le vostre aspettative. Scusatemi se l'ho fatto. Love u. X

Strange || H.S. || A.U.Where stories live. Discover now