Lele mi ha portato ad un pub qua a Napoli per bere qualcosa dopo la cena passata con i suoi. Sono già passati due giorni qua a Napoli sto così bene che non vorrei andare bene. Vedo che mi stringe la mano. Lo guardo. Sento che si agita. La mia mano sinistra gli accarezza il viso. Lui mi guarda.
«Le che sta succedendo? Non ti senti bene? Vuoi tornare a casa?» chiedo. Non mi risponde. Torna a guardare dove stava guardando prima. Sposto lo sguardo pure io verso l'entrata è vedo Carlotta che chiacchiera con dei ragazzi. Ora capisco perché mi sta stringendo la mano.
«Le!» lo richiamo «se non vuoi più stare andiamo a casa» cerco di aiutarlo per via della situazione. Mi rendo conto che lei si è accorta di noi e si sta avvicinando. La presa del mio fidanzato si fa più forte.
«guarda chi si rivede! »
«non sei la benvenuta qua in questo tavolo. Gira i tacchi e va via» risponde lui a tono. Respiro. Cerco di mantenere l'estrema calma.
«quando eravamo solo io e te non la pensavi così. Cosa avrà questa più di me. Sei proprio uno stupido. Non capisco!!» afferma. Elodie conta. Uno. Due. Tre. Quattro....
«te lo già spiegato. Ti ho già detto cosa devi fare. Gira lontano »
«Ti sei preso gioco di me. Dei miei sentimenti. Pensi di poterla passare così liscia?»
«non minacciare Carlotta!»
«non è una minaccia! Ma un avviso. Non hai capito che tanto ti prende per il culo. Avrà scenato tutto ciò che aveva per riportarti da lei. Sei solo un...» mi parte una cinquina nella sua guancia. Lele sbarra gli occhi. Ho contato troppe volte. Mi guardo la mano. Non so se ho esagerato. Mi alzo. Prendo la borsa. La guardo l'ultima volta.
«Non ti auguro cosa ho passato io in questi anni. Se solo avessi un minimo di cervello probabilmente capiresti che c'è di peggio all'essere lasciata dal proprio fidanzato. Di certo non saranno i tuoi atteggiamenti o i vostri 7 mesi ad ammazzare i miei sentimenti» dico e fuggo via. Sento le lacrime scendere lungo il mio viso. Gli occhi mi bruciano. Voglio andare via.
«Elo. Fermati» Lele mi sfiora il braccio. Mi allontano da lui.
«voglio andare a casa Lele. »
«a casa?»
«si voglio tornare a casa! Casa mia! Casa dove vivo da sola! » rispondo di getto. Vedo che non capisce. Io capisco benissimo invece. Non possiamo stare insieme. Non è il nostro destino.
«Elo andiamo dai miei adesso. Sei scossa»
«Lele no. Voglio prendere un treno. Voglio andare via da qua. Non è il mio posto. Non ci voglio stare. » affermò. Non dice nulla. Cammina davanti credo per andare verso la macchina. Mi chiudo la giacchetta e lo seguo. Una volta arrivati al parcheggio saliamo entrambi in macchina. Sta zitto non dice niente. Vedo che passa per casa sua. Spegne la macchina. Sbuffo. Gli avevo chiesto una cosa. Scende dalla macchina. Sbatte la portiera. Non mi dice ancora niente. Vorrei mi parlasse in realtà. Mi lascia sola. Aspetto lo vedo tornare dopo mezz'ora con i borsoni. Mette nel cofano. Sale di nuovo.
«Che stai facendo?» chiedo. Non risponde. Mette in moto. «LELE! HO FATTO UNA DOMANDA! COSA STAI FACENDO?».
«ti porto a Roma. Vuoi andare a casa. Ti porto a casa. » è freddo. Il suo tono non mi piace per niente. Mi rimetto la cintura. E vedo che parte. Non era così che volevo finire. Non volevo che finisse così questa vacanza a Napoli. Mi dispiace per i suoi per Mattia.“domani
capiterà
di toccare con mano la felicità
e gridarlo al mondo intero
e passerà l'estate il profumo delle rose
si perderà tra i colori
delle foglie ingiallite
un treno che parte
un tramonto che volge alla fine
e tu ti volterai
e ti accorgerai di me
di me
di me ”

DU LIEST GERADE
Io e te come nelle favole🎈
FanfictionVoglio vedere il tuo sorriso ogni volta che te ne darò modo.