34.

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Butto la borsa sul divano seguita da Lele che ci si butta a peso morto. Sembra un elefante giuro. Con quelle gambe lunghe invece una giraffa gli manca solo il collo lungo.
«certo che se ti butti così finisci per rompere tutto. » gli dico. Se la ride. Mi tira per un polso facendomi ricadere completamente su di lui.
«cosi? Manco siamo tornati!»
«chi ha detto che dobbiamo fare  qualcosa »
«nessuno. Ma questa posizione per l'amico tuo non favorisce molto» mi bacia una guancia
«saprò tenerlo a bada dai. » rido pure io. Lo bacio.
«devo fa le lavatrici amo. Non ho voglia»
«se vuoi....» fa intendere altro. Gli do un colpo sul petto facendolo ridere ancora di più.
«sporcaccione! »
«ma siamo a casa nostra. Chi è che ci dice di non fare»
«sei sporcaccione lo stesso! » gli prendo la mano e gliela mordo leggermente, poi gliela bacio.
«amore»
«dimmi»
«domani vedrò tuo padre.» confessa.
«mhm»
«che ne dici se dopo lavoro mangiamo tutti insieme qualcosa?» è una domanda con la paura di una mia reazione. Sorrido. Gioco con le sue dita. Ha tanto rispetto per me.
«va bene»
«sicura?» annuisco.
«preparo io la cena. Dici a papà di portare anche Donatella»
« ci sto» lo bacio. Infila le mani sotto la maglietta. Le ha bollenti. I brividi percorrono la mia spina dorsale. Sento quei movimenti strani dentro la mia pancia. Gli anni passano ma lui riesce a farmi sentire così speciale dal primo momento. Lo lascio fare. Mi beo del contatto. Ci stacchiamo per riprendere fiato. E mi bacia il collo.
«Le»
«mhm» continua.
«Ti amo.» sorride. I baci si fanno più intesi. Le labbra umide ora baciano la mia spalla che è nuda dal fatto di aver spostato il mio maglione. Le mani scendono verso il sedere.
«La fissa tieni eh»
«lo hai bello che ci posso fa»
«ah beh se dici così allora» ride. Le mie labbra si attaccano alle sue. Mi tiro un po' più su per arrivare meglio ad approfondire il bacio.
«didi... Così però andiamo oltre.»
«chi ha detto che non voglio» 😎 ridacchia e in maniera maliziosa riprende a baciarmi. Ciao mondo, io ho altro da fa! Le lavatrici possono pure aspettare.

...

La sera..

“Ciao Lele, mi raccomando domani ti aspetto in studio. Voglio vedere se le foto ti piacciono. Io le ho già viste e devo dire che sono molto belle quelle che hai scelto. Grazie per renderla felice. Roberto” leggo di fretta il messaggio vedendo Elo raggiungermi in cucina. Metto il telefono in tasca è deciso di rispondere più tardi.
«Amore senti ma che facciamo a cena?» mi chiede abbracciandomi da dietro. Mi lascia una carezza sul petto.
«pasta al pesto ti va?» annuisce. Sento che respira sulla mia schiena.
«cucini tu? Io sono stanca!»
«si chef!» ride. Amo sentirla ridere attaccata a me. Mi giro la bacio a stampo.
«grazie vado a sdraiarmi sul divano»
«sei sicura di stare bene?»
«sono solo un po' stanca Le! Stai tranquillo!»
«Va bene. Allora vai ci penso alla cena. Se riesci rispondi a mamma dal tuo telefono che mi ha chiesto se fossimo tornati»
« certo. » si alza sulle punte mi bacia e fugge via. Preparo la cena. E rispondo a Roberto: “scusa Rob del ritardo ma tua figlia era nei dintorni e non potevo scriverti. Lei sa che ci vediamo perché devi suonare tu per me. Domani come finiamo stai a cena da noi insieme a Donatella. Grazie a te invece. ❤” invio. Ripongo il telefono nella tasca e scolo la pasta. Preparo il tavolo e mi accorgo che Elo si è addormentata sul divano. Deciso di mangiare al momento soltanto io e poi appena si sveglierà le riscaldo la cena.

Io e te come nelle favole🎈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora