7.

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è sabato e fortunatamente non devo andare a scuola. qualche raggio di sole filtra dalle tapparelle e illumina la mia faccia,costringendomi ad alzarmi.

non faccio niente per la maggior parte della giornata. sono sul letto a leggere quando sento la porta aprirsi sbattendo. è arrabbiato,ubriaco. chiudo gli occhi e prego che non si sfoghi di nuovo con me.

avanza verso il mio letto con andatura traballante.
«ora vieni con me» impone.
«perfavore n-!» mugolo,le lacrime cominciano a rigare il mio volto.
«sta zitta.» mi afferra il polso con forza e mi trascina nel posto. il posto dove fa...dove mi fa male.

la cantina è buia e fredda. non voglio soffrire di nuovo. a volte mi chiedo come sarebbe diversa la mia vita se mamma non se ne fosse andata. forse lui non sarebbe diventato pazzo,forse non sarebbe costantemente ubriaco,forse io non ci andrei di mezzo e non dovrei subire tutto questo.

mi fa sdraiare e ogni volta è peggio. mi sento vuota,senza emozioni,e non ho la forza di reagire. se urlo o mi dimeno mi tiene ferma e va più forte. e la cosa peggiore è che non riesco a trovare il coraggio per chiedere aiuto. ho paura.

***

suona il campanello,il che lo costringe a smettere. ne approfitto per sgattaiolare su,prendere una felpa al volo e scappare dalla finestra. corro,corro,corro più velocemente possibile. sento le sue urla. non voglio tornare a casa stasera. ho troppa paura.

mi addormento sotto il mio albero piangendo. è buio. sento una mano asciugarmi le lacrime. è lui.mi stringe in un abbraccio.
«ei,ei,cosa è successo?» mi chiede.
singhiozzo e non ho voce per rispondere. scoppio,e lui mi stringe più forte.

non so se sono pronta a farlo,ma in fondo ho solo lui,quindi perchè non dovrei.
con un filo di voce sussurro «mi ha fatto male.mio padre».
stringo gli occhi chiusi mentre tremo.
mi prende il mento con due dita e mi guarda dritto negli occhi.
«ora non ti può fare più male,ci sono io.» mi accarezza i capelli.

«ho paura.»

noah's POV

so esattamente di che tipo di male sta parlando,e con quella frase mi ha spezzato. non riesco a credere proprio lei abbia dovuto subire tutto questo. non riesco a sopportarlo.

non può ritornare là di nuovo,non posso permetterlo. le farebbe male di nuovo.mi decido.

«non devi tornare a casa se non vuoi,ok?»
mi guarda con aria smarrita.
«non ho nessun posto dove andare».
non penso due volte alla risposta.
«puoi stare da me».
«non ti conosco neanche,come posso fidarmi?»si asciuga le lacrime.

«beh...piacere,noah» sorrido e le porgo la mano.
«piacere,sophie,ma chiamami soph.»sorride.
ha le mani fredde.
«ora mi conosci abbastanza?»ridacchio.
«suppongo di non avere scelta. grazie.»sussurra con sguardo sincero.

faccio un cenno con la testa e le prendo la mano aiutandola ad alzarsi.
voglio solamente proteggerla,voglio che stia bene. e non mi importa da quanto poco tempo la conosco. so che se ci siamo ritrovati nello stesso posto allo stesso momento quella notte un motivo c'era.

continua;

ok siete scandalizzati vero? puahaha lo so che sono crudele per certi aspetti ma perdonatemi.
fatemi sapere se vi piace,se dovrei migliorare qualcosa ecc...
vi voglio bene<3

midnight//noah schnapp;Where stories live. Discover now