25.

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dietro di me noah si muove di scatto per nascondersi e dalla porta entra mio padre.
«con chi stavi parlando e perché non sei legata?» sbraita.
è ubriaco,si vede e si sente dal tono di voce traballante.
«con nessuno» 
«non posso permettere che te ne vada di nuovo,perché cerchi di scappare?» e si avvicina deciso.

tutta la fatica per slegarmi,tutto il dolore...e non è servito a niente.
adesso sono tutto da capo,con una sola differenza,la presenza di noah...che in qualche modo mi da speranza e sicurezza.
dopo aver finito esce e sbatte la porta mentre cerco di urlare impedita dallo scotch attaccato con forza sulla bocca.

passa qualche secondo prima che senta la voce rotta di noah provenire dalla piccola finestra sopra la mia testa.
«arrivo subito» e si allontana.
"non andartene...perfavore" penso.
cerco di trattenere il pianto.

non so cosa abbia in mente,ma ho paura che il mio sguardo non incroci più il suo,ho paura che succeda qualcosa che non mi perdonerei mai.
sono io la colpa,la colpa di questo casino.

NOAH'S POV

mi allontano da lei anche se so che è un pericolo per entrambi,ma devo agire,non posso restare a fare nulla e lasciare che lei soffra.
non posso neanche immaginare le sue emozioni in questo momento.

i miei mi trascurano la maggior parte del tempo a causa del lavoro,ma almeno tutto questo ha uno scopo,e almeno io ho dei genitori...ho una madre e un padre che fanno sacrifici.
e non mi fanno del male.
e non mentono a proposito della mia famiglia.
e non mi rinchiudono in una cantina come se fossi un animale.

ho deciso di osservare.
per trovare il momento giusto e colpirlo,fargli capire come ci si sente ad avere tutto il mondo che ti cade addosso e non sapere come uscirne.
anche se non ho ancora in mente come.

lo vedo salire in macchina e percorrere la stradina che porta verso la città.

aspetto qualche minuto e comincio a camminare verso l'entrata del piccolo edificio nascosto nel verde.
forzo la serratura e apro la porta con un calcio...l'odore forte dell'alchool e del fumo penetra nelle narici provocando un colpo di tosse.
bottiglie in frantumi,vecchi mobili, finestre rotte in ogni angolo dell'abitazione.

mi guardo intorno e cerco la porta che conduce allo scantinato,ma senza successo.
mentre procedo la mia mente sta viaggiando lontano,immaginando cosa potrebbe succedere dopo.
dopo.
ci sarà un dopo?
cosa ne sarà di lei,dopo che avrà perso anche il padre?
o almeno,solamente la presenza fisica di una figura paterna,perché la presenza affettiva è ormai sparita da molto tempo,come un ricordo lontano.

cosa ne sarà di me?
ritornerò alla vita di tutti i giorni?
la vita di un'altra persona,la personalità di un'altra persona,quello che finge.
quello non sono io.
e devo affrontarlo.

ma in questo momento è un problema secondario,perché prima di tutto...devo pensare al dopo più recente,ovvero il dopo in cui scappiamo e ce ne andiamo da questo posto.
comincio a urlare.
«SOOPH»

il silenzio è lacerante.
«SOOOPHIEE»
continuo a camminare in ogni angolo della casa quando sento un rumore lontano.
è la vibrazione di un telefono.
mi avvicino al vecchio tavolo su cui è poggiato l'oggetto e sblocco lo schermo.

continua;

lo so che mi odiate,il fatto è che purtroppo la storia sta per finire, ma il problema è che non riesco a trovare idee per continuare e far arrivare i personaggi al finale che ho in programma...ma non preoccupatevi,qualcosa mi sta venendo in mente;)

midnight//noah schnapp;Where stories live. Discover now