9.

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è mattina presto. sono immersa nei miei pensieri mentre noah dorme sul pavimento.

e ora? che succederà? io so chi è lui e lui sa chi sono io. cosa sarà tra noi due? ma soprattutto,riuscirò a tornare a casa? e se mi facesse di nuovo male? e se non fossi forte abbastanza per affrontarlo? non posso nascondermi per sempre,ma non ho un posto dove andare.

se chiamassi la polizia probabilmente verrei portata via dall'unica persona a cui tenga,noah,e verrei sbattuta in un centro per minori.

forse c'è una speranza...forse se trovassi mia madre saprebbe cosa fare,magari mi aiuterebbe. ho solo ricordi sfocati di lei,e magari non mi accetterà,lo so...ma devo provarci.

raccolgo la mia roba e cerco di vestirmi senza fare troppo rumore.
sto per avvicinarmi alla finestra ma mi fermo. non posso lasciarlo così. lo guardo. cammino lentamente e mi abbasso.

«troverò mia madre,noah. grazie per tutto» mormoro e gli tocco la mano. mi giro di scatto e apro la finestra
«aspetta. vengo con te»sento da dietro le spalle.

mi giro.
«è pericoloso,non ho niente. non ho un piano. non ho un punto di riferimento. non puoi correre questo rischio.»
«sono solo un ragazzo sbiadito,ho bisogno di scappare,di vivere. ricordi?
e poi non posso lasciarti andare da sola soph».
«tu sei matto,signor schnapp»sorrido
«ma mi vai bene così»concludo.

si veste e prende dei soldi da un cassetto. «è una pazzia,ma non è la prima volta che scappo,non penso i miei si allarmeranno più di tanto,sono sempre troppo impegnati con il lavoro»afferma. si mette sulle spalle uno zaino e mi aiuta a scendere dalla finestra. 

per prima cosa dovrei cercare una biblioteca con un registro telefonico.
fin da piccola vado a prendere i miei libri in una vecchia biblioteca in centro. quando arriviamo cerco di non dare troppo nell'occhio,qui un pó di gente mi conosce.
«e cosi questo è il tuo regno?» mi chiede noah.
«pare di si» rispondo.

cerco tra gli scaffali e tiro fuori un enorme libro polveroso. lo poggio sul tavolo e un cumulo di polvere infesta la stanza quando lo apro.
cerco il nome di mia madre. è strano pensare "mia madre". è strano pensare di averne una. forse non era in grado di prendersi cura di me,oppure forse aveva solo paura. non so se essere dispiaciuta o arrabbiata,ma adesso non è un problema:devo trovarla.

serena white. nulla,nessuna traccia del nome. sono in mare aperto. cerco di ricordare qualche altro collegamento a mia madre.

«da piccola,quando eravamo ancora una famiglia,andavamo spesso da questi amici,non ricordo il loro nome,ma ricordo che erano proprietari di un bar in fondo ad un viale,con un parco-giochi sul retro...mai sentito nulla di simile?»chiedo a noah.
«in fondo ad un viale,parco gioch-aspetta! ma certo! è sulla 6 di carpet street,ci sono andato qualche volta con i miei per una loro riunione di lavoro,so dove si trova.» afferma.
«sei un genio,abbiamo un punto di inizio,se è gestito dalle stesse persone,magari sapranno qualcosa su mia madre».

chiudo il registro telefonico e corro fuori dalla biblioteca trascinando noah. «ok adesso guido io»ridacchia lui. mi porta fino ad un lungo viale e in fondo riconosco il bar,ci abbiamo messo un pó,ma ne deve valere la pena.

ci fermiamo davanti alla porta,mi guarda negli occhi e mi prende la mano. apro la porta scricchiolante e entriamo.

continua;

midnight//noah schnapp;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora