15.

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siamo in viaggio da circa un ora,non dovrebbe mancare molto. abbasso il finestrino e lascio che l'aria mi scompigli i capelli.

«eccoci»noah afferma fermando l'auto davanti ad un vecchio edificio.
ci sono poche macchine,il che mi rattrista...nessuno vuole più vedere una persona ricoverata in un ospedale psichiatrico. è orribile pensarci. e lei è stata qui per tutto quel tempo,da sola.

entriamo e ci avviamo verso la segreteria.
«devo parlare con il medico che si è occupato di mia madre quando era ricoverata qui. si chiama serena white»
«controllo subito»la segretaria sembra gentile. digita qualcosa sul computer mentre io e noah ci guardiamo con ansia.

«oh,certo,il dott. kith»la signorina fa un cenno ad un infermiera e le sossurra qualcosa nell'orecchio.
«seguite lei,vi guiderà»indicando la donna.
percorriamo lunghi corridoi,nel mentre noah mi stringe la mano.
le stanze dei pazienti sono chiuse e con una piccola finestrella in alto,da cui si intravedono delle mani.
sento persone che urlano,piangono e altre che cantano.

cosa ha dovuto sopportare. l'ho conosciuta per poco,e adesso che comincio a realizzare tutto questo,mi sta mancando. e forse non sono così indipendente come pensavo,non sono così forte come speravo.

l'infermiera si ferma davanti una porta e bussa.
entriamo e ci ritroviamo in uno studio,l'uomo fa cenno di accomodarci.
è abbastanza anziano,è alto e ha un'aria stanca.

«così sei la sophie di cui tanto parlava?» dice con voce roca.
«parlava di me?»
«quando parlava,beh,si. non faceva che ripetere il tuo nome. era una paziente particolare,un pó come tutti qui,credo. aveva poche persone con cui si apriva,non parlava quasi mai con qualcuno,ma spesso da sola. pregava,e ripeteva il tuo nome».
«mi dica di più»aggiungo.
«la rilasciammo qualche anno fa,ma non era ancora in condizioni adatte per prendersi cura della bambina,così le impedimmo di vederla per la sua sicurezza»dice tutto questo con leggerezza,come se le sue parole non avessero impatto su di me. il che mi irrita,ma mantengo la calma.

«e sa dove sia adesso?» chiede noah.
«non lo sappiamo,o almeno io direttamente no»
«cosa vuol dire con questo?non si è occupato della sua sistemazione?lei non aveva un posto dove andare e l'avete buttata per la strada?»alza il tono noah alzandosi. non l'ho mai visto così.

afferro la sua mano e cerco di tranquillizzare la situazione facendolo sedere.
«ragazzino,calmati. ho già detto di non sapere dove si trova,ok? e anche se voleste trovarla,non ve lo consiglio,sarebbe un male per tutti e tre»afferma con tono disinteressato.

«mi scusi dottore,ma lei non prende abbastanza seriamente il suo lavoro,e io ho solo bisogno di trovare mia madre,ho il diritto di sapere dove sia»cerco di trattenere le lacrime mentre pronuncio quelle parole,ma sull'ultima,una lascrima scende.

«allora non so come aiutarvi,mi dispiace»
«la verità è che non le dispiace,perché non gliene frega niente di niente e nessuno,andiamo soph.»noah mi prende la mano e usciamo dalla stanza sbattendo la porta,mentre l'uomo sbuffa.

faccio due passi ma non riesco ad andare avanti,mi appoggio al muro con la schiena e pian piano scivolo per terra piangendo.
«soph,troveremo una soluzione,te lo prometto. in questo mondo le persone non sono come vorresti,mi dispiace così tanto»e mi avvolge in un abbraccio.

una voce ci interrompe. davanti a noi,di fianco all'ufficio del dott. kith c'è una grande stanza aperta,con molti tavolini e alcune persone.
«scusa,stavo ascoltando la conversazione attraverso la parete,io e tua madre eravamo molto vicine.» una donna su una sedia a rotelle mi viene incontro. ha un tono gentile,e un viso amichevole.

«so dove si trova»

continua;

ok è ritornato tutto alla normalità I capitoli sono ricomparsi,(per chi non lo sapesse non era più visible il 14 per un bug) e niente. sono più tranquilla,anyway grazie per tutte le letture vi amo<3

midnight//noah schnapp;Donde viven las historias. Descúbrelo ahora