56 - parte uno.

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Jimin's pov
Come potevo starle lontano?
Come potevo non essere geloso?
Eppure, mi sembrava un po' esagerato da parte mia, nonostante mi sentissi comunque distrutto.
Quel mio 'amico' è solo un puttaniere: dice a me che ha una cotta per Sara, e poi si avvicina a Sofia, pur sapendo che piace a me.
Non ho mai sentito questo sentimento prima d'ora, ed è come se mi stesse consumando piano piano, giorno per giorno.
Quando Sofia si allontana da me, è come se perdessi la mia parte migliore.

"Jimin... credo che tu abbia frainteso le cose."
"No Taehyung, ho capito benissimo." Dissi, guardandolo con lo sguardo più arrabbiato che potessi fare in quel momento.
"Puoi semplicemente ascoltare le mie spiegazioni?"
"No." Risposi, voltandomi. Non volevo più vederlo.
"Sei proprio testardo." Pronunciando quelle parole, mi irritai ancora di più.

"Cosa hai detto?"
"Che sei testardo. Non riesci a capirlo? Hai dato conclusioni troppo affrettate." Mi girai e lo vidi preoccupato: gli occhi sembravano stanchi e tristi, e si maltrattrava le mani, scrocchiando le dita in continuazione.
"Quali conclusioni affrettate avrei dato?"
"Sofia è una mia amica, ma credi davvero che lei mi ami? Se fosse davvero così, penso che dovresti accendere il cervello e iniziare a ragionare. Inoltre, ho solo chiesto un parere a lei per un regalo che devo fare ad una mia amica... nient'altro. Cosa pensavi?"
Taehyung è un mio grande amico da tanti anni, e so che non mi mentirebbe mai, e sentirlo dire quelle cose mi rassicurò.
"Davvero?"
"Davvero. Te lo giuro." Mi avvicinai a lui e mi scusai di aver fatto tutta quella scenata fondamentalmente inutile.
"Mi dispiace. Ero accecato dalla gelosia."
"Fidati, non c'è nulla di cui tu dovresti essere geloso. A lei piaci tu." Arrossii a quella affermazione.
"Hyung, sei rosso come un peperone." Il mio amico ridacchiò e io dall'imbarazzo feci lo stesso.
"Bene. Ora però credo di dovermi scusare anche con Sofia. Sono sempre al bar, vero?"
"Sì Jimin. Vai e sistema tutto." Annuii e andai verso quel bar.
Entrai, ma non c'era più nessuno. Se ne erano andate.
"Accidenti. E ora dove saranno?" Pensai.
Chiesi a una cameriera del posto, che effettivamente si era accorta dell'accaduto e aveva visto le ragazze uscire e andare verso la direzione del parco lì vicino.

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Sofia's pov
Avevo smesso di piangere già da un bel po'.
Le mie amiche mi avevano rassicurato e mi avevano calmato: quando Jimin fa così proprio non lo capisco.
"Sono sicura che verrà a scusarsi. Taehyung non gli era andato a parlare?" Domandò Sara, che era seduta sulla panchina accanto a me.
"Sì, spero per te che quel gelosone abbia capito la situazione, altrimenti è proprio scemo." Rise Emma, che mi aveva comprato un gelato per tirarmi su il morale.
"Ho accettato questa uscita per divertirci un po', eppure è successo un bordello." Disse Sara, che sembrava sentirsi in colpa.
"Non preoccuparti, c'è stato un fraintendimento, niente di grave."
In quel momento, quando mi dimenticai per un attimo ciò che successe, la voce di Jimin mi fece ricordare tutto.
"Sofia, posso parlarti?"
"Che bisogno c'è di parlare? Non avevi già capito tutto, senza che noi ti dessimo una spiegazione?" Ero stufa del suo comportamento così infantile.
"Ti prego..." vidi le mie amiche annuire e andarsene, lasciandoci soli.
Mi alzai dalla panchina, ancora col mio gelato in mano, e andai di fronte a lui.
"Di cosa vuoi parlare?" Chiesi, con un tono abbastanza irritato.
"Di noi."
La sua voce, così delicata e calma, mi tolse ogni emozione che emanava il mio animo in quell'istante.
"Sai che sono geloso, vero? Chiunque ti tocca, o semplicemente ti parla, mi rende pazzo e ogni azione che fa il mio corpo ha autonomia propria," sospirò e poi continuò "ma, sono esagerato e lo so. Averti accanto mi rende nervoso, e averti lontano mi rende nostalgico del tuo corpo, della tua voce... di te."
Il cuore cominciò a battere velocissimo, e l'emozione che provai in quel momento non si poteva descrivere. Era come un misto di gioia, eccitazione e... amore.
"Puoi... smettere di negare a te stessa che mi ami?"
"E chi ti dice che lo nego?" I suoi occhi si illuminarono, e a passo lento si avvicinò pericolosamente a me, riuscendo ad ottenere il contatto delle nostre fronti.
"P-puoi... Jimin... Io..." balbettai dall'imbarazzo di averlo così vicino.
"Te l'ho mai detto che amo quando fai questo visino?" Arrossii, mettendogli una mano sul petto, dove potei sentire che anche il suo battito era esageratamente accellerato.
Al mio tocco, le guance del ragazzo di fronte a me divenirono rosse in un secondo.
Accarezzai la sua guancia calda e lui mise la mano sopra la mia.
"Sofia." Mi chiamò, ancora fissandomi.
"Mmh?"
"Ti amo."
Mi prese il viso con entrambe le mani, e la distanza tra di noi venne frantumata da un lungo e delicato bacio.

"Mi prese il viso con entrambe le mani, e la distanza tra di noi venne frantumata da un lungo e delicato bacio

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-----------> fine parte uno.

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