75

401 18 63
                                    

Mentre guidavo per l'appartamento dei ragazzi, pensavo, e mi chiedevo se quello che avevo intenzione di fare fosse giusto o sbagliato. Ma ormai la mia decisione era stata presa, e non potevo e non volevo cambiare idea all'ultimo minuto.

Mi affrettai e corsi verso l'enorme edificio, sorvegliato da guardie di sicurezza. Nonostante fossero ancora dei trainee, la loro vita era "a rischio" dalle ragazzine che si precipitavano a casa loro con disinvoltura, per poi saltargli addosso; penso sia questo il motivo delle guardie di sicurezza all'entrata.

"Mi scusi, potrei entrare? Sono venuta a trovarli, sono una loro amica." dissi, con i loro sguardi puntati su di me, mentre mi scrutarono dalla testa ai piedi... probabilmente per il mio abbigliamento.

"Una loro amica? E possiamo sapere il suo nome?" mi domandarono.

"Il mio nome è Sofia, e non credo conoscano altre con il mio nome. Se ve lo chiedessero, ditegli che sono l'ex di Park Jimin, e capiranno subito chi sono." traballai un po' alla pronuncia del suo nome, ma dovevo cominciare ad essere sicura di me se volevo che il piano si svolgesse al meglio.

"Okay, hanno confermato. Può entrare." mi aprirono la porta, li ringraziai e mi avviai verso la loro stanza. Per andare al loro piano, il terzo, avrei dovuto prendere l'ascensore: non mi sarei di certo fatta tutta quella strada a piedi per le scale! La mia pigrizia si fa sempre sentire...

Eccomi arrivata. Il dito mi tremava. Provavo timore a suonare quel maledetto campanello. Tirai un lungo sospiro e mi decisi a suonare. Solo pochi secondi passarono, e mi trovai di fronte Namjoon con un sorriso strappato sulla faccia, che metteva in risalto le sue adorabili fossette. Poco dopo, però, la forma del suo viso cambiò da felice a quasi scioccata.

"S-Sofia, vieni... entra, accomodati." Si sarà accorto anche lui del mio vestiario, forse eccessivo per i miei gusti. Non mi avevano mai vista con un abbigliamento del genere.

"Mi fa piacere che tu ci sia venuta a trovare... aspetta, chiamo gli altri ragazzi." urlò i loro nomi, e potei scorgere la faccia di Taehyung affacciarsi dallo stipite della porta.

"Sofia! Non hai portato anche le altre?" mentre usciva dal suo 'nascondiglio', spalancò gli occhi.

"No no, questa non sei tu." incrociò le braccia, e Namjoon gli tirò una gomitata.

"Ma non lo vedi? È quella di sempre..." tossì per sdrammatizzare un po' la situazione imbarazzante che si era creata, e subito dopo vennero in salotto anche gli altri.

"LA MIA SOFIA! DA QUANTO TEMPO!" mi corse incontro Hoseok, stritolandomi quasi come un peluche.

"Questo è abuso! Non sono una bambola." mi rendeva felice il fatto che gli fossi mancata, che fossi mancata al mio migliore amico. Ma dovevo mostrarmi insensibile anche di fronte a lui, altrimenti sarebbe stato tutto poco credibile. Lo scansai con prepotenza lontano da me, e glielo lessi in faccia che ci era rimasto evidentemente male, ma non disse niente, finché non notò cosa avevo indosso.

"Vuoi fare conquiste?" esclamò, con un sorriso perverso.

"Forse." risposi, facendogli un occhiolino.

"Cos'è tutta questa confusione- Oh, Sofia, ciao." Yoongi era appena entrato in stanza, aveva le cuffiette ancora alle orecchie e uno sguardo... quasi felice. Non appena mise a fuoco la situazione, sbarrò gli occhi e guardò gli altri.

"Non sei troppo provocante per venire in case altrui? Soprattutto di maschi in preda agli ormoni?" disse, sincero. D'altronde, era quello il mio intento: farli impazzire.

"Sofia provocante? Impossibile." arrivò Jungkook, con passo da figo e le mani in tasca. Come minimo, se Giorgia fosse stata qui con me, gli sarebbe saltata addosso.

"Non pensi che io possa essere provocante e femminile come tutte le altre ragazze?" chiesi, guardandolo con sguardo di sfida.

"Oh, n-no. Non è questo quello che intendevo." era evidentemente a disagio.

"Meglio per te-" incrociai le braccia, dopo mi interruppe Namjoon. "Vuoi che ti offriamo qualcosa? Biscotti? Succo? Noi non abbiamo ancora fatto colazione. Perché sei venuta così presto?"

Mi osservai intorno, alla ricerca della mia preda. Mi alzai di scatto dalla poltrona su cui ero seduta e mi avvicinai a Taehyung.

"Dato che sei tanto amico di Jimin, sai per caso dove si trova? Perché non è qui?" Mi sorrise, poco sicuro. Non voleva rispondere.

"Oh beh, lui-" Yoongi intervenì, bloccando quello che stava per dire Tae. "Lui è nel suo studio. Non gli andava di incontrarti." Tutti lo fulminarono con lo sguardo, e lui rispose dicendo: "Non possiamo nasconderle le cose." dopodiché, fece spallucce e se ne andò, alzando leggermente il capo come cenno di saluto. 

Ero decisa ad andare nel suo studio, così, con passo svelto, mi diressi verso l'uscita di quella stanza, ma Hoseok mi fermò, prendendomi per un braccio. "Avanti, usa un po' il cervello. Sai anche tu che questo è un periodo straziante per lui, come penso lo stesso per te. Perché vuoi complicare le cose?" Mi staccai con forza dalla sua presa e aggrottai le sopracciglia. 

"Sono libera di fare quello che voglio, e se voglio vederlo, LO FACCIO." di corsa, mi allontanai dai ragazzi, straniti dal mio comportamento insolito.

Bussai alla porta, insicura. Se poco prima me lo sarei divorato vivo dalla rabbia, adesso mi andava solo di stringerlo tra le mie braccia più forte che potevo.

"Chi è?" la sua voce non era cambiata affatto. Era la solita: delicata e tremendamente dolce, così innocente quanto poco casta.

"Jimin-" non appena mi sentì, si alzò in piedi dalla sedia, e mi chiuse la porta in faccia. Di certo non avrà notato niente di quello che vestivo, né tantomeno il mio viso, ben truccato come mai prima d'ora.

Ma no, dovevo diventare la Sofia dura e determinata che mi ero prefissata di essere. Non volevo far finire tutto così, non dopo tutto quello che avevo in mente di fare.

@ParkJimin ha iniziato a seguirti.Where stories live. Discover now