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Presi, decisa, la maniglia della porta e la aprii quasi con prepotenza.

"Come puoi chiudermi la porta in faccia? Nemmeno mi saluti? Che educazione è questa?" gli urlai contro.

"O-oh, s-scusa... ti avevo scambiata per Hoseok. Mi disturba sempre durante i miei lavori." sembrava a disagio.

"Che tipo di... lavori?" feci un sorriso perverso e mi avvicinai piano piano a lui, poi mi sedetti sulle sue gambe.

"C-cosa stai-"
"Cosa c'è, Park? Hai paura di me?"
"No, è solo che-"
"Ti vergogni di me?"
"E quando mai, io-"
"Ti... metto a disagio?"

All'ultima domanda, lui arrossì leggermente.
Mi sorpresi un po' dalla sua reazione, decisamente non me l'aspettavo.

Aveva visto il mio abbigliamento, e cercava, anche se fallendo, di non far calare gli occhi ad osservare tutte le mie forme, che erano sedute su di lui.

"Puoi... spostarti?" non mi diede tempo di muovermi minimamente, che con una spinta mi fece cadere col sedere sul pavimento.

Si alzò nervosamente dalla sedia e uscì dalla stanza.

Non mi diedi per vinta, non potevo far sfuggire la mia graziosa preda.

"Aspetta, perché scappi?"

Lo fermai, bloccandolo per il polso nel bel mezzo del corridoio.

Ci girammo. I nostri visi erano molto vicino, riuscivo a sentire il suo respiro che riscaldava il mio naso. Eravamo così vicino, che riuscivo a vedere i suoi occhi che erano fissi su i miei.

"Cosa vuoi?" chiese, titubante.

"Che ne dici se," gli misi una mano sul petto che lo fece sobbalzare "uscissimo da qualche parte, e risolvessi la situazione... solo noi due?" dissi tutto con una voce ammiccante, stuzzicante.

"Questa non è la Sofia che conosco." esclamò, tutto ad un tratto.

"E com'è la Sofia che conosci?" incrociai le braccia, spostandomi un po' da lui.

"Gentile, semplice... per nulla esuberante. Tu chi sei?" era pronto ad andarsene, quando lo bloccai di nuovo e la prima cosa che vidi furono le sue labbra, che volevo baciare più che mai.

"Senti Jimin... esci ancora con quella Rosé?" domandai.

"Sì, ma perché ti interessa?"

A quella risposta, sentii il mio cuore sgretolarsi.
Non risposi. Lui, con un colpo netto, si staccò dalla mia presa e se ne andò, lasciandomi da sola in mezzo al corridoio.

Chiusi gli occhi e feci un lungo sospiro.
"No, devo stare tranquilla. Devo mostrare il meglio di me. Non mi importa nulla, devo fargli capire che sto bene anche senza di lui."

Mi avviai verso Jimin, misi una mano sulla sua spalla e lo voltai nuovamente di fronte a me.
Lui sbarrò gli occhi, stupefatto.

"Credi davvero che me ne importi qualcosa di te e quella puttanella?"

"Non dare della puttanella a Rosé!" mi urlò contro.

Mi venne tremendamente vicino, i nostri respiri si mescolarono e per un attimo mi persi nei suoi occhi. Mi aveva presa per il colletto della top che stavo indossando, e mi aveva sbattuta con prepotenza sul muro.

"NON-INSULTARE-LA-MIA-RAGAZZA." gridò, profondamente offeso.

"Esci davvero con quella sgualdrina? Bah, sinceramente io ero molto meglio." sghignazzai, guardando ancora dritto negli occhi.

"Cos'è tutta questa confusione?" la voce di Taehyung aveva bloccato ogni azione del mio 'aggressore'.

Si spostò e uscì dal corridoio, dando una spallata a Tae mentre se ne stava andando.

"Sofia, cosa diavolo è successo?" chiese lui, avvicinandosi a me preoccupato.

"Ti ha fatto del male?"

"Non mi ha fatto un bel niente." risposi.

"E allora cosa è successo?"

"È iniziato il mio piano." ridacchiai, dileguandomi, lasciando Taehyung perplesso e confuso.

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Spazio autrice.
VI RINGRAZIO PER TUTTI I VOTI E LE VISUALIZZAZIONI. VI AMO TANTO.

@ParkJimin ha iniziato a seguirti.Where stories live. Discover now