10. Baci e sorrisi

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Questo ritiro mi ucciderà, ne sono sicuro; usiamo poco il telefono da quanto siamo occupati, ma quelle poche volte rimango ore a guardare e riguardare un profilo in particolare. Artemide e Federico, alla fine, hanno seguito il mio consiglio e sono andati in Sicilia in vacanza; il più piccolo non fa altro che fare storie con la sorella o delle spiagge che visitano e la sorella mette delle foto quasi ogni giorno.
L’ultima che ha postato, presumo fatta di nascosto da Federico, sorride quasi imbarazzata e si sposta i capelli da davanti al viso, mossi dal vento; non riesco a levare lo sguardo dal suo sorriso, mi ha completamente rapito.
<<Sei dieci minuti su quella foto, inizi a preoccuparmi>> Gonzalo si siede vicino a me divertito.
Blocco lo schermo <<È bellissima>> sospiro.
<<L'hai sentita?>> mi chiede.
Annuisco <<Qualche messaggio, mi ha detto che tra un po' possiamo fare una video>> gli rispondo <<Penso di invitarla per la partita con la Croazia>> aggiungo poi.
Sta un attimo in silenzio <<È una bella idea, ma sarebbe ancora meglio se parlassi con lei di quello che mi hai detto in areo>> mi fa notare.
Sbuffo <<Gonza, ma come faccio?! Non è detto che poi possa invitarla una seconda volta perché può succedere di tutto e noi potremmo non andare avanti>> dico nervoso.
Lo vedo roteare gli occhi <<Meglio tenersi tutto dentro, confondersi e confondere lei con baci a caso e dichiarazioni ancora più a caso, no?>> domanda retorico <<Invitala per la Croazia, ma prova a parlarci se dovessimo avere del tempo con le famiglie>> mi consiglia.
Ci penso un attimo e non riesco a trovare nessun argomento per ribattere: Gonzalo ha ragione su tutta la linea ed io non posso che annuire al suo consiglio <<Lo farò, hai ragione>> dico infine.
Poco dopo il telefono vibra, lo schermo mi riporta la foto fatta prima della festa scudetto con Mida e il suo contatto; sorridendo mi sistemo bene sul divanetto e accetto la video <<Ciao bebé!>> la saluto allegro.
Ridacchia <<Ciao Dybi>> fa “ciao ciao” con la mano <<Come va?>> chiede, dolce, poi.
Mi stringo nelle spalle <<Stremato, ma contento di essere qua>> e con una voglia matta di baciarti ancora <<C'è anche il Pipita qua vicino a me>> sposto leggermente il telefono.
Sentiamo in lontananza il “Ciao Pipa” di Federico che fa ridere tutti e poi la voce dolce della ragazza <<Ciao Gordo!>> gli manda un bacio <<Come stanno Lara e la piccola Alma?>> gli chiede poi interessata.
Lo sguardo del mio amico s’illumina <<Benone! La piccola è bellissima e bravissima, si sveglia veramente poco la notte e si riaddormenta subito>> spiega emozionato <<Dopo il mondiale andiamo un po' al mare, non vedo l’ora di poterla coccolare>> continua.
<<È bellissima sì, siamo passati a trovarle prima di partire>> annuisce lei <<Ti avverto che si è già innamorata di Federico>> lo avverte divertita.
Gonzalo sbianca <<Oh, piano eh, ragazzo a venticinque anni>> dice serio.
Noi scoppiamo a ridere <<Gordo, al massimo avete un babysitter>> gli fa notare Artemide.
<<Ecco, meglio>> borbotta.
Altra risata generale; mi perdo ad osservare quella di Mida, così bella, così limpida. Vorrei essere lì con lei, godermi le vacanze girando per la Sicilia assieme, un viaggio on the road per l’isola che mi ha accolto quando sono arrivato in Italia.
La sala relax si riempie dei nostri compagni, mentre Federico, sentendoli, sposta Artemide e le prende il telefono esclamando un poco virile “Oh mio Dio!” che assomiglia tanto al tono di una quindicenne di fronte al suo idolo. Giro la telecamera e gli faccio vedere chi sta arrivando, ridacchiando e facendogli una telecronaca <<Potresti venire anche tu,  in Russia, pensavo di invitare tua sorella per la Croazia>> gli propongo.
Lo sento sospirare, così giro di nuovo la telecamera <<Mi sono organizzato con degli amici appena torniamo dalla Sicilia>> dall’occhiata che mi rifila capisco a che amici si riferisce.
Lo guardo severo <<Non pensi sia ora di parlarne?>> gli chiedo, alludendo alla sua relazione con Carlotta.
<<Presto>> mi assicura, ma so che sarà una promessa da marinaio.
Artemide si riappropria del telefono dicendo “ha chiamato me, non te”, molto bambina ma lei è anche questo; forse è proprio per il suo saper rimanere bambina, nonostante la sua strabiliante maturità che è così bella.
<<Ti chiamo ad ogni ora se ricambi con quel meraviglioso sorriso>> le dico sinceramente e, perché no, flirtando apertamente.
Lei, come al solito, arrossisce <<Te l’ho detto, adoro sentirti, mi trasmetti allegria>> mi ricorda sorridendo timidamente.
Adoro anche questo suo lato: sa essere una bomba sexy che balla un latino americano con me, che sembravano più preliminari, in mezzo ai miei compagni di squadra –che incitavano, non dimentichiamo- ma sa anche essere timida verso qualcuno che le fa dei complimenti. Mi piace da matti anche quando siamo assieme che magari guardiamo un film, che faccio una battuta e lei, imbarazzata, si nasconde nell’incavo del mio collo. Le serate passate così, senza fare niente di particolare, sono le mie preferite: stiamo sul divano, un film o una serie tv che vanno avanti senza che noi ci prestiamo molta attenzione, troppo presi dal raccontarci la nostra giornata o a scherzare.
<<Davvero vuoi che venga per la Croazia?>> mi chiede poi e vedo che si siede a gambe incrociate su una sdraio.
Annuisco <<Certo, mi hai detto che ti piace come giocano e Mario sarebbe contento di rivederti>> le spiego <<E io più di lui>> aggiungo in un sussurro.
Abbassa lo sguardo <<Mi manchi anche tu, Dybi>> la sento mormorare.
Faccio per parlare, ma vedo che Leo ci richiama per il pranzo <<Devo andare, dobbiamo pranzare. Appena posso ci risentiamo, promesso>> le mando un bacio <<Mi manchi anche tu, bebé>> dico più esplicitamente, chiudendo la chiamata.
Durante il pranzo, come una scena già vista, presto poca attenzione ai discorsi che si fanno; i miei pensieri sono rivolti alla dolce ragazza che ho salutato da poco, consapevole che merita una spiegazione a tutto quello che è successo in questi mesi di conoscenza.
Davvero non pensavo che potesse entrarmi così tanto dentro, ero convinto di poter instaurare una bellissima amicizia con lei, così comprensiva e gentile; poi, però, i lati del suo carattere sono venuti pian piano fuori. Prima la spensieratezza, nonostante debba affrontare i problemi di una studentessa universitaria che deve pagarsi gli studi e mantenere il fratello più piccolo ancora al liceo; poi la dolcezza nello stare con Edin e nell'aiutare il signor Guglielmo. Infine, l’aiuto che mi ha dato senza nemmeno saperlo; consolarmi dopo il Real, starmi vicina nei giorni seguenti, nelle partite seguenti.
<<Non così allegro, joya!>> Diego mi lancia un tovagliolo appallottolato.
Ridacchio <<Stavo solo pensando>> mi difendo.
<<Alla sua “bebé”>> Leo fa un cuore con le mani e gli occhi dolci.
Sento le guance scaldarsi <<Grazie Gonza, eh>> riprendo il mio amico.
Lui mette il broncio <<Non ho detto niente, non sono pettegolo come te>> borbotta offeso.
Scoppio a ridere <<Sai, sei l’unico che sa qualcosa qua>> gli faccio notare.
<<Piccioncini, scusate>> il capitano ci richiama <<Ti devo ricordare che eri in video con questa fantomatica “bebé” e l'hai salutata a gran voce prima di chiudere?>> chiede retorico.
Spalanco la bocca: mi ha beccato in pieno. Ridacchio e mi sposto il ciuffo imbarazzato <<Si chiama Artemide>> preciso.
Si alza un coro di “uuh” e io arrossisco ancora di più <<L’ho conosciuta in un bar, mi ha fatto un favore, l’ho ricambiato e ci sentiamo da qualche mese>> Gonzalo mi fa gomito <<La foto che avevo messo, con quella canzone>> loro annuiscono <<È lei, stavamo andando alla festa scudetto>> confesso alla fine.
Tutti mi guardano a bocca aperta <<Certo che potevi farla vedere la faccia eh>> mi fa notare Diego.
Tossicchio <<Diciamo… ecco, non stiamo assieme>> mormoro colpevole.
Di nuovo un coro, questa volta “che cosa?!” e io mi stringo nelle spalle <<È una situazione particolare>> tento di difendermi.
<<Certo, particolare, ma quello che avete fatto non era un ballo, ma preliminari>> mi fa notare Gonzalo, nemmeno fosse la mia coscienza.
Non c'è bisogno di ricordarmelo, lo so perfettamente e sto quasi per arrivare a sognarmelo la notte: i nostri bacini praticamente attaccati, il mio braccio che le circondava la vita, con la mano aperta sul suo ventre che accompagnava i movimenti. La sua schiena attaccata al mio petto, la mano intrecciata alla mia, i visi a pochi millimetri di distanza; non so perché io non l’abbia baciata in quel momento, sarebbe stato perfetto.
Ho una voglia e un bisogno matto di vederla, sentirla, averla vicino; voglio stare abbracciato a lei nel più totale silenzio, magari mentre lei legge un libro, oppure mentre guardiamo un film o una serie tv a caso. Ho bisogno di averla vicino perché mi sento più sicuro, più forte, migliore; mi rende felice, mi rassicura con la sua sola presenza e vorrei che potesse seguire tutte le partite che faremo in Russia, sperando siano tante.
Ma non posso, perché so quanto tiene alla sua carriera universitaria e quanto desideri un buon voto alla laurea l’anno prossimo; ha degli esami e la partita con la Croazia, al momento, è l’unica che può venire a guardare.
Mentre rimaniamo a chiacchierare prima che inizi la seconda sessione, faccio un altro giro su Instagram, giusto per passare il tempo; Artemide ha messo una storia, due in realtà, la prima con il tramonto sulla spiaggia dove stanno. La seconda mi distrugge definitivamente: davanti allo specchio, presumo pronta per una serata con il fratello, con un paio di pantaloni beige e una maglia bianca che le lascia scoperta la pancia e si intravedono i tacchi. Penso di star sbavando, è bellissima anche nella sua semplicità; poi la mano nella tasca e leggermente in posa, peggiora solo la situazione. Non riesco a trattenermi dal mandarle una reazione, due semplici emoji, una con gli occhi a cuore e una che sbava e lei subito risponde con due cuori gialli.
<<Gonza, devo parlarci, assolutamente>> dico al mio amico, alzandomi per andare in camera a darmi una calmata.
Il numero nove esulta <<Finalmente!>> esclama <<Dove stai andando?>> chiede poi confuso.
<<In camera, non posso allenarmi in queste condizioni!>> gli rispondo salendo le scale.
Artemide Martinez, cosa mi fai.

Imprevisto // Paulo DybalaWhere stories live. Discover now