14. Vacanze al mare

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ATTENZIONE: BOLLINO ARANCIONE!

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Un suono interrompe il mio sonno; un suono molto fastidioso, mi giro dall’altra parte finendo nell’abbraccio di Paulo, anche lui infastidito.
<<Spegni la dannata sveglia>> borbotto.
Lui mi stringe a sé <<Non è la mia sveglia>> risponde <<Fallo smettere>> si lamenta nascondendo il viso nei miei capelli.
Alla fine capisco che è il mio telefono che sta suonando, così allungo la mano per prenderlo dal comodino e rispondo senza prestare tanta attenzione a chi sia il mittente.
<<Pronto?>> rispondo in un borbottio.
<<Artemide, ciao>> la voce di Paolo mi fa sedere di scatto.
Sposto il lenzuolo e inizio a vagare per la stanza in cerca dell’intimo e dei vestiti <<Oddio il turno, giuro che arrivo e faccio anche straordinari per il ritardo>> straparlo girando come una trottola.
Il mio capo ridacchia <<Artemide, calma, avresti avuto il pomeriggio comunque>> mi fa notare tranquillo.
<<Avrei?>> chiedo confusa fermandomi nel mezzo della stanza con solo la maglia del calciatore che mi guarda divertito dal letto e un paio di slip striminziti, visione che sembra piacergli.
<<Ti chiamo proprio per questo, tu e i tuoi colleghi avete più o meno una settimana di ferie. Devo fare degli aggiusti e devo chiudere per qualche giorno>> mi spiega.
Alzo un sopracciglio <<Non ce ne avevi parlato>> osservo.
<<Lo so, scusate, ma ho visto che i nostri clienti abituali bene o male sono tutti via per le vacanze. La città comunque è vuota e se non faccio questi lavoretti rischio multe e la chiusura del negozio. In una settimana o poco più dovrei aver finito, se magari tu e Stefania e chiederò anche a Carlo, riuscite a venire ad aiutarmi a sistemare appena prima di aprire, ve ne sarei grato, tutto retribuito ovviamente che vi chiedo del lavoro in più e dipendenti come voi tre non ne trovo più>> aggiunge sempre con la sua gentilezza.
Ci rifletto un attimo e poi alzo le spalle, male che vada Paulo sarà in ritiro <<Non c'è problema per me, Paolo, va benissimo, dimmi solo quando>> accetto.
<<Senti, una settimana fattela, perché mi hanno detto che prima non finiscono. Poi quando finiscono vi chiamo e venite, d'accordo?>> propone.
Annuisco <<Sembra perfetto>> dico tranquilla <<Quindi stasera non vengo?>> chiedo conferma.
<<No, no, ho già chiuso>> mi assicura <<Ci vediamo tra una settimana, Artemide>> mi saluta e chiude la chiamata.
Sospiro e mi butto di schiena sul letto; sento Paulo ridacchiare e avvicinarsi, così mi tiro su arrivando alla sua altezza. Scuote la testa divertito e mi bacia, facendomi poggiare di nuovo al materasso e salendo delicatamente sul mio corpo, sovrastandolo di fatto.
<<Solo tu puoi dimenticarti di avere il turno al pomeriggio e impazzire>> commenta, rimanendo in quella posizione.
Mi stringo nelle spalle <<A mia discolpa posso dire che fossi ancora addormentata>> dico soltanto, prendendogli il viso tra le mani e avvicinandolo di nuovo alle mie labbra.
Ride e asseconda il mio bacio <<La porta>> mi avverte, scendendo a baciarmi il collo.
Chiudo gli occhi e sospiro, sa quanto mi faccia impazzire quando lo fa <<La porta cosa?>> chiedo confusa.
<<Chiudila, non voglio ripetere l’esperienza di tuo fratello che ci becca in pieno>> spiega, ma poi riprende a lambire il mio collo con le sue labbra.
Piego le gambe, così che si possa sistemare in mezzo e stare più comodo <<Ti sei goduto lo spettacolo, poco fa>> mormoro al suo orecchio.
Geme piano <<Bebé, es mejor si no lo haces>> dice poi nella sua lingua madre.
Sorrido maliziosa <<Chiudi la porta, Dybi>> sussurro ancora.
Lui mi guarda e subito si alza, chiudendo la porta della mia camera e dando anche un giro di chiave, non si sa mai; torna alla sua posizione, baciandomi senza altri indugi e, di fatto, rispondendo alla mia affermazione poggiando il bacino contro il mio.
Una sua mano si infila sotto la maglia che indosso, sua per altro, arrivando sino sotto al seno e accarezzando quel piccolo tatuaggio che ho fatto appena diciottenne <<Prima o poi lo vedrò>> mormora staccandosi un attimo, solo per ritornare al collo e lasciarmi un altro succhiotto.
Inarco la schiena, cercando più contatto con lui <<Toccano a te gli interessi, mi pare>> gli faccio notare.
Alza il viso e il sorriso che ha quasi mi fa spaventare <<Allora meglio fare un buon lavoro>> dice e si alza sulle ginocchia, levandomi gli slip <<I costumi che hai non sono così, vero?>> chiede, ma non rispondo perché subito la sua mano va ad accarezzarmi.
Sospiro, tirando su una gamba di riflesso; si riavvicina al mio viso, baciandomi lentamente a ritmo delle sue dita, poi si stacca e sorride malizioso. Non capisco, finché non lo vedo scivolare giù e la tua testa sparire tra le mia gambe <<Pau->> mi si mozza il fiato e l’unica cosa che faccio è intrecciare una mano nei suoi capelli grigi, con l’altra stringo il lenzuolo con forza.
Torna su, soddisfatto del suo lavoro e mi sento in dovere di dire che non è l’unico a esserlo; mi sovrasta di nuovo, sempre con quel sorriso malizioso a increspargli le labbra, e mi bacia lentamente. Continuiamo così per un po', gli accarezzo la schiena con tocchi leggeri che lo fanno rabbrividire, poi passo al suo petto ampio e, arrivata alle spalle, lo spingo aiutandomi anche con il bacino.
Mi guarda stupito, così mi stendo sul suo corpo, arrivando al suo orecchio <<Mettiti con la schiena appoggiata alla testiera>> gli sussurro.
Geme, di nuovo <<Ya te dije de no hacerlo>> mormora, ma spinge con le mani a si mette seduto come gli ho detto.
Mi siedo sul suo bacino, facendogli mordere il labbro e stringere nei pugni il lenzuolo; prendo a baciargli la mascella, scendendo verso il collo e lasciandogli un succhiotto proprio al centro e poi un altro sulla spalla. Scivolo giù, continuando a baciargli il petto e accarezzandogli le addominali sino ad arrivare al bordo dei boxer che indossa; rimango lì, finché non mi guarda nervoso, allora sposto leggermente il tessuto continuando le carezze. Inarca la schiena e ne approfitto per sfilargli l’indumento, sorprendendolo <<Madre mía>> sbotta e la sua mano corre subito alla mia nuca e a intrecciarsi con i miei capelli.
Quella mano stringe più la presa e penso di sapere perché <<M-Mida>> cerca di parlare, ma l’ennesimo gemito lo blocca <<Mi farai uscire di testa un giorno o l'altro>> mormora quando torno verso la sua bocca.
<<Occhio per occhio>> dico soltanto.
Sbuffa, ma alla fine ridacchia <<È proprio questo che intendo>> mi fa notare.
Sorrido lasciandogli un ultimo bacio, per poi accoccolarmi al suo petto; mi fa stare comoda, poi mi abbraccia e prende ad accarezzarmi i capelli.
Da quel pomeriggio, non siamo mai andati oltre qualche lavoretto di mano o, come stamani, di bocca; la cosa non mi dispiace, perché in una qualche strana maniera mi fa capire che a lui non interessa solo quell’aspetto e poi ci stiamo scoprendo pian piano, come farebbe qualsiasi coppia. Lui inizia a capire cosa mi faccia impazzire e cosa no, io lo stesso, significa che stiamo raggiungendo la nostra intimità di coppia. Spero solo non pesi a lui, questa situazione; certo, mi ha fatto capire più volte che non gli importa che per un po' ci limitiamo a qualche lavoretto, ma ho la sensazione che gli manchi qualcosa.
Mi lascia un bacio sulla fronte <<Non mi manca niente, bebé, davvero>> sussurra come se qualcun altro possa sentirlo.
Alzo il viso confusa e lui ridacchia <<Sento da qua i tuoi pensieri>> ironizza <<E non hai ancora risposto alla mia domanda sui costumi, ho dedotto che fossi di nuovo in mezzo a quella matassa che sono le tue paure>> aggiunge alzando le spalle.
Ritorno giù, con la testa sul suo petto <<A volte penso che non ti basti>> confesso in un mormorio.
Lo sento sospirare <<Bebé, davvero, ora come ora, quello non è l’aspetto che più mi importa della mostra relazione. Ora voglio solo che continuiamo la nostra conoscenza, anche con questi risvegli perché no? Ma non voglio che pensi di nuovo di non essere alla mia altezza solo perché ancora non ti ho presa su ogni superficie disponibile del mio appartamento>> mi dice serio <<Non sei inferiore alle altre per questo, forse sei superiore a loro proprio per non aver cercato una nottata di sesso con me il giorno che ci siamo conosciuti>> aggiunge prendendomi il viso tra le mani <<Ok?! Ti fidi, Artemide?>> mi chiede guardandomi negli occhi.
Annuisco <<Mi fido, Paulo>> mormoro.
Lui sorride e mi bacia a stampo <<Ora, riguardo i costumi>> mormora corrucciato.
Scoppio a ridere e mi siedo come prima <<Perché vuoi saperlo?>> gli chiedo.
<<Andiamo al mare, hai una settimana di ferie>> risponde ovvio.
Sospiro <<Paulo>> lo richiamo.
<<Ehi>>mette le mani sul mio collo, accarezzandomi le labbra con i pollici <<Non dire niente, è solo una settimana da passare assieme solo noi due. Poi inizio il ritiro, ci sarà la tournée e ci vedremo con il contagocce>> sussurra <<Permettimelo, per favore>> aggiunge.
Annuisco <<Vedo se Fede ha voglia di andare da mamma>> dico alzandomi, ma lui mi tiene per i fianchi <<Che c'è?>> gli chiedo divertita.
<<È davvero un sì quello?>> si assicura.
Ridacchio e lo bacio, perdendomi nella sua dolcezza <<Risposta esaustiva?>> mormoro.
Lui annuisce felice <<Che ne dici di Mykonos?>> propone.
Alzo le mani <<Quello che vuoi, Dybi, ho smesso di discutere con te su queste cose>> gli lascio carta bianca <<Progetti per la giornata?>> mi informo alzandomi e cercando un completino intimo nel cassetto.
<<Rimanere a letto non è contemplabile?>> sbuffa <<Poss->> su blocca per i colpi alla porta.
Gli lancio i suoi boxer e tolgo il giro di chiave <<Fede, dimmi>> sorrido con nonchalance a mio fratello.
Ci guarda con un sopracciglio alzato <<Ora capisco il giro di chiave>> borbotta <<Mi accompagni in stazione? Mamma mi ha chiesto se scendo qualche giorno da lei, c'è un treno tra due ore>> mi chiede.
Annuisco <<Stavo giusto per chiederti se volevi andare da lei!>> esclamo <<Paolo sistema il locale e abbiamo una settimana di ferie>> spiego al suo sguardo confuso <<Ci diamo una rinfrescata e ti accompagniamo, hai già la borsa pronta?>> mi assicuro.
Annuisce <<Sta passando Carlotta, scende con me>> mi avvisa.
Mi blocco con il completino che ho finalmente scelto a mezz’aria <<Cosa?!>> esclamo con voce stridula.
Fede mi guarda spaventato, così Paulo si alza e viene davanti a me <<Bebé, guardami, vai a farti la doccia, parlo io con Federico ok?>> mi fa fare un cenno affermativo con il capo e poi praticamente mi trascina in bagno.
Come detto da mio fratello, quando esco dal bagno Carlotta è già arrivata e sono abbracciati sul divano; nonostante lo shock per la sua idea, devo convenire che sono proprio carini assieme. Fede è così dolce, la coccola e la venera, anche se hanno iniziato a discutere di tanto in tanto, ancora stanno assieme e questo non può che consolarmi, vuol dire che tengono l'uno all’altra.
Appena Paulo è pronto, ci mettiamo in macchina diretti a Porta Nuova; Carlotta ringrazia in mille lingue il mio ragazzo per il passaggio e per la gentilezza, lui ridacchia e la rassicura salutandola anche con un abbraccio.
<<Mandami un messaggio appena arrivate, ok?>> gli ricordo.
Lui annuisce <<Divertitevi in vacanza>> mi abbraccia e mi bacia la guancia <<Grazie del passaggio>> sorride a Paulo.
Lui lo abbraccia rapidamente <<Fate attenzione>> si raccomanda mentre si avviano al binario.
Mi prende la mano e mi trascina in macchina <<Abbiamo tutta la giornata, calma>> ridacchio.
Scuote la testa <<Abbiamo giusto il tempo di arrivare in aeroporto>> dice invece.
Sgrano gli occhi <<Non ho fatto la valigia>> gli faccio notare, ma al suo mezzo sorriso sbuffo <<Certo, l’hai fatta tu>> borbotto.
<<Fede e Nahuel portano la mia a Caselle, partiamo subito per Mykonos>> mi spiega <<Relax, bebé, hai una settimana di vacanza in più>> mi fa l’occhiolino.
La camera è bellissima, da direttamente alla spiaggia; dopo il volo ci siamo buttati sul letto, stremati, poi ci siamo infilati i costumi e siamo scesi a prendere un po' di sole. L'ho costretto a mettere il cappellino perché quei capelli, con la ricrescita, stanno diventando ancora più imbarazzanti; un po' ha protestato, ma alla fine ha ceduto pensando fosse anche un buon diversivo per i fan. Povero illuso, ci sono voluti venti minuti esatti, prima che qualcuno si avvicinasse; fortuna ha voluto che in quel momento mi abbia chiamato Federico, così mi sono allontanata, ma so che non avrò tutta questa fortuna per le prossime. Senza contare che questa piccola isola è piena di paparazzi, essendo meta di molti personaggi famosi per le vacanze; certo non è al livello di Ibiza o Formentera, ma siamo lì.
Siamo già al secondo giorno e inizio a pentirmi di aver accettato: quella di seguirlo è stata una pessima idea, non sto usando giorni di ferie, ma sto perdendo la sanità mentale. È vero che Paulo senza maglia l'ho già ampiamente visto e anche toccato, ad essere sinceri, ma vederlo in costume -dal gusto discutibile- bagnato dall’ultimo tuffo che ritorna verso i nostri lettini e sempre più abbronzato, non aiuta. Non aiuta per niente.
Quando arriva ai lettini, si abbassa per schioccarmi un bacio dei suoi, all’angolo delle labbra <<Ti vedo distratta>> mormora divertito.
Lo guardo da dietro le lenti degli occhiali da sole <<Inizio a pentirmi di averti seguito>> borbotto, se si mette a pancia in giù, con il sedere in bella vista qua finisce male.
Mi guarda curioso e spaventato <<Perché?>> chiede alzando il viso.
Mi avvicino a lui <<Sei troppo sexy>> sussurro al suo orecchio.
Si morde il labbro e mi guarda severo quasi <<Te dije ya que no lo haces>> mi rimprovera.
<<Perché, è così divertente>> continuo maliziosa.
Sospira <<Artemide, se non la finisci mando a quel paese tutti propositi di fare il bravo ragazzo>> mi avverte e il suo sguardo scurito mi fa ritornare al mio posto.
Passa qualche minuto, poi la sua sdraio si avvicina alla mia <<Non volevo spaventarti, ma mi fai impazzire quando fai così>> mi spiega <<E c'è da dire che con questo costume sei sexy da morire>> aggiunge in sussurro direttamente al mio orecchio.
Mi mordo a sangue il labbro <<Andiamo a pranzo? Poi decidiamo che fare nel pomeriggio>> propongo.
Le sue labbra si increspano in uno dei suoi sorrisi maliziosi <<Che c'è? Non resisti più?>> chiede ironico.
Infilo il vestitino e mi abbasso alla sua altezza <<No, e non credo che tu voglia vedermi andare in acqua e tornare qua bagnata e gocciolante>> mormoro.
Deglutisco a fatica e si alza <<Forza, andiamo a pranzo>> esclama prendendo la sua roba e allungandomi la mia borsa.
Ridacchio e intreccio la mano alla sua; mi schiocca un bacio sulla guancia e ride anche lui, per poi mollare la stretta e posare il braccio attorno alle mie spalle.

Imprevisto // Paulo DybalaWhere stories live. Discover now