15. Discussioni

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Sospiro e poggio la nuca sullo schienale del divanetto: Max è tipo impazzito e già al secondo giorno di preparazione ci sta ammazzando, l’unico che sembra non risentirne più di tanto è Cristiano ma nemmeno mi stupisco. A volte mi chiedo se sia umano.
Sento qualcuno sedersi vicino a me, apro mezzo occhio e vedo Federico <<Non dirmi che hai dolori, perché non ci credo>> sussurro, avendo il terrore di sentire dolore se dovessi parlare con voce normale.
Sbuffa <<Ho dolori a muscoli che non sapevo nemmeno di avere>> sussurra anche lui <<Mi dici come fa?>> mi chiede e so a chi si riferisce.
Alzo le spalle, ma anche quel piccolo movimento mi provoca dolore <<Non voglio saperlo>> rispondo e sospiro di nuovo, forse ho trovato una posizione comoda.
Questi primi giorni di ritiro sono stati orribili: si dice che Gonza ci lasci e vada in prestito al Milan, Max è più matto del solito e già sgobbiamo come matti, non sento Artemide da più di trentasei ore e sto impazzendo. Abbiamo passato ogni attimo assieme da quando sono tornato dal mondiale: il viaggio in Argentina, poi la piccola parentesi in Grecia e staccarmi così radicalmente da lei è abbastanza traumatico. Mi manca, tanto, soprattutto passare il tempo con lei abbracciati a parlare; certo, parliamo anche quando ci chiamiamo e se sono lontano capita spesso, ma non è la stessa cosa perché non posso vederla arrossire alle mie battute ambigue o ai miei complimenti.
<<Paulo, senti, se chiedo ad Artemide di tenere Edin dici che può?>> mi chiede Miralem mentre siamo seduti aspettando il pranzo.
Mi mordo il labbro, perché da quanto sono nervoso mi viene da rispondergli male <<Mida non so, mi pare abbia il turno al bar e poi mi aveva accennato qualcosa riguardo andare in biblioteca. Prova a chiedere a Federico, ne sarebbe contento>> ovviamente so che lei ha il turno sino al pomeriggio e che appena finisce vola in biblioteca per finire di preparare l’esame che deve dare a settembre.
Nessuno sa di come le cose siano evolute tra Artemide e me, solo Gonzalo ma sta andando al Milan e si porterà il segreto con sé; con il bosniaco ci siamo sentiti poco e le foto che sono uscite della nostra vacanza greca non sono chiarissime, non si capisce se sia lei o qualcun'altra.
Annuisce <<Tutto ok?>> si preoccupa.
Mi stringo nelle spalle <<Sono solo stanco>> mento.
Se dovesse sfuggirmi anche la minima cosa sulla mia relazione con Artemide, parte un casino e diventiamo il pettegolezzo dello spogliatoio e onestamente non mi pare il caso.
Il bosniaco mi guarda dubbioso <<Sembri nervoso>> osserva.
Cerco di trattenermi, devo imparare a non scaricare la rabbia su terzi <<No, Max ci sta facendo sgobbare e dopo aver passato una settimana in Grecia a non far niente è più difficile riabituarsi ai suoi ritmi folli>> mento, anzi dico una mezza verità.
Alza le spalle <<Non hai tutti i torti>> commenta, ma vedo che non è convinto.
Prima della seconda seduta, provo a chiamare Mida: magari è in pausa e riesco a sentirla per cinque minuti, ma il telefono suona a vuoto. Sbuffo e mi siedo sul gradino fuori il complesso; non riesco a capacitarmi di come una persona possa mandarmi così tanto, eppure ci conosciamo da poco più di cinque mesi. Quando stavo con Antonella non era così: certo, sentivo la sua mancanza, ma poi passava subito preso dagli allenamenti e dai nuovi arrivati. Con Artemide non mi distrae nemmeno il fatto che al novanta per cento Gonzalo vada in prestito al Milan; mi azzardo a dire che forse peggiora soltanto la situazione, per quanto abbia legato con tutti qua, il mio connazionale avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. Certo, Torino e Milano sono solo a due ore di macchina, ma con gli impegni di entrambi e con il fatto che ogni momento libero voglio passarlo con Artemide, il tempo per vederci anche solo per una cena si ridurrebbe a vista d’occhio. Guardo l'ora nel telefono e sbuffo: Mida non mi risponde perché è in biblioteca e solitamente mette il cellulare in borsa con il silenzioso, oppure è talmente concentrata che non lo nota vicino a sé che squilla.
<<Ehi, tutto ok?>> alzo lo sguardo di scatto, riconoscendo la voce del mister.
Annuisco <<Riflettevo un po'>> mormoro.
Allegri si siede vicino a me <<È una bella ragazza, sai?>> mi fa gomito.
Lo guardo corrucciato <<La ragazza che hai baciato dopo la partita con l’Inter, non sono così scemo come pensate eh>> mi fa notare.
Alzo le mani <<Come ha fatto a capirlo?>> gli chiedo curioso.
Sbuffa <<Per l’amor del cielo Paulo, dammi del tu che non siamo in campo!>> esclama <<Come ho fatto a capire che ti sei innamorato?>> ripete la mia domanda.
Ridacchio imbarazzato <<Artemide mi piace e tanto, ma per parlare di amore mi sembra un po' presto. Ci ho messo tipo quattro mesi per baciarla decentemente e in maniera consapevole>> commento.
<<Per rispondere, comunque, sei più solare. Sei molto concentrato, ti diverti, sei tornato il Paulo che è arrivato tre anni fa. E l'ho riconosciuta dalle foto che vi hanno fatto in Grecia, avevo notato il tatuaggio a forma di barca sulla sua caviglia quando siete usciti a cena dopo la Samp mi pare, si vede in quelle dove salite quelle scale>> mi spiega.
Mi gratto la nuca in imbarazzo <<Andavo spesso al bar dove lavora, poco dopo che sono tornato dall’infortunio la mattina che sono arrivato tardi ho dimenticato il portafoglio. La sera, quando stavo andando via, lei era a Vinovo convincendo Domenico a chiamarmi per restituirmelo, ma lui non voleva saperne. Quando mi sono avvicinato mi ha spiegato tutto e ho insistito per ricambiare, visto che era stata così gentile ed è venuta all’allenamento a porte aperte la settimana dopo assieme al fratello, mi ha chiesto di scambiare due parole con lui. La sera l'ho contattata e siamo rimasti in contatto per molto, ci siamo visti per dei caffè e l'ho invitata a cena con Gonzalo e Lara perché era curioso di conoscerla. Poi c'è stato il Milan, il Real e tante altre cose. Durante il ritiro per il mondiale ho capito che era più di un’amicizia quello che volevo da lei, così quando abbiamo giocato con la Croazia e sono riuscito a farla venire in Russia, abbiamo parlato e ci siamo baciati seriamente e consapevolmente per la prima volta>> prendo respiro <<Quando abbiamo scoperto che avremo affrontato la Francia agli ottavi l'ho invitata di nuovo, perché ha sempre voluto conoscere Paul ma non ne ha mai avuto l’occasione e poi l'ho portata con me in Argentina>> concludo.
Rimane un attimo in silenzio <<Sembra una cosa seria, Paulo, non sei tipo da portare le ragazze che frequenti a casa tua in Argentina dopo appena quattro mesi di conoscenza>> osserva e non ho capito, ancora, come faccia a capire tutto.
Sospiro <<Artemide non è paragonabile nemmeno per errore ad Antonella, ma proprio per niente. Ad ottobre inizia il terzo anno di lettere e ha una media di trenta, ha già un’idea per la tesi e in tutto questo lavora per mantenere lei e i fratello che va ancora al liceo e per pagargli la retta della pallavolo. Riesce a ritagliarsi del tempo per andare in palestra a tenersi in forma, riuscendoci alla grande e per passare del tempo con me o con Federico, con cui ha un rapporto stupendo>> spiego <<Ogni volta che usciamo devo fare i salti mortali per pagare la cena o un semplice caffè, non parliamo di quando le faccio qualche regalo. Lei parla con Paulo, passa del tempo a fare niente con Paulo, ma riesce anche a festeggiare con Dybala o a consolarlo quando gioca male o si fa espellere in una partita importante come un quarto di Champions>> continuo.
Il mister sorride <<Ecco perché non eri a terra dopo quella maledetta partita>> commenta <<L'ho vista un paio di volte, Paulo, e mi sembra una brava ragazza oltre che bellissima. Questi pochi giorni di ritiro passeranno in fretta, vedrai, e potrai passare tutto il tempo che vuoi con lei>> mi da una pacca sulla spalla <<Senti così tanto la sua mancanza perché è diversa da quelle che hai frequentato di solito. Lasciale il tempo per studiare e per lavorare, avete tutto il tempo del mondo da passare assieme, il fatto che non ti risponda non significa che non ti voglia più nella sua vita, si sta semplicemente adeguando ai tuoi ritmi>> mi fa l'occhiolino e torna dentro.
Rimango un attimo fermo a guardare la sua figura allontanarsi: ha capito cosa mi turbasse senza che io ne parlassi, ogni tanto mi inquieta. Ma poi mi rendo conto che non ha tutti i torti: Artemide ha passato praticamente tutte le sue vacanze e tempo libero con me, abbandonando quasi completamente i libri, sicuramente vuole recuperare e mandare un po' avanti ora che non possiamo vederci e poi avere la libertà di star con me quando finiremo il ritiro. Nonostante sia consapevole di questo, la richiamo e quando non mi risponde un po' ci rimango male e un po' mi ingelosisco; potrebbe aver conosciuto chiunque in facoltà e star parlando con lui, magari uno che frequenta i suoi corsi e con cui può scambiare opinioni sugli argomenti degli esami, una cosa che con me non potrà mai fare.
Torno dagli altri forse più corrucciato di prima, confuso dagli ultimi miei pensieri e dalle parole del mister: posso essermi davvero innamorato di lei e non essermene ancora accorto? Insomma, è possibile? Di solito queste cose non si sentono subito?
Che casino…
Dopo cena la richiamo, provando con una video; mi risponde quasi subito e noto che ha acceso il computer e che è seduta a gambe incrociate sul letto, indossando nient’altro che una mia maglia.
Sorride <<Ciao Dybi!>> mi saluta allegra, ma noto che è stanca.
<<Ciao bebé>> le sorrido, cercando di mascherare sia i pensieri che ancora mi ronzano in testa, sia l'effetto che mi fa vederla vestita così <<Com'è andata la giornata?>> le chiedo e, mio malgrado, il tono mi esce vagamente acido.
Mi guarda corrucciata <<Piena, al bar con la riapertura c'è stato il caos più totale e poi ho passato praticamente il pomeriggio in biblioteca, sono tornata un'ora fa. Fede è fuori a cena con Carlotta, ne ho approfittato per fare una doccia rilassante e piazzarmi a letto con l’intenzione di riguardare per l’ennesima volta NCIS>> risponde infine sospirando <<Tu? Il primo giorno di ritiro con Ronaldo com'è andato?>> si informa.
Sbuffo <<Sono seduto esattamente come te, ma penso che dovrò chiamare uno dei fisioterapisti per potermi alzare>> borbotto <<Max è impazzito, ci ha ammazzati e Cristiano è l’unico che non sembrava risentirne. Con Berna pensiamo non sia umano>> aggiungo pensieroso <<Come mai sei stata tanto in biblioteca?>> le chiedo cercando di essere il più curioso possibile, fallendo di nuovo.
<<Ho perso la cognizione del tempo, ho visto le tue chiamate solo mentre andavo alla macchina ma eravate al campo, non mi avresti risposto comunque>> mormora e leggo il palese dubbio nei suoi occhi <<Ok, basta. Cosa sono tutte queste domande?!>> sbotta.
Cerco di dissimulare <<Non posso interessarmi della giornata della mia ragazza?>> chiedo alzando le spalle.
Sbuffa <<Non con quel tono acido, Paulo>> risponde secca.
<<Non mi hai risposto alle chiamate, ieri a malapena ci siamo sentiti perché eri prima con Federico e poi a lavoro e quando sei riuscita a chiamarmi, dovevo andare a cena e poi non mi hai risposto, rifilandomi un messaggio stamattina che ti sei addormentata perché eri distrutta. Oggi prima lavori e posso capire che tu non guardi il telefono, ma prima di andare in biblioteca potevi scrivermi, mi avrebbe fatto piacere, invece no e quando decido di chiamarti non rispondi perché sei talmente isolata nel tuo cazzo di mondo fatto di autori latini e leggende per guardare quel cazzo di telefono che hai vicino. Secondo te come dovrei sentirmi?!>> quasi urlo alla fine del mio monologo.
Mi guarda con un sopracciglio alzato <<Hai fumato? No perché al momento mi pare l’unico motivo per cui potresti sparare tutte quelle minchiate>> commenta fredda <<Mi spiace che sua maestà si sia sentita esclusa, la prossima volta mi faccio direttamente licenziare per rispondere alle tue chiamate e mando a puttane la mia carriera universitaria per la quale sto lasciando sangue praticamente per finirla con buoni risultati e per cui mi sto facendo in quattro, facendo anche due lavori se ho altre spese oltre le tasse universitarie da pagare. Scusa tanto se ci tengo e devo avere un cazzo di pezzo di carta per poter fare il lavoro che ho sempre sognato fare e se devo sudare per altri tre anni. Scusa eh, colpa mia>> dice sarcastica.
<<Nessuno ti ha chiesto di farlo, Artemide>> nemmeno rifletto più prima di parlare, tanto ormai la litigata è iniziata <<Avresti potuto prendere una pausa dallo studio, non ti avrebbe fatto male>> le faccio notare sempre più nervoso.
<<Peccato che io non possa, perché per seguire te prima in Russia e poi in Argentina abbia dovuto rimandare un esame e non abbia toccato libro per niente per quello che avevo già in programma di dare a settembre. Non passo gli esami perché ho un bel sorriso, Paulo, li passo che perché passo anche giornate intere a studiare. Ci sono giorni in cui Federico non mi vede perché sto chiusa in camera oppure perché dopo averlo accompagnato vado a lezione e poi passo il restante tempo tra il turno al bar e quando dovrò andare a prenderlo in palestra studiando e lavorando. Per poi passare anche gran parte della notte a continuare a studiare, per poter avere del tempo per andare alle sue partite senza avere il panico di non arrivare preparata all’esame>> ora sta urlando e credo di averla fatta veramente incazzare.
Incrocio le braccia al petto, sistemando bene il tablet così che mi veda <<Non avevi tempo per rispondere a me dieci minuti, ma per entrare su Whatsapp sì>> commento freddo.
Ride isterica <<Scusa?! Hai davvero controllato il mio accesso?!>> chiede sconvolta.
Annuisco <<Giusto per vedere se ero l’unico che ignoravi e a quanto pare non mi sono sbagliato di tanto>> rispondo seccato.
<<Ho guardato l'ora e ho visto dei messaggi di Federico, mio fratello>> sottolinea le ultime due parole <<Sono entrata per sapere di cosa avesse bisogno, perché se ancora non l’avessi ben capito, è sotto la mia responsabilità>> mi spiega sempre più nervosa.
Faccio un gesto vago della mano <<E dovrei crederti? Come faccio a sapere che non era un tuo collega o Carlo, che si vanta tanto di essere single?>> le chiedo freddo.
I suoi occhi si fanno lucidi e mi accorgo di aver appena fatto una cazzata <<Pensi davvero che mentre sei in ritiro io possa sentirmi con qualcun altro? Pensi davvero che io possa tradirti?!>> mormora e ora è soltanto delusa e ferita.
Mi metto seduto di scatto <<Artemide, scusami, non volevo insinuare niente di tutto quello>> cerco di rimediare.
<<Meno male che ero diversa dalle altre, da Antonella… vaffanculo Paulo, tu e la tua gelosia del cazzo!>> la schermata diventa nera e io non ho il tempo di dire altro.
Mi passo la mano sul viso, sospirando nervoso e sono tentato di lanciare contro il muro quel maledettissimo tablet; mi limito a sbatterlo malamente sul comodino e a buttarmi di schiena sul materasso.
<<Credo fosse il momento meno indicato per rientrare in camera>> mormora Federico fermo sulla soglia.
Lo guardo e poi torno a osservare il soffitto <<Dipende da cos'hai sentito>> dico soltanto.
Si siede sul suo letto <<La tua scenata di gelosia e il suo vaffanculo>> riassume <<Ne vuoi parlare?>> chiede cauto.
Nego con la testa <<Non è il momento, anche perché probabilmente ho rovinato l’unica cosa buona che sono riuscito a costruire in questi mesi>> rispondo sospirando.
Berna non dice altro, mi guarda preoccupato mentre mi preparo per la notte e poi mi corico, dandogli le spalle e spegnendo la luce del mio comodino; sono tentato di richiamarla, almeno per provare a sistemare il casino che ho fatto, ma poi mi rendo conto che mi beccherei un altro “vaffanculo" e rischierei di peggiorare solo la situazione.
Che testa di cazzo che sono…

Imprevisto // Paulo DybalaWhere stories live. Discover now