11. Regali

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Saranno tre giorni, da quando io e Paulo ci siamo baciati e dichiarati, che cammino ad un metro da terra; sono così felice che nemmeno andare a lavorare con temperature desertiche mi pesa. Stefania mi ha guardata strana per tutti questi giorni, ancora non le ho detto niente; in realtà, se non fosse per Alicia, nessuno sa della relazione appena nata tra me e Paulo.
<<Si può sapere che ti prende?>> mi chiede mentre sistemo le tazzine lavate.
Alzo le spalle <<Niente, ho solo passato dei bei momenti con Paulo in Russia>> rimango vaga, ma almeno non sto mentendo, sto omettendo.
Mi guarda poco convinta <<Sarà>> mormora.
Raggiungo i coniugi Scozzese, sempre puntuali <<Buon giorno!>> li saluto cordiale.
La signora Paola mi sorride <<Artemide, ma che bello rivederti!>> esclama con la solita dolcezza.
<<E’ un piacere anche per me, signora, vi porto il solito?>> chiedo gentile.
I due signori annuiscono <<Anzi>> mi blocca il signor Giovanni <<Niente cappuccio, è troppo caldo oggi. Fai due succhi d’ace belli freschi>> mi dice.
Annuisco e annoto sul blocchetto <<Arrivo subito>> torno al bancone, dando l’ordine alla mia amica e collega <<Berna mi ha detto che fate qualche giorno a Carrara>> la butto lì, con nonchalance.
Stefania arrossisce come una scolaretta <<Vuole presentarmi i suoi>> mormora.
Ridacchio <<Teme che sia affrettato>> le rivelo, sapendo che ne hanno già ampiamente discusso.
Lei sospira <<All’inizio lo sembrava anche a me, poi mi son detta che in fondo con lui sto bene, ha già conosciuto mia nonna, non vedo perché io non dovrei conoscere i suoi>> mi risponde tranquilla <<Ho ansia lo stesso, è comunque un passo importante come coppia e noi stiamo bruciando varie tappe, ma stiamo bene quindi non mi preoccupo più di tanto>> alza le spalle e sistema i bicchieri sul vassoio.
Lo prendo e le sorrido <<Sono contenta per voi>> le dico sincera, si merita un ragazzo come Federico, tanto quando lui merita una ragazza come Stefania.
Lasciati gli ordini ai signori Scozzese, vista la calma, do una veloce occhiata al telefono per vedere se ci sono messaggi di Federico o di Paulo; ne trovo un paio di mio fratello, che mi avverte che arriverà in treno la sera dopo, e una chiamata persa del numero dieci bianconero. Decido di richiamarlo, prendendomi una piccola pausa; recupero una bottiglietta d’acqua dal frigo e vado sul retro.
Risponde dopo pochi squilli <<Fai le valigie, parti di nuovo per la Russia>> dice subito.
<<Ciao Dybi, anche io sono contenta di sentirti. Sì, sei mancato anche me, nemmeno immagini quanto>> ribatto ironica.
Lui ride <<Ciao bebé, mi sei mancata>> si corregge <<Ma vale lo stesso quello che ho detto prima, non mi ricordo quando e a che ora, ma parti e anche Fede se torna presto>> mi spiega.
Sbuffo <<Potevi avvertirmi e avrei preso io i biglietti>> gli faccio notare.
<<Bebé, no, l’avevo detto che ti avrei fatto salire se avessimo incontrato la Francia e ho mantenuto la promessa. Non so a quale santo ci siamo votati per essere passati al secondo turno, ma è successo>> dice serio.
Non posso che convenire con lui, soprattutto sul finale <<Mi spiace, Pau, anche per Gonza>> mormoro <<Fede non dovrebbe avere problemi, certo annullerà tutto appena gli dico che andiamo a vedere la Francia>> cerco di sdrammatizzare.
Lo sento ridacchiare <<Meno male ci sei tu, bebé>> sussurra <<Mi manchi, non sai quanto>> continua con lo stesso tono <<Senti, so che là è inverno e tu il freddo non lo sopporti, però ti andrebbe di venire in Argentina con me appena finisco il mondiale? Tanto, visto come siamo arrivati a questo punto, sarà molto presto>> propone.
Mi mordo il labbro <<Pau, io…>> mi blocco non sapendo cosa dire.
<<Senti, pensaci, quando vieni ne parliamo. Se sei preoccupata per Fede, sai che è come un fratello, lo porterei con me ovunque>> mi dice con la sua tipica dolcezza.
Sospiro <<Non potrei mai chiederti una cosa del genere, lo sai>> gli faccio notare seria <<Potrebbe andare da papà o da mamma, non lo so. Però ne parliamo quando vengo, ok?>> propongo infine.
Acconsente <<D’accordo, ma non pensare di averla vinta con me signorina>> mi avverte fintamente minaccioso.
Scoppio a ridere <<Va bene>> gli assicuro <<Che farai quando mi vedrai?>> gli chiedo un po’ provocante e un po’ timida, mordendomi di nuovo il labbro.
Sento che sorride <<Al primo angoletto recupero i baci di questi giorni>> mormora <<Dopo gli abbracci e dopo ancora entrambi, nello stesso momento>> aggiunge.
<<Proposta allettante>> gli dico in un sussurro.
<<Molto, considerando quanto ti piace>> mi fa notare malizioso.
Arrossisco <<Non è assolutamente vero!>> esclamo, mentendo palesemente.
<<Certo, però non mi mollavi quando stavi partendo>> mi fa notare divertito.
<<Sapevo mi saresti mancato, volevo passare più tempo possibile con te>> cerco di salvarmi.
Lui scoppia a ridere <<Pessimo tentativo bebé>> mi fa notare e poi sospira <<Devo andare, il mister ci chiama. Ti mando un messaggio stasera, magari, ok? Ti voglio bene piccola>> non ho nemmeno il tempo di rispondergli, che ha già messo giù.
Rimango con un po’ di malinconia addosso, perché sarei voluta rimanere un altro po’ a parlare con lui; mi piace chiacchierare con Paulo così, senza pensieri, litigare perché mi fa troppi regali, oppure scherzare come stavamo facendo proprio adesso sui baci che ci siamo scambiati.
Stefania viene a richiamarmi ed io torno dentro, non prima di avergli mandato un messaggio con scritto “Anche tu” con un cuore giallo, sicura che capirà a cosa mi riferisco.
Il resto del turno passa senza grandi avvenimenti: qualche cliente abituale, qualche ragazzo in cerca di fresco, dei turisti e un gruppetto di diciassettenni e diciottenni che hanno fatto un po’ di confusione, ma niente che non si potesse tenere a bada.
Il giorno seguente, dopo una mattinata passata in compagnia di Guglielmo in giro per il centro e il pomeriggio al bar a lavoro, la sera vado alla stazione a prendere Federico; lascio la macchina vicino al locale e vado a piedi, tanto non è molto distante.
Quando tutto il suo gruppo scende dal treno, alcuni si fermano a salutarmi; mio fratello, come sempre, è tra gli ultimi ed è mano nella mano con quella che presumo sia Carlotta, perché dalla prima liceo è cresciuta veramente tanto.
<<Ami!>> esclama felice Fede, abbracciandomi.
Lo stringo forte <<Guarda come ti sei fatto, un carboncello>> gli dico divertita osservandolo.
Lui ridacchia <<Lei è Carlotta, la mia ragazza>> mi presenta la ragazza vicino a lui.
Le allungo la mano <<Artemide, la sorella di questo pazzo qua>> le dico gentile.
<<E’ un piacere conoscerti, Fede mi ha parlato molto di te>> mi stringe la mano.
Federico le posa un braccio sulle spalle <<Ami, ti spiace dare un passaggio anche a Carlotta? Il treno dei suoi è in ritardo>> mi chiede.
Alzo le spalle <<Certo, ma ho lasciato la macchina al bar, abbiamo un po’ da camminare>> li avverto.
Loro annuiscono e, mano nella mano, mi seguono raccontandomi di come abbiano passato questi giorni a Capri con i loro amici.
Quando arriviamo alla macchina, lascio che Fede sistemi i bagagli suoi e di Carlotta <<Senti, perché non rimani da noi stanotte? Poi domani ti riaccompagno a casa>> le propongo.
<<Non vorrei disturbare>> mormora imbarazzata.
Scuoto la testa salendo in auto <<Nessun disturbo, tranquilla>> le assicuro <<Potresti dormire in camera con Fede o possiamo aprire il divano letto, non è un problema>> aggiungo.
Guarda Federico, che le sorride <<Se non è un disturbo per te>> sorride.
<<Perfetto allora>> metto in moto e parto.
Al primo semaforo rosso che incontriamo, mio fratello si sporge dai sedili posteriori e mi stampa un bacio sulla guancia <<Sei la sorella migliore del mondo>> sussurra felice.
E questo è quello che conta di più, che sia felice.
La mattina dopo la riaccompagno a casa, come promesso e prima che usciamo mi arriva la busta con i biglietti per Francia-Argentina e un'altra più grande con un bigliettino attaccato; la apro e trovo la maglia da gioco di Paulo “Non so se giocherò, ma vorrei che la indossassi comunque, ti sentirò più vicina di quanto tu non sia già, anche con mezzo continente a separarci".
Sorrido <<Fede, tesoro, ti spiace infilarla nella mia valigia?>> gli chiedo.
<<Ma guardalo, pure la maglia ti regala>> commenta ironico.
Prendo un cuscino dal divano e glielo lancio <<Cretino!>> lo riprendo divertita <<Saluta la tua donzella, io avverto Guglielmo e Alessandro del pranzo>> gli dico uscendo e salendo la rampa di scale.
Due giorni dopo il figlio minore di Guglielmo ci sta gentilmente accompagnando a Caselle; dopo aver fatto il check-in ci prendiamo un caffè assieme e poi lo lasciamo tornare dal padre, visto che gli ha promesso una passeggiata al Parco del Valentino.
Di nuovo, viene a recuperarci una macchina messa a disposizione dalla nazionale, che ci porta direttamente all’albergo dedicato a noi famiglie; avrò detto a Paulo mille volte che non era necessario prendere una stanza qua, ma non c'è stato verso di farlo desistere.
Gonzalo è il primo che incontriamo e che ci saluta allegro; dopo esserci registrati, facciamo per andare in camera, ma due braccia mi circondano il bacino e mi bloccano al suo petto <<Ciao bebé>> sussurra al mio orecchio.
Sorrido e mi giro per lasciargli un bacio all’angolo delle labbra <<Ciao Dybi>> dico allo stesso modo.
<<Sto per vomitare>> sentiamo dire da mio fratello.
<<Ti faccio compagnia>> lo segue il Pipita.
Noi due sbuffiamo <<Parli proprio tu, che con Lara ti sciogli come neve al sole?>> lo riprende Paulo, continuando ad abbracciarmi.
<<Guarda che ti ho visto in stazione con Carlotta e anche a casa prima che la riportassi a casa sua>> faccio notare a Federico.
I due si guardano e alzano le spalle <<Beccati>> dicono all’unisono.
Scoppiamo a ridere <<Andate a sistemarvi, sarete anche stanchi dal viaggio>> ci dice il numero dieci sorridendo <<Ti mando un messaggio tra poco, ho una promessa da mantenere>> sussurra, di nuovo, al mio orecchio per poi lasciarmi andare.
Io e Fede ci sistemiamo nella nostra camera, poi lui si immerge in una dolcissima video con Carlotta e intanto io leggo un libro che ho preso da poco e che ancora non ho avuto il tempo di leggere. Avrò letto si e no una ventina di pagine, che il telefono mi avvisa dell’arrivo di un messaggio “Segui queste indicazioni, devo recuperare una marea di baci".
<<Fede, io scendo un attimo>> lo avverto.
Mi guarda e fa un sorriso malizioso <<Goditi la pomiciata>> dice e si becca l’ennesimo cuscino addosso.
Seguo attentamente le indicazioni che mi ha mandato e quando arrivo a destinazione mi sento tirare per il polso, ritrovandomi tra lui e il muro; non dice niente, sorride un attimo ed è subito sulle mie labbra. Una mano posata sul mio collo, l’altra appoggiata al muro, come ad intrappolarmi; le mie intrecciate dietro la sua nuca <<Ciao bebé>> ripete staccandosi e con un dolce sorriso ad increspargli le labbra.
Passo una mano tra i suoi capelli <<Ciao Pau>> mormoro sospirando felice.
Riprende a baciarmi, giocando con la collana che porto con la mano che era posata sul mio collo; io continuo a giocare con i suoi capelli corti sulla nuca e con le sue labbra sempre più vogliose.
<<Grazie per essere venuta>> sussurra quando ci stacchiamo.
Porto le mani ad incorniciargli il viso <<Grazie a te per avermi invitato>> ricambio sempre in un sussurro.
Mette entrambe le mani ai lati della mia testa e si avvicina al mio viso: accarezza il mio naso con il suo, in un gesto intimo e dolce allo stesso tempo, poi mi bacia ancora e ancora, fino a quando le nostre labbra non sono gonfie e rosse. Mi abbraccia, facendomi nascondere il viso nell’incavo del suo collo così da sentire il suo inconfondibile profumo; lascia un leggerissimo bacio sul mio collo e poi sospira, stringendomi forte <<Verrai in Argentina, Mida?>> mi chiede e il suo sembra il tono di chi è sul punto di piangere.
Penso un attimo e poi sospiro <<Devo vedere se posso prendere altri giorni di ferie, anche se ho un sacco di arretrati ne ho chiesto molti a fila>> gli spiego <<Ma cercherò di fare di tutto per partire con te, promesso>> gli assicuro.
Si stacca e mi osserva <<Giura che se non parti con me è solo perché non ti ha dato le ferie>> mi chiede e posso notare la paura nei suoi occhi.
Annuisco <<Giuro>> gli dico <<Ho solo paura che sia presto, Pau, niente di più>> confesso alla fine.
Alza le spalle <<Mia madre già la conosci>> mi fa notare ed io non posso che concordare.
Ha ragione: l’ostacolo più grande l’abbiamo superato, non credo che conoscere di persona i suoi nipoti e vedere per la prima volta suo fratello Gustavo sia così traumatico.
Mi bacia un'altra volta, perché “Siamo stati troppi giorni senza farlo"; poi sento la sua gamba vibrare <<Il telefono, Pau>> mormoro tra un bacio e l’altro.
Passa a baciarmi il collo <<Lascialo suonare>> mormora e ritorna alle mie labbra.
<<Potrebbe essere Gonzalo che ti cerca>> gli faccio notare.
Lui sbuffa ma guarda il telefono, digita veloce un messaggio e poi ritorna con la sua attenzione a me <<Dobbiamo tornare, il mister sta per fare una riunione>> mi dice dispiaciuto.
Gli prendo il viso tra le mani e gli stampo un bacio sulle labbra leggermente imbronciate <<Ehi, è il tuo lavoro, avremo tempo in vacanza e a Torino>> gli sorrido.
Lui annuisce e mi prende per mano per un pezzo, poi mi dice di fare la strada che ho fatto per scendere, che lui prenderà l’altra.
Dopo cena bussa alla nostra stanza <<Fede, senti, ti spiace lasciarci un attimo soli? Gonzalo ha detto che puoi raggiungerlo nella hall, per non stare solo>> gli chiede gentile.
Lui alza le spalle <<Certo, ma ricordate che ci devo dormire anch’io in quel letto>> ci fa l’occhiolino e, per pararsi il sedere, mi stampa un rumoroso bacio sulla guancia.
<<Che paraculo>> commenta il ragazzo vicino a me.
Scuoto la testa <<Come mai sei venuto?>> gli chiedo curiosa <<Ancora baci da recuperare?>> scherzo, sedendomi sulle sue gambe, già che si è seduto sul letto.
Nega con il capo <<Volevo parlarti di una cosa>> dice intrecciando le nostre mani <<Certo, se rimane tempo, qualche altro bacio te lo rubo>> fa un sorriso malizioso.
Mi sistemo bene in braccio a lui <<Dimmi>> lo esorto a parlare.
Si morde un attimo il labbro <<Ecco, che ne dici di tenerci per noi la nostra relazione? Almeno per un po', non voglio che ti mettano dentro pettegolezzi assurdi sulla mia forma al mondiale e cose del genere. Facciamo calmare un attimo le acque, ci godiamo le vacanze e poi vediamo di affrontare Torino, che dici?>> dice tutto d'un fiato.
Corrugo la fronte <<Che intendi, per noi?>> chiedo confusa.
Alza le spalle <<La mia idea era limitarci a Gonzalo, tuo fratello e la mia famiglia. Al massimo Paul domani quando lo incontriamo>> risponde <<Non voglio che tu la prenda a male, bebé, ma non sono ancora pronto a condividerti con il mondo e davvero non voglio che ti mettano in mezzo a pettegolezzi inutili>> chiarisce.
Gli metto la mano sulla bocca, perché inizia a straparlare <<Ehi, Paulo, ok, ho capito, calmati>> quasi sillabo <<Volevo solo sapere cosa intendevi, per me va bene, sai che non mi piace essere al centro dell’attenzione>> lo rassicuro.
Sorride <<Sei d’accordo?>> chiede sollevato.
Annuisco e lui mi abbraccia forte, facendomi cadere sul letto; si sistema e mi guarda a pochi centimetri dal mio viso <<Che ne dici di recuperare qualche altro bacio?>> mormora malizioso.
Gli accarezzo la schiena da sopra la maglia, poi infilo le mani sotto facendogli i grattini <<Dico che si potrebbe fare>> gli rispondo, avvicinandomi al sue labbra senza veramente toccarle.
Annulla lui la distanza, cominciando a giocare con la mia lingua e infilando una mano sotto la mia maglia e fermandosi sulla pancia, lasciando leggere carezze. Passiamo qualche minuto così, baciandoci e accarezzandoci, sino a quando si spalanca la porta <<Ma che schifo!>> io e Paulo ci stacchiamo di colpo e guardiamo Federico fermo sull'uscio.

Imprevisto // Paulo DybalaWhere stories live. Discover now