Capitolo 10

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Portare nel proprio grembo una creatura così piccola, dev'essere la sensazione più bella del mondo.

Quella "macchia" nello schermo, è un bambino, un bellissimo, indifeso, bambino e tu, sarai proprio tu a dargli la vita.

In piedi, accanto a Margareth osservavo incantata l'ecografia del suo bambino.

Non riuscivo a smettere di sorridere.

Maggie mi aveva chiesto di accompagnarla alla visita, visto che Jess si era rifiutato.

Codardo, è l'uomo che non si assume le proprie responsabilità.

"È sanissimo il bambino, e se vorrete, potrei già dirvi il suo sesso." Disse il dottore, posando la sonda ecografica.

Mi voltai verso Maggie e feci la mia faccia da "ti prego, ti prego, dì di sì".

Sorrise. "Ce lo dica, dottore." Disse, Margareth.

Incrociai le dita.

"È una bambina." Rispose, mettendo a posto le varie analisi.

Esultai contenta, quasi non mi mettevo a piangere.

Anche Maggie era felicissima, aveva sempre sognato di avere una bambina come prima figlia.

Sulla via del ritorno, discutemmo di tutti i tipi di nomi possibili.

"Che ne dici di Carol?" Propose Maggie.

"Scherzi?" Risposi. "È troppo da vecchia."

"Margo?"

"Mh... Che ne dici di Daisy?"

"Non mi piace."

"Peggy?"

"Non mi convince."

"Dafne." Dissi, infine.

Sorrise, Maggie. "Mi piace."

Parlammo delle tutine, dei passeggini e dei pannolini da comprare.

Anche se a volte c'era ancora un po di tensione quando si parlava di Jess, eravamo ritornate come prima.

E ringrazio di aver ascoltato Rosso, perché se quella notte non fossi andata da lei, probabilmente me ne sarei pentita per sempre.

Rosso, che era sempre accanto a me, in ogni circostanza.

Se ne andavano via tutti, ma Rosso, il mio angelo custode senza ali, mai.

Ricordo, quando presi il mio primo 8 in anatomia.

Papà era così felice che mi permise di uscire il sabato sera.

Rosso ed io decidemmo di andare a mangiare in una pizzeria per festeggiare il raro evento.

Era un posto molto carino, e la pizza che facevano era la più buona che avessi mai mangiato.

"È buoniffima!" Dissi, con la bocca mezza piena.

Rosso rise.

Bevvi un sorso di acqua e mandai giù. "Allora, ti stavo dicendo..." Continuai. "Quando la professoressa mi aveva fatto quella domanda, ero andata in palla, proprio non mi ricordavo di cosa stesse parlando. Poi fortunatamente, pensandoci meglio, ero riuscita a rispondere."

Rosso sorrise. "Te l'avevo detto che se ti impegnavi, ce l'avresti fatta."

Annuii e feci fuori un altro trancio di pizza.

"Ti è rimasto un po di sugo sull'angolo della bocca." Disse.

"Uh..." Presi un fazzoletto e mi pulii. "Ora?"

"No, aspetta... Dammi."

Si avvicinò e con delicatezza mi pulii con una tovaglietta.

Si fermò e restò a fissarmi per un lungo istante.

Rimasi paralizzata dal suo sguardo e da quegli occhi, che quella notte erano più azzurri che mai.

Sorrise, Rosso, allontanandosi.

"Ora va meglio." Mormorò.

Ero ancora un po' scossa da quello che era appena successo.

Per momento, pensai che mi avrebbe baciato.

Sciocchezze.

Perché mai avrebbe dovuto farlo? Per lui, ero semplicemente una sorella minore e io lo consideravo solo...

Fu in quel momento, che cominciai a chiedermi cosa fosse Rosso per me.

RED (#Wattys2016)Where stories live. Discover now