Capitolo 23

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Cominciò a piovere, così quando ritornai a casa ero bagnata fradicia.

Potevo anche prendermi la polmonite o la bronchite, potevo anche morire che non me ne fregava più di tanto.

Non tanto perché per l'ennesima volta mi hanno tradita o cosa, ma per il fatto che succederà di nuovo, in un futuro non lontano, verrò tradita di nuovo, e questo perché si finisce così se abbassiamo la guardia e lasciamo che le persone entrino a far parte della nostra vita.

Succede così, quando accetti di giocare a questo gioco chiamato amore.

Non dicono tutti che, perde chi ama di più?

E allora io non voglio più giocarci, perché sono stufa di continuare a perdere.

Andai direttamente in camera, senza nemmeno cenare.

Papà si preoccupò, e venne a chiedermi se c'era qualcosa che non andava.

Dissi solo che ero stanca e volevo dormire un po'.

Ed era vero.

Ero stanca della vita, di come le cose andavano, del mondo.

Papà annuì, nonostante avesse intuito che c'era qualcosa che non andava.

Proprio per questo motivo, chiamò Margareth, la quale sebbene fosse tardi, accorse subito.

Venne in camera mia che aveva il fiatone.

"Eff, cos'è successo?" chiese.

Mi voltai verso di lei, e mi sforzai di curvare le labbra, ma tutto quello che ne venne fuori fu qualcosa di simile a una smorfia.

Non stavo piangendo né niente.

Sentivo solo lancinante dolore che mi stava perforando dall'interno.

"Eff..." mormorò, avvicinandosi a me.

Si sedette sul bordo e mi accarezzò i capelli.

"Va tutto bene, sul serio, non c'è nulla che non si possa sistemare."

"Anche un cuore a pezzi?" chiesi assente. "Se si può, come potrebbe ritornare come prima?"

Maggie non rispose.

"Non potrebbe, giusto? Un cuore a pezzi, resta così com'è, anche se si cerca di riattaccare in qualsiasi modo ogni frammento."

Silenzio.

La pioggia che picchiettava contro il vetro della porta finestra.

"Li ho visti baciarsi all'uscita dell'università, Rosso e Libby." dissi, sempre con estrema calma.

Margareth si distese accanto a me e mi abbracciò.

Non disse nulla, non lo insultò come aveva fatto con Jess, per il semplice motivo che quella volta era diverso.

Quella volta, ci tenevo davvero, e quando tieni così tanto a una cosa o persona, finisci sempre col farti del male.

Un dolore che anche dopo anni non se ne potrebbe mai andare via, per il semplice motivo che le ferite astratte, quelle causate dai nostri sentimenti, non possono guarire.

Ci convivi, potrà far meno male col passare del tempo, ma ci sarà sempre.

RED (#Wattys2016)Where stories live. Discover now