Capitolo 12

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Fu indimenticabile, il momento in cui Meggie partorì.

Fu un travaglio lungo, che durò quasi 6 ore.

Ricordo nei minimi dettagli quel giorno.

Era la prima settimana di luglio ed eravamo al mare con Rosso e una sua amica, Isabelle.

Verso la fine della giornata, Maggie cominciò a sentire delle forte terribili alla pancia e alla schiena.

Provò a sedersi per un momento su una panchina, ma il dolore, invece di passare, aumentava.

"Mi si sono rotte le acque!" Urlò, in preda al panico. "Oh, mio dio, sto per partorire, sto per partorire!"

Chiamammo subito un'ambulanza.

Margareth, che stava stritolando la mano di Rosso, stava piangendo e allo stesso tempo urlando come impazzita.

L'ambulanza arrivò quasi subito, e la misero in una barella.

Quando arrivammo all'ospedale fu portata subito in sala parto.

L'utero si era già dilatato di 8-9 centimetri.

Era il grande momento e io ero accanto a lei, ma questo ovviamente non era lo stesso senza sua madre o il "presunto" padre.

"Effy..." Disse Maggie, in preda al dolore. "Ti prego, porta qui mia madre, ti prego, ho bisogno di lei, ho bisogno del suo appoggio, ho bisogno che ci sia, ti prego Effy!"

Non sapevo cosa dirle.

"Non possiamo più aspettare!" Disse l'infermiera.

Mollai la presa di Maggie, che sostituì la mia mano con quella di Rosso.

Isabelle, che aveva la patente, mi guidò con l'auto di Rosso fino alla casa di Maggie.

Sua madre, come sempre, era a casa, mentre il padre era andato al lavoro.

Non riuscivo a capire, come potessero trattare in quel modo la loro figlia.

Stava per partorire, Maggie stava per partorire la sua prima figlia, la loro nipote!

Quando lo dissi a sua madre, lei rimase indifferente e continuò a pulire il pavimento con l'aspirapolvere.

Arrabbiata, staccai la presa e la feci voltare verso di me.

"Sua figlia sta per partorire, se ne rende conto?! Non m'importa se non la considera più sua figlia, non m'importa se non la vuole più vedere, Maggie ora ha bisogno di lei e che lo voglia o no, viene con me!" Dissi, fuori di me.

Renée rimase senza parole, e mi guardò stupita.

Non mi aveva mai visto così.

"Su, forza, venga con me!" Le disse, ed entrambe andammo subito in ospedale.

Arrivammo che Maggie era ancora in travaglio.

Renée, rimase ferma davanti alla porta della sala parto a fissare Margareth, che non vedeva da mesi.

"Entri!" Le dissi e la spinsi verso Maggie.

Dopo essersi messa il grembiule e il capellino, andò accanto a lei.

Rosso, che era rimasto accanto a Margareth per tutto il tempo, le fece spazio e venne verso di me.

Uscimmo, e aspettammo finché non ci chiamarono.

Era bellissima, Dafne.

Occhi azzurri ghiaccio e capelli biondi.

Era così piccola, che quando Maggie me la fece prendere in braccio, avevo paura di farle male.

Sorrisi, guardandola.

"Menomale che ha preso tutto da te e non da quel coglione." Borbottai.

Maggie rise, era stanca, ma felice.

E anche Renée, nonostante tutto, dopo la aver visto nascere Dafne, si era dimenticata di tutta la rabbia provata.

"Non vorrò mai essere una donna." Disse Rosso, massaggiandosi la mano tutta arrossata che gli aveva stretto Maggie quando ero andata a cercare Renée.

"Fa male?" Chiesi, prendendogliela delicatamente.

Sorrise. "No, figurati."

Era tutta gonfia.

"Rosso..." Dissi, alzando lo sguardo verso di lui.

"Mh?"

"Grazie per esserci sempre." Conclusi, abbracciandolo forte.

Era uno di quei abbracci che vorresti non finissero mai.

RED (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora