Capitolo 22

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Non riuscivo a capacitarmi di come ero giunta a quella situazione.

Tutto incominciò qualche giorno prima, quando Margareth propose un'uscita a quattro, ovvero : io, Rosso, lei e Felix.

Neanche avevo accettato che già stava facendo la lista delle cose da fare.

"Allora è deciso, questo venerdì sera alle 21 davanti a quella pizzeria italiana di fronte al cinema." disse, tutta felice.

Guardai Felix confusa e lui ricambiò lo sguardo, finì che scoppiammo entrambi a ridere.

In ogni caso, quel venerdì sera, ci ritrovammo a mangiare pizza e a bere coca cola.

Dopo una breve presentazione, Rosso e Felix parlavano come fossero vecchi amici che si ritrovano dopo tanto tempo.

Come Maggie, anche Rosso parlava un francese impeccabile, dunque in silenzio anche quella sera, sforzandomi di sorridere e di annuire ogniqualvolta che mi domandavano qualcosa.

Ci fu anche qualcos'altro che mi infastidì leggermente.

Il fatto era che Rosso era uno di quei ragazzi che danno piena fiducia nelle persone e con questo, voglio dire che non era per niente geloso, il che a pensarci bene non era un male, ma siccome io mi dovevo fare sempre i miei complessi, avrei voluto che fosse un po' più protettivo nei miei confronti quando c'era di mezzo un ragazzo.

Avrei semplicemente dovuto disconettere la mente e non pensarci più, ma per quanto ci provassi non ci riuscivo.

Fu una serata magnifica per tutti, ma non per me.

In quel periodo, mi sentivo costantemente esclusa dal resto del mondo.

Rosso era impegnato con l'università.

Margareth con Dafne.

Papà con il lavoro.

Non ero arrabbiata con loro perchè non potevo fargliene una colpa, semplicemente mi sentivo abbandonata a me stessa.

Questo era il problema.

Io non dovevo assolutamente restare sola perchè in quel caso, avrei iniziato a pensare, e pensare era una delle cose che più detestavo fare.

I pensieri, spesso, feriscono.

Come quella volta in cui, non sapendo cosa fare, pensai di andare a prendere Rosso all'università.

Era pomeriggio inoltrato e seduta su una panchina, stavo aspettando che le lezioni finissero.

Era un luogo molto carino : c'erano molti alberi, panchine, prati e studenti che a gruppi leggevano o studiavano o ripassavano.

Il fatto che impresse quel giorno nei miei ricordi accadde quando suonò il campanello di fine lezioni.

Vidi Rosso scendere le scale ma proprio quando mi ero alzata per andare da lui, notai Libby, camminare accanto a lui.

Nessuno dei due mi aveva visto, ma per un istante, un solo istante, ebbi l'impressione che Libby invece, mi avesse vista davvero.

In ogni caso, per non so quale motivo, rimasi lì, ferma a guardarli.

E successe, successe quello che più temevo.

Libby si avvicinò a Rosso e lo baciò, come se stessere insieme da anni e quel gesto lo facesse tutti i giorni.

Lo baciò davvero.

Non riuscivo ancora a realizzare del tutto ciò che stava accadendo.

Prima che me ne rendessi conto, i miei piedi avevano iniziato muoversi e a correre il più lontano possibile da quel luogo, da quella scena, da loro.

Giunsi in un parco deserto.

Mi fermai e caddi sull'erba.

Nemmeno me ne accorsi, quando le lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi, come in una giornata di forte pioggia.

RED (#Wattys2016)Where stories live. Discover now