Capitolo 25

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Venne sotto casa mia, quella notte stessa.

Mi urlò di scendere, ma non lo feci.

Rimasi in silenzio accasciata contro il muro, con le lacrime agli occhi.

Solo dopo mezz'ora di continue urla, scesi.

Mi asciugai le lacrime e cercai di essere come sempre.

Quando mi vide, rimase per qualche istante a guardarmi, stupito del fatto che l'avessi ascoltato davvero.

Si avvicinò e mi strinse forte tra le sue braccia.

"Pensavo non saresti più scesa."

Chiusi gli occhi e mi morsi il labbro inferiore.

Stupida, lui non ti ama, mi dissi.

Ama Libby, non te.

Si sono baciati, li hai visti.

Mi staccai da lui e freddamente chiesi :"Cosa vuoi?"

"Nulla, voglio solo capire perché ti stai comportando così."

Feci una smorfia. "Smettila di fare finta di non sapere niente."

"Giuro che non sto facendo finta." affermò. "Voglio solo una spiegazione ragionevole per cui vuoi prendere questa pausa."

Guardai per terra, senza dire nulla.

Non potevo crederci, si ostinava a

fingere di non sapere nulla.

"Ti sei innamorata di un altro ragazzo?" domandò. "Non provi più quello che provavi prima per me? Dimmelo, perché non ci sto capendo più un cazzo."

"Smettila! Smettila, okay?" sbottai. "Ho visto tutto! Tu e Libby, l'altro giorno all'università, vi ho visti mentre vi baciavate, puoi anche finirla con tutte queste scenate."

Mi guardò perplesso.

"Cazzo, quel bacio intendi..." mormorò più fra sé e sé che a me.

"Dobbiamo chiarire questa situazione."

"Non vedo cosa ci sia da chiarire."

"C'è stato un malinteso, credimi Eff."

"Perché dovrei?"

"Perché io mi fido di te." disse, continuando a guardarmi negli occhi. "Te lo giuro Eff, non farei nulla che ti potrebbe far soffrire, credimi."

Abbassai lo sguardo verso l'asfalto.

"Anche se fosse vero, penso che dovremmo prenderci comunque una pausa, forse è meglio così." mormorai infine.

"Pensi.

Ma hai pensato a cosa vorrei io?"

Strinsi le mani in un pugno e feci inspirai profondamente.

"Ciao, Christopher." dissi, voltandomi per andarmene ma prima che lo potessi fare mi fermò afferrandomi la mano.

Mi girai e prima che potessi fare qualsiasi cosa, mi baciò.

"Resta, per favore." mormorò, appoggiando la sua fronte sulla mia.

Chiusi gli occhi e trattenni le lacrime.

"Scusami." risposi, con un filo di voce.

Non riuscivo a capire cosa mi stesse prendendo in quel momento ma per quanto mi sforzassi, non riuscivo né a credergli, né nient'altro.

Sentivo solo un dolore lancinante dentro.

Qualcosa di così soffocante che facevo a malapena a respirare.

Ritornai in casa e salii velocemente in camera.

Finalmente, potei scoppiare a piangere.

Ero io il problema, non lui, solo io.

RED (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora