Capitolo 24

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Il giorno seguente non andai a scuola.

Stavo troppo male mentalmente e fisicamente.

Neanche Margareth ci andò, nonostante avessi insistito il contrario.

Voleva a tutti i costi restare.

In effetti, aveva continuato a piovere per tutta la notte e ancora allora, stava piovendo a dirotto.

"Vuoi parlare?" chiese, mettendosi su a sedere.

Scossi la testa e continuai a fissare fuori dalla portafinestra.

"E se mangiassimo qualcosa?" domandò. "Prima di andarsene tuo padre ha detto che aveva fatto delle crepes e che le ha lasciate sul tavolo."

"Mangiale tu, non ho molta fame." risposi, e sforzai un sorriso.

"E' orribile."

"Cosa?"

"Quel sorriso."

Feci una smorfia.

"Effy, ti prego."

"Cosa?"

"Smettila di autodistruggerti." affermò, con rabbia. "La tua vita non è ancora finita, credimi. Ti sembra che tu non possa più continuare ad andare avanti, come se un muro di cemento ti stesse bloccando la strada, ma sai cosa? Tu sei forte abbastanza da abbatterlo, sono sicura che lo sei."

Voltai lo sguardo verso di lei, e rimasi a fissarla per qualche istante.

"Ti obbligo di alzarti."

Mugugnai. "Ti prego, no."

"Oh, sì invece."

E prima che potessi fare qualsiasi cosa, mi buttò giù dal letto.

"Ti odio."

"No, invece mi adori." canticchiò.

Mi diede una mano ad alzarmi e annunciò : "Ora mangiamo e andiamo fuori."

"Piove."

"La pioggia non ci impedirà di vivere." disse, con lo stesso tono di una di quelle eroine dei film.

Soffocai una risata e sospirai.

Mangiammo e alla fine, uscimmo davvero, nonostante stesse ancora piovviginando.

Rimasi sul portico, mentre Maggie uscì e iniziò a girare su stessa come se stesse ballando.

"Sei pazza."

"E' bellissimo." disse, alzando lo sguardo verso il cielo.

"Ti ammalerai."

"Su, forza, vieni anche tu!" insistette.

"Non ci penso nemmeno, sono già stata abbastanza sotto la pioggia."

"Se non lo fai invierò una foto di te da piccola a tutta la classe."

"Non oseresti."

"Mi hai vista?"

"Continuo a chiedermi perchè sono tua amica."

"Perchè mi ami."

"Sì, come amo Cassie, Jess, Libby e.."

Prima che potessi arrivare a quel nome, Margareth mi tirò fuori e iniziò a girare come una forsennata.

Non smise di ridere neanche per un attimo.

Nemmeno mi accorsi che aveva smesso di piovere quando ci fermammo a riprendere fiato.

"Non è stato divertente?"

Scossi la testa. "Potrei vomitare sulle tue scarpe nuove."

"Te li farei lavare se lo facessi."

Risi.

"Prossima tappa..." annunciò.

"In camera a dormire." la precedetti.

"Sempre a dormire, sei proprio pigra!" bofonchiò. "E se andassimo a..."

Stavo già rientrando dentro.

"Ehi, ma non ho ancora finito!" urlò, seguendomi.

Ritornammo in camera, leggermente bagnate, nonostante ci fossimo messe l'impermeabile prima di uscire.

Mi sdraiai sul letto e sosprai.

Maggie si sedette accanto e mi guardò come una madre guarderebbe sua figlia quando è triste.

"Sei sicura di quello che hai visto?"

"A meno che quello non fosse Rosso e quella Libby, allora sì, ne sono sicura."

"E' stato Rosso a baciarla?"

"Non lo so, ma che importerebbe?"

"E invece sì, perchè magari è stata quella troia a baciarlo contro la sua volontà."

"Non penso, e poi, perchè avrebbe dovuto?"

"Per farti ingelosire."

"Non sapeva nemmeno che ci fossi."

"Ne sei proprio sicura?"

"Sì."

Sospirò e si sdraiò anche lei.

Finì che chiamai Rosso, quella stessa notte.

"Pronto Effy, come stai? Tuo padre mi hai detto che stai male."

"Sto benissimo, non preoccuparti."

"Che hai?"

"Nulla, volevo solo parlarti di una cosa."

"Dimmi."

"Penso che dovremmo prenderci una pausa."

"Cosa?"

"Ho detto che..."

"Ho sentito benissimo cos'hai detto, ma non capisco il perchè tu lo stia dicendo."

Rimasi in silenzio.

"Effy?"

"Non funziona più, non credi?"

"No, non sono d'accordo."

"Christopher, è meglio se la finiamo qui." dissi e chiusi la chiamata.

"Effy..."

Buttai il cellulare su letto e tirai un calcio sulla porta.

Mi accasciai a terra e cercai di calmami, ma per quanto ci provassi, era impossibile.

RED (#Wattys2016)Where stories live. Discover now