Capitolo 21

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Verso sera, Rosso, invece di telefonarmi riuscì a passare di persona.

Cenammo insieme a papà, il quale, ultimamente, cercava sempre di ritornare ritornare a casa per cenare con me.

Apprezzai moltissimo questo gesto, e infatti, a modo mio, cercai di cambiare il mio atteggiamento.

Parlammo del più e del meno per tutta la serata.

Ci fu una cosa però, che mi infastidì un po'.

Quel giorno, Rosso aveva conosciuto una ragazza all'università che, cosa molto rara visto che era per lo più un settore in cui andavano più maschi che femmine, era molto dotata e informata in ciò che stavano studiando.

Papà sembrò molto interessato, mentre io mi sentii per tutto il tempo come messa da parte.

"Dovresti conoscerla." disse Rosso, voltandosi verso di me. "Le ho parlato molto di te e anche lei ci terrebbe molto a incontrarti."

Sforzai un sorriso. "Sul serio?" risposi, cercando di assumere un tono più entusiastico. "Allora potremo uscire una volta tanto insieme."

Finimmo di mangiare e accompagnai Rosso alla sua macchina.

Doveva tornare presto a casa perché l'indomani avrebbe dovuto già tenere un esame.

"Domani potrai venire?" chiesi, mettendo le braccia attorno al suo collo.

"Non lo so." rispose, stringendomi a sé. "Ci hanno messo un sacco di esami, e ci hanno dato 6 libri da 500 pagine da studiare per il prossimo."

"Capisco." borbottai tristemente.

"Ma di qualsiasi cosa, se hai bisogno, fammi uno squillo e vengo subito." si affrettò ad aggiungere.

Sforzai di nuovo un sorriso.

"Nel weekend però potrai avermi tutto per te."

Si avvicinò e mi diede un bacio.

"Ora devo andare, buona notte." mormorò, avviandosi verso la sua macchina.

Mi salutò un'ultima volta prima di salire in macchina e andarsene.

"Buona notte." mormorai fra me e me, guardandoli allontanarsi sempre di più.

Quando mi voltai per ritornare in casa mi scontrai contro un ragazzo.

"Scusami." disse, con un forte accento.

Alzai gli occhi e vidi Felix.

"Effy!" disse sorpreso. "Non sapevo abitassi qui."

Il suo nasale si sentiva tantissimo, cosa che mi faceva morire dal ridere.

Non sapevo il motivo, ma la trovavo una cosa divertente.

"Stavi andando a correre?" chiesi, notando che era in tuta.

"Oui, mais ora stavo ritornando à la maison."

Il fatto che mischiasse l'inglese con il francese non mi aiutava a capirlo.

"Ah, capito."

"Alors, tu habites ici?" chiese, dopo un po'.

"Cosa?"

"Tu habites qui?" ripeté.

"In questa casa qui." dissi indicandola.

Sorrise. "È molto bella."

Annuii. "Sì, piace abbastanza anche a me."

Mi voltai verso di lui e dissi : "Scusa, ma adesso devo ritornare a casa."

"Okay, allora a demain." rispose, e sempre con la stessa sorpresa con cui reagii quando mi diede un bacio sulla mano, anche quella volta rimasi stupefatta quando si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia.

Manco ci conoscessimo da una vita.

Sorrise e ritornò a correre verso casa sua, lasciandomi lì, immobile come una statua.

Scossi la testa, e dopo essermi ripresa da quel fatto, che decisi di non raccontare a Maggie, ritornai in camera mia.

Qualche giorno dopo, Rosso ed io uscimmo con quella ragazza di cui mi aveva parlato, Libby.

Dovevo ammetterlo, oltre ad essere bellissima era anche una persona fantastica.

Non riuscivo a trovare proprio nulla da dire.

Tutto ciò che diceva, il suo modo di parlare, lei, incantava tutte le persone che le stavano attorno.

Mi diede un tale fastidio, che me ne stetti zitta per tutta la serata e lasciai Rosso e lei parlare di tutte quelle cose di cui non riuscivo a capire un accidenti.

Sì, mi stavo proprio comportando come una bambina, ma non potevo farne a fare a meno.

Dopo aver portato a casa Libby, Rosso mi chiede in macchina che cosa mi era preso per tutta la serata.

"Nulla, semplicemente non riuscivo a capire i vostri discorsi." risposi.

"Sei gelosa?"

"No."

"Sì, lo sei."

"No, non lo so.

Figuriamoci."

"Dai Effy, non c'è nulla di cui dovresti essere gelosa."

"Non sono gelosa."

"Lo sai che non ci sarà nessuno che ti potrà mai sostituire."

"Te l'ho detto, non sono gelosa."

Invece lo ero.

Ma pur di non dargli ragione, mi ostinavo a dire che non lo ero.

"Okay, va bene." disse alla fine. "Però sappi che nel mio cuore ci sarà posto sempre e solo per te."

Sorrisi appena.

Si fermò davanti al cancello di casa mia e si voltò verso di me.

Era così bello avere quegli occhi color mare davanti ai miei, e poterli osservare quanto li volevo.

"Ricordatelo, tu sei fantastica così come sei e nessuno ti potrà mai sostituire, nessuno."

Si avvicinò quel tanto da potermi baciare.

"Domani potrò finalmente venire ad aiutarti con i compiti." disse, mentre mi accompagnava verso la porta.

Sorrisi. "Bene."

Mi accarezzò una guancia e ricambiò il sorriso. "Buona notte."

Uscì dal cancello e ritornò in macchina.

Entrai in casa e salii velocemente in camera.

Chiusi la porta e respirai profondamente.

Aveva una fottuta paura di perderlo.

Quella Libby non mi convinceva, no.

Il tempo passò con una velocità spaventosa quell'anno.

Papà guarì completamente e ora era più in forma che mai.

Maggie e sua madre si parlavano di nuovo e sembrò che la nascita di Dafne le avesse legate ancora di più.

Rosso era ormai al suo secondo anno di università e io, che ancora non riuscivo a realizzare questo fatto, ero al mio ultimo anno di liceo.

Dovevo trovare un modo per rallentare tutto.

RED (#Wattys2016)Where stories live. Discover now