•ventinove•

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(pov Jungkook)

«Dove cazzo è Taehyung?» borbotto, non vedendolo dove l'avevamo lasciato.

«F-forse è a-andato s-sul...sul l-lungomare» sussurra Jimin, ansimando piano a causa del vibratore.

Gli accarezzo i capelli e gli bacio la fronte:
«Quando torneremo a casa, te lo toglierò, non preoccuparti. Serve solo a farti capire chi comanda»

«S-sí, p-papi» annuisce tremando, tenendosi ben saldo al mio bicipite.

Ci incamminiamo verso il lungomare, dove sono state allestite diverse attrazioni e chioschi, che pullulano di turisti.

«Chiamiamolo, va'»
Accendo il telefono, cercando il contatto di Taehyung, ma mi rendo conto di non averlo.

«Chim, mi presti il tuo cellulare?»
«È n-nel-nella t-tasca d-dietro, i-io n-non...»
«Okay, amore, ho capito»

Infilo la mano nella tasca dei suoi pantaloncini, dando una leggera toccatina a quel fantastico culo che si ritrova, e tiro fuori il suo dispositivo.

«Il codice?»
«T-trenta, d-dodici» mormora, completamente rosso.
«Non è il compleanno di Tae?»
Annuisce teneramente, imbarazzato, e non riesco a trattenermi dal chinarmi e baciarlo sulle labbra.

Prova a chiedere l'accesso, per trovare un po' di conforto, ma glielo nego, staccandomi subito e facendolo imbronciare.
«Sei ancora in punizione, ricordi?»

Volge lo sguardo altrove, senza riuscire però a muovere anche le gambe, troppo scosse.

«Pronto?» risponde una voce, che non sembra quella di Taehyung, ma non ci dò troppo peso.
«Dove sei? Ti avevo detto di rimanere qui.»
«Scusa, ma Taehyung è occupato con me al momento» replica sempre la stessa voce e stavolta mi è chiaro che appartenga ad un altro ragazzo.

«Tu chi sei?»
«Quello che si fotterà il bel culetto del tuo amico, fratello»

Mi ribolle il sangue dalla rabbia per il tono saccente che usa questo tizio, completamente sicuro di sè.
«Oh, ho sempre voluto farmelo!» esclamo, mentre Jimin mi guarda stranito «Ti andrebbe una cosa a tre?»

«Vedo che parliamo la stessa lingua, amico mio. Vieni pure, siamo ai tavolini del messicano, Taehyung è andato un attimo a comprarsi da mangiare, perciò sbrigati!»

«Grande! Arrivo subito!» e con questo chiudo la chiamata, prendendo per mano Jimin ed avanzando a passo deciso verso il chiosco.

«Lo faccio a pezzi, sto' coglione» ringhio, mentre il castano accanto a me cerca di seguirmi senza sfregare troppo le sue natiche.

TRIP┃vminkookWhere stories live. Discover now