2: Talento nascosto.

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Sopportare per un'ora intera l'aroma – per non dire altro – inconfondibile di un essere spregevole come lui, è stata a tutti gli effetti una missione impossibile.

Sapevo che frequentando un posto affollato come il liceo, prima o poi avrei dovuto avere a che fare con qualcuno di spiacevole.

Ma non pensavo quel qualcuno sarebbe stato proprio un ragazzo alto quanto una giraffa; con l'aria da stronzo e soprattutto... appartenente alla mia specie rivale.

I lupi mannari.






«Non ci crederete

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«Non ci crederete... ma ho appena conosciuto un lupo mannaro.»

Nemmeno il tempo di terminare la frase, che sul viso dei due vampiri si forma una smorfia.
Non che mi aspettassi una reazione diversa, in realtà.

«Sei serio?!»

«Un lupo mannaro? Qui?»

Notando la mia faccia seria, i due fratelli capiscono che non sto scherzando.

«Bene» prorompe Al. «Quando lo uccidiamo?»

«Non possiamo. Ucciderne uno significherebbe scatenare una guerra e lo sai benissimo.» lo riprende Arkell.

«E allora cosa proponi di fare? Non possiamo lasciarlo vagare per la scuola come se niente fosse.»

«Noi siamo vampiri, eppure lo facciamo.»

Ed è così che iniziano a battibeccare tra loro.
Pur essendo gemelli e non solo, anche sopportandosi a vicenda da ormai quasi un secolo, i due vampiri non riescono proprio ad andare d'accordo.
Sono l'opposto l'uno dell'altro, non solo per quanto riguarda l'aspetto esteriore, bensì anche quello interiore.
Se dovessi organizzare una festa chiedere aiuto sicuramente ad Aloysius. Se dovessi, invece, affrontare un momento serio e avessi bisogno di un consiglio, mi affiderei ad Arkell.
In un modo o nell'altro, so che posso sempre contare su di loro.

«Sentite, ho capito a quale specie appartiene semplicemente dal suo odore. E... sì: è davvero insopportabile, e non mi dispiacerebbe affatto farlo fuori... ma non possiamo ucciderlo, non senza un motivo.»

E sono i suoi occhi quelli con cui mi scontro nel momento esatto in cui pronuncio queste parole.

Lo vedo in lontananza.
Attorniato da diversi studenti ai quali non presta la minima attenzione.

«È un lupo mannaro, questo basta come motivo.» insiste Al.

Il biondo tinto non sembra ancora convinto, così continuo. «Dobbiamo cercare di dividere la stessa aria senza scatenare una guerra. Viviamo in mezzo agli umani, dobbiamo cercare di comportarci come loro

«È qui vicino, vero? Sento l'odore...» Arkell accompagna quelle parole con una smorfia disgustata. Come dargli torto, per un vampiro non c'è odore peggiore di quello di un lupo mannaro. È sempre stato così, anche se non abbiamo mai scoperto il motivo.

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