29: Sei ancora in tempo per procreare.

4.2K 242 131
                                    

La mattina successiva inizio la giornata con una doccia fredda.

Passo parecchio tempo chiuso in bagno; mentre mi sistemo i capelli, vedo con la coda dell'occhio il cellulare illuminarsi più volte, avvisandomi dei messaggi ricevuti.

Quando lo prendo, non mi sorprendo di trovare il nome di Al sullo schermo. Faccio partire la registrazione che mi ha inviato.

"Auguri coglione! Preparati, oggi si festeggia!"

Quel coglione non mi stupisce affatto, Al non è in grado di formulare una frase intera senza inserire all'interno almeno una parolaccia.

Leggo gli altri messaggi da parte di alcuni miei compagni, ai quali rispondo a tutti con la stessa faccina.

Scendo in cucina per fare colazione.

Nel frigorifero mi è rimasta una sacca di sangue proveniente dalla Svezia, regalo dei miei genitori, ormai più di un mese fa.

L'unica cosa positiva dei loro ritorni dai lunghi viaggi, sono le ingenti quantità di sangue che mi portano.

La mattina prosegue tranquillamente, finché non sento qualcuno bussare alla porta.

Non faccio in tempo ad aprire che le voci di Aloysius e Arkell mi arrivano ai timpani.

«È ora della festa!» esclama il biondo tinto.

Subito dopo diverse persone riempiono il mio salotto. Riconosco alcuni compagni di corso, ognuno con qualche regalo o qualche cassa di birra in mano.

Nel momento in cui il mio sguardo si scontra con la figura alta di James, mi sembra come se il suo calore avesse riscaldato l'intera stanza.

I suoi occhi dai colori differenti si posano su di me, e un sorriso sincero si forma sul suo viso.

Arkell attacca il suo cellulare ad una cassa, poi la musica si diffonde nella stanza.

Presto iniziano a circolare le lattine di birra e qualche bottiglia d'alcol.

Le persone riempiono il salotto e iniziano a ballare come se fossero in discoteca.

Al mi dà una pacca amichevole sulla spalla.

«Sai qual è la cosa più bella?» domanda. «L'alcol è gratis!»

Sorrido, scompigliandogli i capelli con una mano.

Ad un certo punto si allontana per raggiungere la ragazza con cui si sta frequentando. Ancora non è chiaro cosa ci sia esattamente tra quei due.

Mi prendo qualche secondo per osservarla. Non so perché, ma quella ragazza mi ricorda qualcuno. Solo non riesco a capire chi. Soprattutto il suo sguardo scuro.

«Sei ufficialmente maggiorenne.» la voce di James mi arriva alle spalle.

Mi giro verso di lui.

«Già» sorrido. «Tutti sono convinti che oggi compio diciotto anni.»

«In realtà quanti ne compi?» mi passa una lattina, mentre si porta la sua alle labbra.

«Novantanove.»

«Ah» gli esce una risatina. «Allora sei ancora in tempo per procreare.»

Apro la lattina e me la porto alle labbra.

«E con chi dovrei farlo? Conosci qualche essere maschile in grado di partorire?»

Rimaniamo qualche istante a fissarci, prima di scoppiare entrambi a ridere per quella domanda priva di senso.

Alcuni ragazzi si avvicinano per farmi gli auguri.

Sorrido per ringraziarli, prima di vederli raggiungere i loro amici.

«Siamo gli unici che non stanno ballando.» constato.

«No» si affretta a dire James. «Non guardarmi così.»

«Così, come?» sorrido.

«So a cosa stai pensando, ma no, io non ballo.» dice risoluto.

Faccio un passo verso di lui.

«Avanti» lo sprono. «Il mondo non finisce se per una volta lasci da parte la tua corazza.» le mie parole sembrano colpirlo.

I suoi occhi chiari si spalancano appena, poi sospira.

«Solo perché è il tuo compleanno.» borbotta.

Un altro passo. Afferro la lattina di birra ormai vuota dalle sue mani e la lascio sul tavolino alle sue spalle, insieme alla mia.

Inizio a ballare, sotto il suo sguardo incerto.

Passano diversi istanti, poi finalmente James inizia a muoversi lentamente, e per un secondo rimango sorpreso nel vederlo così.

Mentre lo osservo ballare, mi vengono in mente alcuni momenti appartenenti ormai a qualche mese fa.

Quando vederlo sorridere sembrava impossibile.

Quando la sua corazza gli impediva di aprirsi, di mostrare al mondo che persona fantastica fosse in realtà.

Vederlo così mi provoca un sorriso.

Il cuore fa un guizzo.

Nessun altro è mai stato in grado di entrarmi così... di infiltrarsi nella mia vita e mandarmi in tilt il cervello.

Ma lui è James Morales.

Lui è l'errore che non dovrei assolutamente commettere, ma per cui vale la rischiare.



🔥


«Qual è il tuo piano?» la voce roca dell'uomo si diffonde nella stanza fredda, illuminata soltanto dalla poca luce che penetra dalle finestre.

Il castano sorride malvagiamente; dal suo palmo aperto fuoriesce una piccola fiamma rossa.

«Gli farò credere di essere sparito. Penseranno di poter abbassare la guardia, e sarà proprio in quel momento che attaccherò.»

«I tuoi genitori sarebbero fieri di te, Cameron.»

«Lo so, ed è per questo devo riunire tutte le mie forze per eliminare quegli esseri da questo mondo.»

I due si lanciano una rapida occhiata. Il più anziano è seduto dietro la sua scrivania a fumare un sigaro, il giovane, invece, lancia qualche piccola fiamma davanti a sé, per testare la sua potenza.

«Annabelle dov'è?» domanda l'uomo.

«Oh» un ghigno si forma sul suo viso pallido. «È impegnata a tenerli d'occhio.»

Suo zio sorride. Abbandona il sigaro sul portacenere e apre a sua volta il palmo, facendo fuoriuscire una fiamma nera.

«La fine sta arrivando, e questa volta saremo noi a vincere.»

Lasciati amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora