13: È un ordine?

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«L'interrogazione è andata benissimo. Sono stato il migliore della classe.»

A fine lezione, dopo aver aspettato che la classe si sia svuotata, mi avvicino alla professoressa e la guardo dritta negli occhi, pronunciando quella frase.

La donna annuisce e mi rivolge un sorriso luminoso.

«Complimenti Cooper, la tua interrogazione è stata sorprendente.»

Sorrido.

«La ringrazio.»

Quando esco dalla classe trovo i due gemelli ad aspettarmi.

«Sei proprio uno stronzo.» Al mi batte una mano sulla spalla in modo amichevole, accompagnando quella frase da una risatina. Probabilmente hanno sentito tutto.

«Il vantaggio di essere vampiri, no?» esclamo.

Durante la pausa pranzo ci dirigiamo verso il giardino, quando una voce familiare richiama la mia attenzione. Ci giriamo entrambi verso la persona che ha parlato, e troviamo Cameron con un sacchetto marrone tra le mani.

«Mangiamo insieme?» quella domanda è rivolta a me. I miei amici non dicono niente, ma dall'espressione di Al capisco che il castano non gli va a genio.

«Facciamo un'altra volta? Sono con loro.» dico.

Cameron cambia espressione. Il suo sorriso svanisce. Sembra pensare qualcosa, poi alza un sopracciglio e torna a guardarmi.

«Che problema c'è? Mi unisco a voi.» dice.

Arkell tossisce, mentre Aloysius mi si posiziona davanti.

«Scusa, amico, ma siamo un trio invarcabile.»

Cameron non demorde. «Io vorrei parlare con Chaz, se non ti dispiace.»

«Mi dispiace.»

«Al, perché non andate avanti? Vedo cosa vuole dirmi, poi vi raggiungo.»

Il mio amico fa una smorfia. «Non metterci troppo.»

Una volta rimasti soli, Cameron torna a sorridere spudoratamente.

«Non piaccio ai tuoi amici, eh?»

«Non farci caso.»

«Mangiamo qualcosa?»

«Te l'ho detto, sono con loro...»

«Non puoi rimandare?»

Inizio ad infastidirmi.

«No.»

«Sicuro?» si avvicina. Mi sventola il sacchetto marrone davanti al viso. Sento un odore strano dispersi nell'aria intorno a noi.

«Sai cosa? Dirò ai miei amici di mangiare senza di me.» dico.

Cameron ghigna.

«Perfetto.»

Per un momento penso voglia andare in mensa, ma cambio idea quando lo vedo incamminarsi verso la parte opposta. Lo seguo fino alla classe dove abbiamo avuto lezione l'ora precedente.

«Almeno qui non ci disturba nessuno.» dice il castano.

Annuisco, anche se lui, essendo di spalle, non può vedermi.

Cameron si siede al suo posto e mi invita a sedermi accanto a lui. Posiziona il sacchetto sul banco e tira fuori un panino dal colore giallognolo. Sembra... scaduto.

«Questo è per te.» sorride.

«Posso sapere di che anno è quel panino?»

Lui non risponde alla mia battuta. Mi allunga il panino e io lo guardo con disgusto.

Solo il pensiero di mangiarlo mi fa venire il voltastomaco. In questo momento ho decisamente voglia di sangue.

Guardo il panino, poi guardo Cameron, e un pensiero mi balena per la testa.

Lo guardo dritto negli occhi. Lui ricambia lo sguardo, senza dire niente.

Provo ad aprire la bocca per soggiogarlo, ma improvvisamente mi sento come bloccato. Vorrei parlare, ma non riesco.

«Che succede? Non hai fame?»

Scuoto la testa.

«Peccato, perché lo mangerai lo stesso.»

Lo guardo stranito. «Come, scusa?» riesco finalmente a parlare.

«Tu mangerai questo panino.»

Sta scherzando?

«È un ordine?» domando, ora più serio.

«Forse non ci siamo capiti... tu fai quello che dico io.»

«Tu non sai con chi stai parlando!» mi alzo di scatto.

Poi, però, succede una cosa strana: Cameron si alza e mi spiaccica il panino all'altezza della bocca. Sento ancora quello strano odore, e subito mi calmo.

«Apri la bocca.»

Lo faccio.

Cameron si lecca le labbra mentre mi costringe a mangiare il panino.

«Bravo bambino.»

Mastico lentamente, senza percepire alcun gusto.

Mi rimetto seduto e in quel momento sento il cellulare vibrare, lo tiro fuori e leggo il messaggio.

Da Aloysous:
che fine hai fatto?

Faccio per rispondere ma Cameron mi leva il cellulare dalle mani.

«Ora non ti serve.»

Non riesco nemmeno a muovermi, mi sento immobilizzato da qualcosa di invisibile.

«Ora che siamo soli, devo farti delle domande.» mi porta una mano sul mento e mi costringe a guardarlo. «Quanti siete?»

«Cosa intendi?»

Lui fa una risata amara.

«Voi. Quanti siete?»

«Non...» vengo interrotto dal rumore della porta che viene aperta di scatto.

Il rumore di tacchi risuona per la stanza, prima che la professoressa si accorga della nostra presenza.

«Ragazzi, che ci fate qui? Non dovreste essere in mensa?»

«Ci scusi, stavamo finendo di studiare per un test.» dice Cameron.

La donna annuisce.

«Ora ho delle cose da fare, potete studiare da un'altra parte?»

Cameron annuisce e mi afferra per il braccio, invitandomi ad alzarmi. Usciamo dalla classe sotto lo sguardo impassibile della professoressa.

In corridoio, Cameron mi tiene per la manica della felpa. Entriamo in bagno e chiude la porta.

«Allora, quanti siete?»

«Non capisco di cosa stai parlando.»

«Non mi fare innervosire!» sbatte una mano contro il muro.

Lo osservo mentre tira fuori lo stesso sacchetto di prima, prima di tirare fuori qualcosa simile ad una sottiletta. Non mi ero nemmeno accorto che lo avesse preso.

Ancora una volta mi spiaccica il cibo sulla bocca.

Io faccio resistenza, ma lui non molla la presa.

Riesce a farmela mangiare, poi mi porta le mani al collo. Non capisco più niente.

Non mi sono mai sentito così... debole. Mi vergogno di me stesso.

«In questa scuola quanti vampiri ci sono?»

Vorrei non rispondere, vorrei tenere la bocca chiusa, ma le parole mi escono prima che possa fermarle.

«Tre.»

Lui molla la presa.

Buon natale a voi che state leggendo.❤️

Chaz e James vi aspettano Lunedì con il prossimo capitolo.🧛🏻‍♀️🧜🏾‍♂️

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