23: Anche i lupi mannari sanno divertirsi.

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Sono le due del mattino.

Fuori il cielo è scuro, illuminato da qualche stella sparsa qua e là.

Un lato negativo dell'essere un vampiro è non avere mai sonno.

Di solito passo la notte facendo qualcosa che mi tenga impegnato; leggere, guardare un film, andare in giro con i gemelli.
A volte mi capita di uscire anche con qualche altro amico, ma le volte sono poche. I miei amici sono per lo più vampiri.

Ora come ora, però, non ho molta voglia di fare queste cose.

Sento uno strano peso sul petto.

Vicino a me, sul comodino posto vicino al divano, c'è il mio cellulare. Non so perché, ma una parte di me si aspetta di ricevere un suo messaggio.

Sarà già tornato a casa?

Cammino a piedi scalzi fino alla cucina, dopodiché apro il frigorifero e tiro fuori una sacca di sangue.

Sono settimane che non vedo i miei genitori. Loro sono sempre in viaggio; non riescono stare fermi nella stessa città troppo a lungo.

Ed essendo in questo mondo ormai da secoli, hanno già visitato tutto il mondo.

Quando sono nato per loro sono stato una sorpresa. Non si aspettavano di poter avere un figlio, soprattutto perché i vampiri possono procreare solamente fino al primo secolo di vita, e loro lo avevano superato di qualche anno.

Mando giù il liquido in un unico sorso, sentendomi subito meglio.

Faccio giusto in tempo a buttare la sacca vuota, prima di sentire qualcuno bussare alla mia porta.

Saranno sicuramente i gemelli.

Quando vado ad aprire, però, rimango stupito.

«James?»

Lui si passa una mano tra i capelli.

«Posso entrare?»

«Sì, certo.»

Lo invito ad accomodarsi sul divano.

«Che ci fai qui?» gli chiedo.

«Stavo facendo la strada per andare a casa, ma non posso farmi vedere dalla mia famiglia, non in queste condizioni.» con una mano indica il labbro spaccato e l'occhio gonfio.

«I tuoi nonni saranno sicuramente preoccupati, dovresti almeno chiamarli.» dico.

«I miei nonni?» mi guarda confuso. «Come fai a...»

«Quando ho capito che non eri sparito per tua spontanea volontà, sono andato in segreteria per chiedere il numero dei...» mi fermo.

«Dei miei genitori?» sospira. «Presumo tu sia a conoscenza della loro morte, allora.»

«Sì, me l'ha detto la segretaria.»

James non dice niente, così mi alzo e lo raggiungo.

«È incredibile che Cameron abbia lasciato i nostri cellulari sul tavolo. Non si è preoccupato nemmeno di nasconderli, il suo sembrava quasi un errore commesso appositamente. Non credo che la sua reale intenzione era che ci facessimo fuori a vicenda in quello scantinato.»

«A quanto pare non è così furbo.» dice. «E qualsiasi intenzioni abbia, mi sono stancato di stare ai suoi giochetti. Più che uno stregone sembra un ragazzino annoiato che non sa cosa fare nella vita e per questo rompe le palle agli altri.»

«Già.»

James digita velocemente qualcosa sullo schermo, poi lascia il cellulare al suo fianco.

«Probabilmente mia nonna mi riempirà di parolacce non appena mi vedrà.» si lascia andare ad una risata, ma poi smette, portandosi una mano sullo stomaco.

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