10: È qui la festa?

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Seguo le indicazioni segnate sullo schermo, mentre mi dirigo verso la casa di Cameron.

La festa scorsa è stata un disastro; per questa ho ancora delle speranze, dato che i gemelli non sono potuti venire e non c'è il rischio che Aloysius possa combinare qualche disastro.

Il punto sullo schermo segna che sono arrivato. Davanti a me, accanto ad altre villette, si stanzia una villetta a due piani, dal giardino ben curato e dalle mura di un verde chiaro. Sulla casella della posta c'è segnato il cognome "Carper".

Busso alla porta, e mentre aspetto che qualcuno venga ad aprirmi, mi rendo conto che intorno non c'è nessuna aria di festa. Di solito dovrebbe sentirsi la musica ad un volume esagerato, e le persone dovrebbero perlomeno riempire il giardino. Magari è semplicemente una festa diversa dal solito, o probabilmente gli invitati non sono ancora arrivati.

Ad aprirmi è Cameron, con una camicia gialla, piuttosto ambigua per i miei gusti, aperta sul petto.

«Sei arrivato.» constata, con un sorriso luminoso sul viso.

«Eccomi qui.» ricambio il sorriso.

Lui mi invita ad entrare.

«Dove sono tutti?» domando, sorprendendomi nel trovare la casa completamente vuota.

«Oh, loro... arriveranno più tardi.» dice.

Cameron mi invita a sedermi sul divano accanto a lui. Dall'altra parte della stanza il camino attaccato al muro è accesso.

«Non è presto per accenderlo?» gli chiedo.

«Era per rendere l'aria più...» si ferma prima di terminare la frase. Si passa una mano tra i capelli e sorride. «Avevo freddo, ma ora mi è passato, vado a spegnerlo.»

Mentre l'umano si alza, io prendo il cellulare. Tra i messaggi ne trovo uno di Al, arrivato da poco.

Da Aloysius:
Ti ha già infilato la lingua in bocca?

Devo ricordarmi di prenderlo a pugni non appena lo vedo.

Ad Aloysius:
Smettila di dire cazzate, e sentiti in colpa per non essere venuto con me.

«Tutto apposto?» mi chiede il castano, notandomi concentrato sullo schermo.

Annuisco. «Allora... cosa facciamo mentre aspettiamo gli altri?»

Lui si avvicina.

«Chaz, io devo dirti la verità.» se ne esce ad un certo punto.

«Mi hai invitato qui per uccidermi?» scherzo.

Per un momento mi sembra di scovare una strano luccichio nel suo sguardo.

«No, certo che no!» ride. «La verità è che... tu mi piaci, ecco! Per questo ti ho invitato qui.»

Quindi quello stronzo di Al aveva ragione.

«Ah» mi viene da dire. «Sono... sorpreso.» in realtà non lo sono affatto, ma al momento non so esattamente cosa dire.

Pensavo fosse attratto da me fisicamente, quello sì. Ma addirittura piacergli...

Lui non mi guarda. Sembra piuttosto imbarazzato.

«Non è un problema, davvero...»

«Non sei ancora scappato?» torna a guardarmi.

«Perché dovrei?»

«Non lo so, forse ti piacciono le ragazze...» lo interrompo.

«Wow, calmati! Ora stiamo degenerando... a me piace il...» non riesco a terminare la frase.

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