27: Nessuno odia i lupi mannari.

4.3K 250 42
                                    

«Cosa cazzo è successo?» la voce di Al si disperde tra le mura del corridoio.

James rimane appoggiato con la schiena ad un armadietto, respirando a fondo.

Siamo tutti e quattro sbalorditi per quello che è avvenuto solamente qualche minuto fa.

Le persone intorno a noi sembrano non essersi accorte di niente; chiacchierano, sorridono, come se nulla fosse successo.

«È successo» James punta lo sguardo sul biondo tinto. «Che quello stronzo sa come manovrare le menti delle persone.» mentre pronuncia l'ultima frase il suo sguardo ricade su di me.

«Gli altri sembrano non sapere cosa sia appena successo» riflette Arkell. «Allora perché noi sì?»

«Forse perché siamo creature sovrannaturali?» esclama Al con tono ovvio.

«No» mi intrometto. «Cameron ha giocato con la mia mente fino a qualche settimana fa, ricordate? Io non ricordo niente di quello che ci siamo detti, o di quello che abbiamo fatto durante quei momenti.»

James si passa una mano tra i capelli.

«Qualcosa mi dice che è stata una sua scelta farci ricordare, per avvertirci.» dice.

La campanella suona, ma nessuno di noi sembra avere intenzione di andare a lezione.

«Quando sei caduto a terra» mi rivolgo a James. «Cosa stava sussurrando Cameron?»

«Non stava sussurrando, stava mimando qualcosa.»

«Quel ragazzo è troppo inquietante.» borbotta Al.

«Quindi, cosa facciamo?» domanda Arkell.

I suoi occhi chiari vagano su ognuno di noi.

«Aspettiamo.» il tono di James è deciso.

«Aspettiamo?» ripete il vampiro.

«Cameron proverà sicuramente ad attaccarci, noi dobbiamo solamente tenerci pronti.» dice.

Il corridoio è ormai vuoto, siamo rimasti solo noi.

Al riceve un messaggio e tira fuori il cellulare dalla tasca.

«È Jules.» ci comunica.

Jules è la ragazza con la quale si sta frequentando da qualche settimana. La stessa con cui stava ballando alla festa.

«Non ci credo che stai veramente andando a letto con un'umana.» mormora Arkell, guardando il fratello con disappunto.

Al gli lancia un'occhiata. «Cosa c'è di strano?»

«Me lo stai chiedendo davvero?» Arkell fa una risatina falsa. «Tu odi gli umani, e ora frequenti una di loro?»

«Io non odio gli umani» imita il suo tono di voce. «Semplicemente mi piace prosciugarli.»

«Vampiri» si intromette James. «Ora l'importante non è sapere con chi andate a letto, ma tenersi pronti nel caso lo stregone ci faccia qualche sorpresa.»

«Solamente una cosa non ho capito» dice Al, mentre si infila il cellulare nella tasca. «Cameron evidentemente odia tutti noi, fin qui tutto chiaro. Ma non capisco perché, insomma potrei capire James, perché è un lupo mannaro, e tutti odiano i lupi mannari... ma i vampiri?»

James gli lancia un'occhiata infastidita, prima di staccarsi dall'armadietto e incrociare le braccia al petto.

«Ti stai confondendo, nessuno odia i lupi mannari, solamente i vampiri. Così come i lupi mannari odiano voi.»

«Ragazzi» tossisco. «Non è il momento per litigare.»

«Cosa facciamo? Andiamo in classe?» domanda Arkell, anche se dalla sua espressione capisco che non ha alcuna intenzione di farlo.

«Io direi di andare a cercare la streghetta.» esclama Al.

«Cercarlo non avrebbe senso, ormai abbiamo capito che sa come nascondersi.» dice James.

«Per oggi dovremmo lasciarci tutto questo alle spalle... mentre noi siamo qui a preoccuparci, magari Cameron è da qualche parte da prendersi gioco di noi.» dico.

«Io non mi preoccupo.» si affretta a dire Al.

Sento James sospirare.

Insieme ci avviamo verso le nostri classi, poi ognuno si divide per raggiungere il proprio corso.

Quando entriamo nella classe di matematica, il professore ci urla contro per il nostro ritardo, noi gli rifiliamo una scusa, prima di andarci a sedere negli unici posti rimasti.

James si lascia cadere sulla sedia, sbuffando.

È teso, ma preferisce starsene per conto suo piuttosto che parlarne.

Passano diversi istanti, e senza rendermene conto rimango a fissarlo. Lui se ne accorge e ricambia lo sguardo.

«Sono sporco?» domanda.

Scuoto la testa.

«Com'è andata con i tuoi nonni?»

Lui scrolla le spalle.

«Bene, tutto sommato. Mia nonna mi ha fatto le sue solite ramanzine, poi il discorso è finito lì.»

«Tuo fratello?» gli chiedo.

«Sei curioso oggi, eh?» fa un mezzo sorriso.

«È solo per passare il tempo.» mi fingo indifferente.

Lui mi guarda intensamente, ma non ribatte.

«Mio fratello era felice di vedermi. Non appena sono entrato mi è saltato addosso.» fa una risatina.

Quando parla di lui il suo sguardo si illumina.

«Si vede che vi volete bene.» dico.

Lui annuisce.

«È un rompi palle, ma è l'unico spiraglio nella mia vita.» distoglie lo sguardo.

Penso ai suoi genitori. Chissà come è stato per lui crescere senza averli accanto.

«Deve essere bello tenere così tanto a qualcuno...» rifletto.

«Forse non lo dimostro, ma io farei qualsiasi cosa per la mia famiglia.» ammette.

Mi viene naturale sorridere.

La corazza che James usa per nascondersi è ben salda, eppure ci sono dei momenti in cui sembra disposto a far uscire allo scoperto piccole parti di lui che solitamente preferisce tenere nascoste.

Non esiste un aggettivo per descriverlo, James è tante cose.

È luna e sole allo stesso tempo.
Luce e oscurità.

«Sei una brava persona, James.»

Lui torna a guardarmi negli occhi, e ogni volta che lo fa è difficile non perdersi in quelle iridi così chiare.

Sembra sorpreso per le mie parole. Probabilmente non si sarebbe mai aspettato una frase del genere da parte mia.

«Sai, Chaz... quando un lupo mannaro tiene ad una persona, è disposto anche a rischiare la propria vita per lei.»

Forse non dovrei, eppure non posso fare a meno di soffermarmi sul significato nascosto di quelle parole.

Il suo sguardo sembra volermi comunicare qualcosa.

Lo faresti James? Rischieresti la tua vita per me?

Tu ci tieni a me? Vorrei chiedergli, ma lascio che quella curiosità rimanga nascosta.

La conversazione finisce lì.

Entrambi proviamo a seguire la lezione, ma nessuno dei due ha la mente abbastanza lucida per farlo.

Lancio un'ultima occhiata nella sua direzione; James ha lo sguardo perso. È composto come sempre, ma qualcosa in lui non va.

Vorrei potergli chiedere che cosa gli vaga per la mente, ma so di non averne il diritto.

Così mi limito a girarmi e puntare lo sguardo sulla lavagna.

Lasciati amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora