15: Sei davvero sexy quando usi quel tono.

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Durante uno dei pochi corsi rimasti della giornata, sento uno sguardo insistente addosso.

Inizialmente penso che sia solamente una mia impressione, ma più passa il tempo più sento quello sguardo bruciarmi addosso.

Quando volto la testa verso il fondo della classe, trovo due occhi chiari, particolari, fissi su di me.

Alzo un sopracciglio, sorpreso nel constatare che lo sguardo che ho sentito addosso tutta l'ora era quello di James Morales.

Cosa vuole?

Da quando abbiamo avuto quella discussione in bagno, nella quale mi ha detto che non mi avrebbe lasciato affondare, non ci siamo rivolti la parola.

Una cosa che ho notato, però, è che spesso mi lancia delle occhiate in lontananza.

Come se mi volesse controllare.

Non appena la campanella suona e gli studenti lasciano la classe, seguo Morales fino al suo armadietto.

«Bau bau.» lo richiamo.

Lui si gira, e visibilmente nervoso per quel soprannome, sbatte l'anta dell'armadietto.

«Chi hai chiamato bau bau?»

«A te, mi sembra ovvio.» ridacchio.

Lui mi lancia un'occhiata.

«Cosa vuoi, Dracula?» domanda allora.

«Mai nominare il suo nome invano!» esclamo, usando un tono esageratamente drammatico.

«Che c'è, potrebbe risorgere e venirmi a cercare?»

«Chi ti dice che sia morto?»

«Lo dicono tutti.» ribatte.

«Da quando ascolti quello che dicono gli altri?»

«Allora, mi dici cosa vuoi?» sbuffa.

«Perché mi fissi durante le lezioni?» domando direttamente.

«Io non ti fisso.»

«Sì, invece.»

«No.»

«Si.»

«No.»

«Ammettilo!» esclamo.

«Okay, ma non ti fisso, ti tengo d'occhio, è diverso.» dice.

«Ammettilo, non riesci a staccarmi gli occhi di dosso.» sorrido maliziosamente.

«È difficile distogliere lo sguardo da una mozzarella vivente.» dice.

«Sei proprio uno stronzo!»

«Lo so.»

«E pure presuntuoso.» continuo.

«So anche questo.»

«E anche antipatico.»

«Hai finito con i complimenti?» alza un sopracciglio.

Lo guardo male.

«Non ho bisogno che tu mi tenga d'occhio, so cavarmela da solo.» dico.

«Non mi sembra...» dice invece lui. «Visto che ti ho lasciato un attimo da solo e ti sei fatto incastrare da Cameron.»

«Non mi sono fatto incastrare!»

«Tranquillo, so che la furbizia non fa parte di voi vampiri.» dice.

«Così come la simpatia e la gentilezza non fanno parte dei lupi mannari.» ribatto.

«Vuoi davvero mettere a confronto la nostra specie?» domanda, incrociando le braccia al petto.

«Non ne ho bisogno, so perfettamente che i vampiri sono molto meglio di voi.»

«Illuso.»

«Idiota.»

Lui si avvicina di un passo.

«Abbiamo finito? Dobbiamo andare in classe.»

Entrambi abbiamo inglese, l'unico corso in cui purtroppo siamo seduti vicini.

Mi allontano, camminando a passo svelto verso la classe, col solo intento di superarlo.

«Nemmeno mio fratello di sei anni si comporta così.» dice acido.

«Hai un fratello? Mi dispiace per lui.»

Andiamo a sederci ai nostri posti, e pochi minuti dopo arriva la professoressa.

Mentre la donna spiega una lezione noiosa e interminabile, ripenso alla prima volta che i miei occhi si sono posati per la prima volta sul lupo mannaro seduto al mio fianco.
Aveva l'espressione annoiata e l'aria da stronzo.
Eppure... nonostante l'odio che ci lega, James Morales vuole aiutarmi.
È assurdo anche solo pensarci.

Durante l'intervallo, ancor prima di uscire dalla classe, vedo Cameron venirmi incontro.

«Ciao, tesoro.» dice. Non mi sfugge l'occhiata che lancia in direzione di Morales.

Sento il lupo mannaro tossire.

Cameron mi bacia sulla guancia, e quando credo che si stia staccando, si avvicina al mio orecchio e sussurra:

«Non voglio più vederti parlare con lui, è chiaro?»

Se devo essere sincero, non mi ricordo il momento esatto in cui - a quanto pare - io e Cameron ci siamo messi insieme.

Non ricordo di averglielo chiesto, e non ricordo che lui me l'abbia chiesto.

Ricordo solamente che inizialmente lui nemmeno mi piaceva. Lo consideravo un bel ragazzo, certo, ma non avevo alcun interesse sentimentale nei suoi confronti.

Quando Cameron è nei dintorni, la mia mente sembra risentirne.

Mi allontano di scatto.

«Ti sembro il tipo di persona che si lascia comandare da qualcuno?» domando irritato.

«Forse non ci siamo capiti.» lo vedo mentre tira fuori una piccola boccetta dalla tasca. Me la porta davanti al viso, ma proprio mentre sta per spruzzarla, una mano si posa sul suo braccio, costringendolo ad abbassarlo.

«Se permetti» James soffia a un palmo dal suo viso. «Io e Chaz abbiamo delle cose da fare.»

Cameron lo guarda male. «Dovresti smetterla di metterti in mezzo.» dice.

James scoppia a ridere, ma non risata vera, bensì una falsa, forzata.

«Tu invece dovresti smetterla di dare ordini alla gente.» con la sua altezza, James supera Cameron di parecchi centimetri. «Qualcuno potrebbe seriamente incazzarsi, e chissà... magari fartela pagare.»

Cameron si allontana.

«Non finisce qui.» si rivolge a James, prima di uscire dalla classe.

«Cavolo... sei davvero sexy quando usi quel tono.» il tono che uso potrebbe essere ironico, ma infondo una parte di me lo pensa davvero.

Davvero sexy.

James scuote la testa.

«Cooper.» mi guarda dritto negli occhi. «D'ora in poi ti starò appiccicato, intesi? Perfino quando vai a pisciare.»

«Addirittura?» faccio una smorfia.

«Dobbiamo capire cosa nasconde Cameron, e dobbiamo farlo in fretta.» dice, prima che il suono della campanella interrompa la nostra conversazione.

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