9 • « Dovresti stare attento a dove metti i piedi, Taehyung - ssi. »

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Era tarda mattinata, gli studenti si trovavano tutti all' interno delle loro classi ad ascoltare le lezioni. Tranne due persone.
In uno dei bagni maschili risuonavano suoni che in una scuola non ci dovrebbero essere.
Gemiti sommessi, cercati di tenere a freno data la situazione ma lasciati sfuggire per la medesima ragione.
Un ragazzo biondo ed uno moro.
Il primo si trovava inginocchio davanti all' altro che stringeva tra le dita le ciocche chiare.
La fronte leggermente imperlata di sudore, gli occhi chiusi e le labbra carnose semi aperte.
Un altro mugolio di piacere sfuggì dalle labbra di Jimin che mosse il proprio bacino incontro a chi gli stava dando quella deliziosa tortura.
Capelli biondi, viso angelico; Wooyoung strinse le labbra intorno al membro eretto di Jimin, facendolo scivolare all'interno della sua bocca. Le mani ai fianchi stretti, lo sguardo puntato verso l' alto per scoprire ogni sua più piccola reazione.
Wooyoung si era innamorato del moro un anno prima. Ma non era ricambiato.
Jimin non provava sentimenti d' amore nei confronti del coetaneo. Ciò che lo univa a lui era il desiderio. La passione sfrenata che scaturiva tra i due era innegabile e Jimin ne era profondamente attratto.
Nemmeno Yoongi e Jungkook erano a conoscenza di quella " relazione". Solo Seokjin sapeva ma taceva a riguardo, sapendo bene dove potersi immischiare e dove no.

I capelli di Taehyung erani più disordinati del solito. Non aveva dormito per niente quella notte a causa di quello che era successo. Preoccupato per Hoseok e per la sua situazione. Pensando continuamente a quello che era successo in ascensore.
Avrebbe voluto andare oltre, fare finta non fosse successo nulla come si era ripromesso quando le porte si aprirono davanti a lui. Ma non andò come programmato e rigirandosi tra le lenzuola, era tornato con la mente a quel momento e a come le labbra carnose di Jimin sembrassero completare le sue.
Giocherellando con il libro che teneva in mano, sistemò la montatura nera sul naso prima di scendere le scale per dirigersi verso la segreteria. Per tutta la mattina era riuscito ad evitare Jimin e sperava di cuore di poter continuare per il resto della giornata.
Sfortunatamente il suo desiderio non fu esaudito; sul pianerottolo, appoggiato al muro si trovava proprio il moro in compagnia di Seokjin.
Taehyung era abbastanza intelligente da sapere che non sarebbe passato inosservato ma non gli avrebbe dato la soddisfazione di un suo sguardo.
Abbassando il capo, fingendo attenzione per i gradini, strinse la mano contro la cinta dello zaino e iniziò a scendere.
Sentiva su di sé lo sguardo dell' altro ragazzo. E così era.
Park Jimin aveva alzato il viso non appena si era accorto della sua presenza, ignorando l' amico al suo fianco che sospirò ridacchiando.
Notando che Taehyung non lo degnava di un' occhiata e certo che sarebbe passato oltre, allungò la gamba nel momento esatto in cui il biondo stava passando, facendolo inciampare in avanti.
Ma quest' ultimo non cadde sul pavimento come si era immaginato. Prontamente, Jimin aveva afferrato il suo polso per tenerlo in piedi e con un piccolo strattone lo aveva attirato a sé, facendolo scontrare sul suo petto.
Il giovane Tae sbatté le palpebre, non capendo che diavolo stesse succedendo dato che si era aspettatto di finire disteso e non tra le braccia di Jimin.
« Dovresti stare attento a dove metti i piedi, Taehyung - ssi. » Lo prese in giro ridendo con sfacciataggine.
Appoggiando i palmi contro il suo petto, cercò di spostarsi come più poteva. « Lasciami andare! » Ribatté senza la minima voglia di scherzare.
Taehyung era davvero stanco di quel vortice di emozioni. Lui che era sempre stato restio a quel genere di cose, non faceva altro che essere in un turbinio di sensazioni sempre diverse. Era esausto.
Alzò la mano destra pronto a schiaffeggiare Jimin ma questo fu più svelto ed afferrò la sua mano, trascinandolo giù per le scale.
Sotto lo sguardo di Jin, i due ragazzi correvano nel corridoio semi vuoto mentre il moro stringeva con forza la mano dell' altro per evitare di farlo scappare via.
Taehyung era convinto di quello che sarebbe successo da lì a breve. Si era permesso di alzare il braccio per colpirlo e Jimin non avrebbe lasciato correre. Ma neanche lui. Non sarebbe stato colpito nuovamente senza reagire. Per quanto avesse deciso di prendere il posto di Hobi, lui non sarebbe stato " sotto" a nessuno. Tantomeno da Jimin.
Entrarono entrambi in una classe vuota. O meglio, Tae fu letteralmente spinto dentro.
Ma ancora una volta, aveva sbagliato. Jimin non aveva nessuna intenzione di maltrattarlo. Le mani del moro afferrarono il viso del biondo e lo baciò proprio come aveva fatto la notte precedente in ascensore.
Lo spinse verso la scrivania dove Taehyung si appoggiò con gambe tremanti mentre le sue labbra si schiudevano sotto la pressione. Le due bocche respiravano nuovamente insieme e assaporavano quel sapore stranamente dolce. Muovendosi in perfetta sincronia come se fossero abituate ad incontrarsi da sempre.
Con gli occhi stretti, Taehyung fu nuovamente preda di quel uragano.
Aggrappò entrambe le mani alla camicia di Jimin ma questa volta non per respingerlo. Per non annegare.
Le dita di Jimin si erano intrufolate tra i capelli miele, dietro la nuca mentre lo baciava con sempre più ardore. Mordicchiando con malizia il labbro inferiore del ragazzo, successivamente lo leccava e lo riprendeva tra proprie labbra.
Fu il suono della campanella a fermarli. Entrambi senza respiro e accaldati, sussultarono e si separarono come se fossero stati bruciati.
Jimin guardò le gote di Taehyung che si erano fatte più rosse. Le labbra umide, il petto che si alzava velocemente. Si chiese come era possibile che quel bambino lo eccitasse tanto, mandandolo al manicomio, occupando la sua mente giorno e notte.
Taehyung invece si chiedeva perché avesse reagito in quel modo. Il calore che era scaturito dal bacio ancora lo percepiva sulla pelle e pensò fosse talmente arrossito da essere imbarazzante.
Non alzò il viso dai propri piedi fino a quando non sentì la porta chiudersi, segno che Jimin aveva lasciato la classe.
Spinto dalla delusione verso se stesso, tirò contro la porta un libro che aveva trovato sulla scrivania.

Spinto dalla delusione verso se stesso, tirò contro la porta un libro che aveva trovato sulla scrivania

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𝘿𝙖𝙣𝙘𝙞𝙣𝙜 𝙞𝙣 𝙩𝙝𝙚 𝙢𝙤𝙤𝙣𝙡𝙞𝙜𝙝𝙩. ( vmin ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora