27 • « Non voglio restare qui con te. »

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« Taehyung non fare il muso lungo. »
Ma Taehyung non riuscì a farne a meno. Un tenero broncio si era formato sulle sue labbra mentre seguiva sua madre in giro per i negozi. Si fermava, guardava e cambiava posto. Poi ricominciava da capo e ormai Taehyung era così tanto da non riuscire a nasconderlo.
Fece un largo sospiro e poi disse. « Mamma, per favore... Non ce la faccio più! Continuiamo a camminare senza comprare niente. »
« Ya... Come sei pigro. Sicuro di essere mio figlio? »
« A questa domanda puoi rispondere solo tu e comunque... Non sono pigro ma stanco. È diverso! »
Sbuffando, la donna annuì.
« Torna a casa allora. Io farò un giro qua intorno poi tornerò anche io dato che sta per chiudere. »
Ritrovando il sorriso, il ragazzo applaudì, iniziando a correre verso l' ascensore che lo avrebbe portato alla sua salvezza.
Era così felice di poter tornare a casa che non notò minimamente il più foglio che indicava il mezzo come fuori uso.
Aveva tirato fuori il cellulare dalla tasca, aspettando le porte aperte mentre col dito apriva le varie pagine social.
Così distratto non si accorse di un' altra presenza all' interno. Solo una volta che le porte si chiusero ed alzò lo sguardo dal telefono, notò Park Jimin che lo fissava quasi stordito.
« Cosa ci fai tu qui? NO! » Taehyung cercò di tornare sui suoi passi in preda ad un attacco di ansia ma era troppo tardi.
Jimin aveva passato il tempo con Seokjin e aveva preso la medesima decisione di Taehyung, lasciando l' amico a girovagare mentre lui sarebbe tornato a casa.
Immobile contro lo specchio, fissava l' altro senza dire una parola mentre il biondo ripensava al loro ultimo incontro.

« Solo per questa sera ... Perdonami! »
« Jiminssi... »

Taehyung non riusciva ancora a credere di essersi buttato tra le sue braccia. Come privo di ogni forza di volontà si era lasciato andare a quella richiesta, a quel tono di voce dolce. Si ripeteva che non era colpa sua, che era stato solo un' attrazione fisica. Se lo diceva ogni secondo.
Rifiutava categoricamente il pensiero di volerlo ancora. Di poterlo perdonare.
Jimin lo fissava, Taehyung teneva lo sguardo fisso sui numeri che lo conducevano sempre più vicino alla liberazione.
Ma al secondo piano, ci fu un forte colpo che fece spaventare entrambi.
« Cosa hai fatto? » Esclamò Taehyung precipitandosi alle porte, colpendo con le mani.
« Secondo te? Assolutamente nulla. Schiaccia quel pulsante. » Fece Jimin, incrociando le braccia al petto mentre il biondo si agitava.
« NON FUNZIONA! »
« Non urlare, Taehyung! Hai il cellulare? Io no, quindi chiama qualcuno. »
« Io... » Taehyung si fermò mentre rigirava proprio il cellulare tra le dita. Jimin capì immediatamente dato che lo conosceva perfettamente. Aveva scaricato il cellulare giocando a qualche gioco sciocco.
Alzò gli occhi al cielo, sospirando mentre Taehyung nascondeva i propri occhi sotto la frangetta che si era fatta un poco più lunga.
Pochi minuti dopo, ci fu un totale silenzio intorno a loro e così Taehyung riprese a colpire, questa volta con i pugni.
« Se c'è silenzio vuol dire che siamo soli, scemo. »
« Cosa pensi di fare? Non voglio restare qui con te. »
« Ma a quanto pare è quello che succederà. Fino a domani saremo bloccati qua dentro. Inizia a renderti conto della cosa, Taehyung. »
Quest' ultimo sentì il sangue defluire dal suo viso. Restare bloccato con Jimin in un posto così piccolo, al buio e senza nessun altro, era un' esperienza di cui avrebbe fatto a meno in quel momento.

L' orologio al polso di Taehyung indicavano le 9.00pm. Sarebbe davvero rimasto rinchiuso là dentro per tutta la notte? Era una situazione che aveva dell' incredibile. La madre non sarebbe neanche stata a casa dato che avrebbe fatto il turno notturno e i genitori di Jimin ... Beh, semplicemente non si curavano affatto di lui.
Seduto in un angolo di quello spazio angusto, aveva raccolto le gambe al petto e fissava un punto a caso, cercando di non alzare mai lo sguardo verso il suo " compagno di prigionia" seduto proprio di fronte a lui.
Avrebbero dormito in quel luogo?
Taehyung era sicuro che sarebbe rimasto sveglio dato che era teso come una corda di violino.

« Taehyung... »
« Mmh...?! »
« Sei diventato ancora più bello. »
Taehyung sentì le guance diventare calde e ringraziò il fatto di essere appoggiato alle proprie gambe. Non rispose.
« Quel bacio... »
« Non ha significato niente! » Rispose di getto il biondo, irrigidendosi. Non volevo davvero parlare di quel momento e di quella sua debolezza.
Avrebbe dato peso a dei sentimenti che non voleva tirare fuori.
Jimin sospirò annuendo. Gli credette senza pensarci un secondo.
Taehyung aveva tutte le ragioni del mondo; lo aveva davvero abbandonato e nonostante gli fosse mancato terribilmente, quel fatto non cambiava.
« Per me si. » Il grigio alzò il capo verso l' altro, puntando i suoi occhi verso la figura che cercava di proteggersi proprio dal suo sguardo. « Hai ragione. Ti ho lasciato qua. Non mi sono più fatto sentire.
Però ascoltami questa volta. Non avevo davvero modo di mettermi in contatto con te, Taehyung.
Una volta arrivato a Tokyo sono rimasto chiuso in casa, senza vedere nessuno se non il mio insegnante privato e mio padre. Non avevo un cellulare, un computer... NIENTE.
Studiavo e stavo da solo. »
Lentamente, iniziò a gattonare verso il ragazzo che lo stava ascoltando col cuore che gli martellava nel petto.
Per tutelarsi avrebbe voluto non credere a nessuna di quelle parole. Gli facevano male al petto come frecce.
Però gli credeva.
« Ho pensato di morire... » Ammise Jimin, facendo alzare il viso di Taehyung che lo guardò con occhi spalancati, incredulo.
« Sei... Sei impazzito per caso? »
« Ma pensavo a te. Pensavo al mio Taehyungie; a come la tua frangetta fosse troppo lunga e nascondeva questi occhioni che ti ritrovi. » Sorridendo, mise le mani tra i fini capelli color del miele e glieli tirò indietro. « O alle tue mani grandi che chiudevano le mie. » Le loro dita, con titubanza, si intrecciarono. Il calore che derivò da quel piccolo gesto, fece fremere Taehyung che dovette mordere il proprio labbro inferiore per evitare di piangere. « Pensavo al tuo sorriso quadrato e alla risata strozzata da bambino. A come facevi il carino per ricevere tutti i baci che volevi. Ricordi?
Ricordi come la tua voce diventava così infantile per ottenere tutto ciò che volevi? »
Taehyung non parlò. Gli occhi lucidi, la mascella che gli faceva male nel tentativo di trattenersi.
Si sentiva davvero piccolo in quel momento. Strinse solo le mani di Jimin, ora tremendamente vicino.
« Ogni sera guardavo le tue stelle e la luna. Pensavo che era la stessa che vedevi anche tu e allora potevo respirare di nuovo. Sei sempre stato con me anche se io... Non ero più con te. »
« Non è vero! » Lasciando andare l' altro, cercò la collana che aveva al collo e che nascondeva. Il ciondolo della luna e della stella luccicò nel buio. « Sei sempre stato con me, Jimin! »
Non avevano bisogno di altro.
Jimin strinse a sé Taehyung, le braccia dietro la sua schiena lo accarezzavano con gentilezza mentre Taehyung stringeva le dita contro la giacca, nascondendo il viso nel suo collo mentre lacrime silenziose scendevano a bagnare entrambi.
Lentamente e senza staccarsi l' uno dall'altro, si sdraiarono contro il pavimento. Taehyung, aveva appoggiato il capo al petto di Jimin che baciava la sua testa con affetto, coccolandolo.
La situazione era ancora contorta. Nessuno dei due sapeva esattamente come sarebbe andata una volta usciti da là. Volevano solo godersi quel momento di unione, approfittando della loro stessa debolezza.
Il silenzio non fu rotto e mano a mano che il tempo passava, i loro respiri si fecero più calmi e così anche i loro cuori innamorati.

« Taehyung! »
« C - cosa? » Con la voce impastata di chi ancora dormiva, Taehyung cercò di metabolizzare dove si trovava. Sbatté gli occhi più volte prima di capire di essersi addormentato davvero in un ascensore con Jimin.
Questo lo guardava intensamente, vicino che ogni più piccolo particolare era ben chiaro al biondo che deglutì.
Se lo avesse baciato, avrebbe ceduto un' altra volta, ne era sicuro.
La mano piccola di Jimin andò a posarsi con delicatezza sulla sua guancia, avvicinandosi fino a che i loro nasi si toccarono.
Un rumore improvviso li fece sobbalzare. Taehyung si alzò immediatamente, ringraziando il cielo per quella interruzione mentre Jimin non poté fare a meno di imprecare sottovoce.
A quanto pare erano liberi.
Taehyung quasi non aspettò nemmeno che le porte si aprissero del tutto che uscì velocemente dal mezzo mentre Jimin lo osservava andare via di nuovo.

𝘿𝙖𝙣𝙘𝙞𝙣𝙜 𝙞𝙣 𝙩𝙝𝙚 𝙢𝙤𝙤𝙣𝙡𝙞𝙜𝙝𝙩. ( vmin ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora