30 • « Sei la mia persona! »

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Taehyung si era addormentato tra le braccia di Jimin, nonostante la festa continuava senza di loro al piano di sotto.
La mente del ragazzo che lo stava stringendo a sé era completamente vuota dal non rendersi conto del rischio che stavano correndo. Vedeva solo quel ragazzo dall' aria tranquilla, un broncio infantile sulle labbra. Con delicatezza passò una mano proprio su quel dolce viso, facendolo mugugnare nel sonno.
Sorrise tra sé, appoggiando le labbra sulla sua testa ricoperta di capelli biondo miele che tanto amava accarezzare.
« Si sta facendo tardi... » Sussurrò Jimin, rendendosi conto che il tempo non si era fermato solo perché erano insieme.
Dovevano proprio tornare alla vita reale anche se non ne avevano alcuna voglia. Soprattutto Taehyung che nascose il viso nel petto dell' altro senza alcuna intenzione di alzarsi.
« Ehi bambino... Dobbiamo tornare alla festa. Ricordi? Le maschere, i balli... »
Taehyung cercò di fare mente locale per davvero ma la sua mente era annebbiata e il suo corpo ancora intorpidito. Era passato pochissimo, nonostante fosse crollato stanco.
« Dobbiamo per forza? » Chiese con voce roca, aprendo gli occhi per incontrare quelli del grigio che annuì.
Grazie al silenzio che regnava sul piano, i rumori dei passi vennero chiaramente sentiti dai due ragazzi.
Sui loro volti comparve un' espressione di sorpresa mista a paura. Entrambi saltarono seduti sul letto, nudi.
Un' imprecazione sfuggì a Jimin che si era catapultato a raccogliere i suoi vestiti mentre Taehyung raccattava i suoi.
« Che facciamo? » Bisbigliò impaurito il biondo mentre saltellava per infilarsi i pantaloni.
« Nasconditi! »
« COSA? »
« Non alzare la voce, idiota! Ho detto che devi nasconderti. »
« Ma dove?! »
« JIMIN? » La voce del padre fece sbiancare le loro facce mentre Jimin indicava il terrazzo ad uno sconvolto Taehyung. Incredulo dalla situazione venuta a crearsi, si fiondò sul terrazzo e cercò un angolo dove non farsi vedere mentre l' altro apriva la porta al padre.
« Che diavolo stavi facendo? » Chiese sull' uscio sbirciando la stanza quanto poteva.
Grattandosi il capo, il figlio inventò la prima scusa che poteva essere credibile.
« Sinceramente ero stanco di tutta quella roba e mi ero messo a letto. »
« Avevi intenzione di dormire coi nostri ospiti al piano di sotto? »
« Si. »
Un sonoro schiaffo colpì Jimin che irrigidì il viso, stringendo i pugni. Non reagiva solo per una ragione: Aveva paura di perdere ancora Taehyung.
Abbassò il capo al genitore. « Mi spiace. Torno giù immediatamente! »
« Sarà meglio per te. »
Jimin chiuse la porta, sbattendo letteralmente la fronte contro questa. Aveva stretto i denti con tanta forza per trattenersi che ora gli doleva la mandibola.
Taehyung rientrò nella stanza completamente vestito seppur infreddolito data la temperatura.
« Mi spiace... » Sussurrò al ragazzo, avvicinandosi fino ad appoggiare la fronte sulla sua schiena e a chiudere le braccia intorno al suo corpo, tremante di rabbia. « Mi dispiace che tuo padre non vede la persona magnifica che sei. Jimin - ah... »
« Mmh...?! »
« Sei la mia persona! »
« E tu la mia, Taehyungie. »

« Cosa avete fatto ieri? » Chiese Hoseok, sedendosi sul bancone della biblioteca dove lavoravano Namjoon e Taehyung.
Quest ultimo arrossì, alzando le spalle mentre i due amici si fissavano.
« Lo avete fatto? » Continuò Hobi, spalancando gli occhi. Ma una spinta di Namjoon lo fece cadere giù dal bancone facendo ridere tutti e tre.
« Sono cose, razza di impiccione! »
« Anche tu sei curioso, Namjoonie... »
« Si ma non gli chiedo in faccia se ha... Hai capito. »
« Glielo chiedi alle spalle? »
Un libro arrivò dritto in faccia a Hoseok mentre Taehyung aveva appoggiato la faccia, ormai completamente rossa, contro il tavolo in legno. Avesse potuto, sarebbe sprofondato.
Fortunatamente, la loro conversazione venne interrota da un nuovo cliente. Il giovane Tae riconobbe immediatamente il ragazzo che aveva di fronte.
In quei mesi si era presentato spesso in biblioteca, approcciandosi a Taehyung in una maniera che non gli piaceva. Non perché fosse maleducato ma perché gli donava un certo tipo attenzioni che semplicemente non apprezzava da parte sua.
Sospirò e mostrò un largo sorriso di facciata. « Buongiorno! Cosa posso fare per lei? »
« Ah... Quante volte ti ho detto che puoi darmi del " tu "... La formalità mi mette a disagio. »
« Mi spiace ma sono le regole. » Fece notare mentre si posiziona a dietro al computer per poter essere utile.
« Sono venuto a riportare il libro. »
« Le è piaciuto? Se vuole può lasciare qualche commento sul nostro sito. »
« Posso chiederti una cosa? »
« Mi dica. »
« Vuoi uscire con me? »
Le dita di Taehyung si bloccarono sui tasti. Fissò la schermata bianca per qualche secondo mentre Namjoon, al suo fianco, quasi si strozzava con la saliva.
Alzò il capo e questa volta non sorrideva più. Voleva mettere un punto a quella faccenda fastidiosa e per quanto le regole fossero chiare, non aveva più il desiderio di rispettarle.
Stava per rispondere quando il ragazzo continuò. « Mi piaci davvero tanto. Penso sempre a te ed è per questo che vengo spesso qua.
Ho voglia di vederti e... Vuoi uscire con me, allora? »
Penso sempre a te ..
Dietro ad uno scaffale un altro ragazzo dai capelli grigi stava ascoltando la conversazione. Purtroppo non l' aveva ascoltato per intera. Tutto ciò che aveva sentito era stato " Mi piaci davvero tanto. Penso sempre a te ed è per questo che vengo spesso qua. " Aveva stretto la mascella e così come arrivato, se n' era anche andato.
Se solo fosse rimasto, se solo avesse aspettato...
« No! »
« P - perché? »
« Sto già con una persona! La mia persona! » Sottolineò Taehyung prima di tornare con lo sguardo al computer, liquidando freddamente l' altro.
Ma per una qualche ragione, i suoi occhi cercarono qualcosa oltre gli scaffali in legno. Come se avesse percepito qualcosa.
Guardò il cellulare e sospirò.
Una sensazione strana al petto.

Il giorno dopo;
La divisa scolastica donava particolarmente alla figura slanciata di Taehyung. Ed il sorriso quadrato faceva capire quanto fosse spensierato e felice. I mesi bui che aveva passato gli aveva eliminati finalmente ed tornato un giovane tranquillo col cuore traboccante d' amore.
Con lo zaino solo appoggiato ad una spalla, scriveva velocemente un messaggio a Jimin, rispondendogli.
' Sto arrivando! '
Il grigio non aveva partecipato alle lezioni scolastiche ma Taehyung non ci fece caso più di tanto. A differenza sua, Jimin non amava particolarmente andare a scuola.
Si sarebbe dovuti incontrare sul prato vicino al fiume. Per strada, Taehyung aveva anche comprato del cibo per passare il tempo mangiucchiando.
Lo vide seduto sull' erba. Il sole stava ormai tramontando sulla sua figura e i colori caldi lo facevano risplendere. Sembrava un angelo ai suoi occhi.
« Jimin - ah! » Urlò prima di lasciar cadere il sacchetto e lo zaino per corrergli incontro.
Si fiondò letteralmente sull' altro, cingendolo con le braccia mentre cadevano entrambi su un fianco.
« Ti ho anche portato da mangiare! Ti vizio troppo! » Fece mentre si metteva seduto, sistemando le ciocche di capelli liscissimi che gli cadevano sulla fronte.
Notò solo in quel momento che il compagno non sorrideva ma teneva il labbro inferiore stretto tra i denti.
« Jiminie, qualcosa non va? »
« È finita! »
« Cosa? » La domanda venne fatta con totale ingenuità. Il tono e lo sguardo di Taehyung non avevano assunto tristezza o preoccupazione perché mai si sarebbe aspettato la risposta che ricevette in seguito.
« La nostra storia. È finita! »
Quel sorriso quadrato svanì immediatamente. Corrugò la fronte, davvero confuso su ciò che stava succedendo.
Jimin si alzò in piedi, togliendo i rimasugli di erba dai pantaloni. Non lo guardava neppure. Fissava il fiumiciattolo basso e calmo.
« Cosa è successo? » Chiese Taehyung, imitandolo nel rimettersi in piedi. « Perche? Non puoi dire una cosa del genere, aspettandoti il mio silenzio. Cosa cavolo è successo? »
« Lo sai. »
« INVECE NO! » Urlò Taehyung scuotendo il capo, sconvolto.
Lo sapeva? Ma che diavolo diceva.
« Sono tornato e ti ho chiesto scusa. Anche se quello rimasto solo ero io. Ti ho chiesto scusa per averti abbandonato anche se non è stata una mia scelta.
SEI TU IL BUGIARDO, TAEHYUNG. »
« Ma di che diavolo parli? Sei impazzito? Perché stai facendo così? Perché adesso, dopo che siamo tornati noi, stai facendo così? PERCHÉ? »
« PERCHÉ SEI ANDATO AVANTI SENZA DI ME. PERCHÉ NON ESISTE NESSUN NOI. Forse non è mai esistito... »
Taehyung spalancò gli occhi mentre si avvicinava a Jimin, afferrandolo per le braccia, scuotendolo con rabbia.
« Se questo è uno scherzo, ti giuro che io...»
« NOI SIAMO UNO SCHERZO TAEHYUNG. » Gridò cercava di respingere il biondo che invece lo stringeva con forza.
La collanina di Jimin, quella identica a quella di Taehyung, fece capolino da sotto il golfino, brillando sotto lo sguardo di Tae. Si fermò di colpo, osservandola e sfiorandola.
« E questa, allora? »
Jimin seguì il suo sguardo, trovando quel oggetto che per il suo cuore era così prezioso. Con forza lo strappò dal proprio collo e senza dire altro, la lanciò in acqua mentre Taehyung perdeva il respiro e crollava in ginocchio.
Jimin strinse i pugni e chiuse gli occhi. Lo sapeva bene: Se avesse visto Tae, se avesse visto i suoi occhi pieni di lacrime, sarebbe corso a stringerlo.
Senza guardarlo, superò il ragazzo e il suo zaino col sacchetto.
Gattonando, Taehyung si avvicinò all' acqua.
Senza fiato, si alzò e si immerse leggermente nel piccolo fiumiciattolo poco fuori città, iniziando a cercare la luna e la sua stella.

𝘿𝙖𝙣𝙘𝙞𝙣𝙜 𝙞𝙣 𝙩𝙝𝙚 𝙢𝙤𝙤𝙣𝙡𝙞𝙜𝙝𝙩. ( vmin ) Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz